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Salvatore: Quel piccolo ingenuo mi ha sempre considerato  come un fratello e credo che provi questo tutt'ora.
«...» rimasi senza parole.

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Pov's Stefano
Salvatore: Nemmeno io, Stefano. Ora tu DEVI fermarlo, DEVI fermare la sua ira, DEVI porre fine a tutto questo casino.
«Io non lo voglio fare, perché IO?!»
Salvatore: Perché lui si fida di TE. Sento che sta provando dei nuovi sentimenti per TE.
Ed è una cosa molto strana, dato che stiamo parlando di un'anima vagabonda.
«Ma io—»
Salvatore : Ti supplico, trova quel pannello elettrico e stacca la corrente. Solo così il suo corpo morirà per sempre.
«E la sua anima? Che fine farà?»
Salvatore: Volerà libera dove vuole lui.
«D'accordo, lo farò.»
Salvatore: Ti ringrazio.

Corsi il più velocemente possibile alla ricerca del pannello elettrico, salii delle scale e trovai esso qualche laboratorio dopo.
Lo aprii e vidi la leva che avrebbe posto fine ad ogni sofferenza sofferta, però Sascha...
Non avevo il coraggio di scenderla, non potevo togliere definitivamente la vita al mio spirito.
Risentii nuovamente il rumore all'ingresso, ma stavolta era più forte, niente di buono.
Adesso riuscivo a distinguerlo meglio, passi e lamenti...non voglio vedere, non voglio.
Un uomo abnorme sbucò da dietro l'angolo della scala, QUELL'UOMO ABNORME.

«Mi hai rotto le palle.»
Paziente grosso: GRAAAAAAH!!

Eh sì, il tizio con la museruola aveva deciso di venire a trovarmi una seconda volta, FIGO.
Nessuna via di scampo, ma tentai un gesto al dir poco disperato: sgattaiolare sotto le gambe.
Non mi acciuffò per puro culo e indietreggiai fino a sbattere la schiena contro il muro.

«MA CHE VOLETE DA ME?!» gridai.

Non ne potevo più, quanto avrei voluto non ricevere quell'e-mail, la dovevo bruciare.
Una cosa soltanto aveva reso quell'inferno un po' meno inferno...

Paziente grosso: GHAAAAAH!!

...Sascha, la mia nube nera.

Paziente: COUGH COUGH—

Il paziente stava...tossendo?
Alzai lo sguardo e lo vidi, tramite la mia videocamera, la terza volta di seguito...

«SASCHA!!»

Vedevo il paziente sbattere da una parte all'altra dei muri, appeso a uno di essi vi si trovava una ventola ed è lì che, un secondo dopo, si udì qualcosa e-esplodere...

«È disgustoso...»

Tornai in fretta e furia al pannello, ma una mano mi impedì di far scendere la leva.

Sascha: Non farlo...

L'immagine di un ragazzo con varie cicatrici sulla faccia si materializzò ai miei piedi.
Salvatore non esagerava nel dire "molto bello" riferito a lui, a quel bellissimo spirito...
Rimasi incantato dai suoi occhi, ma la voce mi riportò, purtroppo, alla crudele realtà.

Sascha: Non farlo, Stefano...
«Io devo farlo...»
Sascha: Perché?
«Perché non puoi continuare a vivere in uno stato vegetale, è orribile...»
Sascha: Ma io sto bene.
«No, tu non stai bene, adesso hai appena ucciso un'altra persona, Sascha...»
Sascha: L'ho fatto per te.
«Per me...?»
Sascha: Non volevo ti toccasse.
«Sì, ma tu così dimostri di essere veramente crudele e nessuno di loro merita la morte...»
Sascha: Io—
«Lo so che non è colpa tua e mi dispiace, ma non puoi continuare a terrorizzare i pazienti qui dentro solo per un tuo capriccio...»
Sascha: IO VOLEVO PROTEGGERTI!!
«Lo capisco, davvero...»
Sascha: Io volevo proteggerti...
«Sascha...»

Ꭺd un passo dalla libertà - Ꮪaschefano Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora