Capitolo 1

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Ecco il Capitolo 1. Perdonate la mancanza, ma ho avuto un problema che mi ha portata a riscriverlo apportando qualche modifica.
Buona lettura!

Sono solo le 5 del mattino e mi sto godendo una New York nelle prime luci dell'alba.
Si potrebbe dire che la grande Mela sta dando i primi segni di vita dopo una notte di totale pace, ma purtroppo non è così. New York non dorme mai e nemmeno io, da anni ormai.
L'uomo nel mio letto mugugna qualcosa e inizia a tastare la mia parte di letto e non trovandomi apre gli occhi.
<Buongiorno piccola> rido fra me e me pensando al fatto che non si ricorda il mio nome, dal momento che mi ha chiamato con quei nomignoli che non sopporto.
<Buongiorno> dico in modo freddo, per poi indicargli i suoi vestiti piegati ordinatamente su una sedia.
Dopo aver capito che cosa volessi intendere con il mio gesto, inizia a vestirsi per poi uscire dal mio appartamento.
Un altro sconosciuto da aggiungere alle mie avventure di solo una notte.
Io sono fatta così...nulla di serio. Non voglio affezionarmi a persone che prima o poi se ne andranno. Anzi le persone che considero amiche si possono contare sul palmo di una mano e una di queste è Hunter... il mio Hunt. Da quella notte in cui la mia vita si è letteralmente fermata portandomi non a vivere, ma a sopravvivere in quella che tutti definiscono vita. Da quella notte in cui il mio Jake, il mio eroe, il mio fratellone non c'è più e tutto per causa mia, Hunter è stato l'unico a cui ho permesso di superare il muro che mi sono costruita in questo anno.
Dopo la morte dei miei genitori io avevo appena compiuto 4 anni e Jake, che ne aveva solo 6, si è subito preso cura di me, anche quando ci hanno spediti in un orfanotrofio. È stato qui che abbiamo conosciuto Hunt. Il primo giorno lui e mio fratello si erano già picchiati per un motivo che non ricordo nemmeno, finendo entrambi in presidenza. Dal quel momento in poi però siamo diventati inseparabili e quando tutti e tre siamo abbiamo raggiunto l'età per uscire dall'orfanotrofio siamo entrati a far entrare parte di una gang, i Vipers. Allora ci sembrava l'idea migliore, ma non sapevamo che questa vita non avremmo più potuto lasciarla.
Dopo la morte del capo, Jake e Hunter hanno preso il controllo, portando la gang ad essere una delle più temute in tutta New York. Smettemmo con il commercio di droga, iniziando con il traffico di armi e organizzando corse clandestine. All'inizio non mi facevano mai mettere piede fuori casa perché temevano che mi sarebbe accaduto qualcosa, così feci il patto che se avessi preso lezioni di difesa personale, mi avrebbero fatto partecipare alle riunioni e piano piano diventai una pedina sempre più importante fino a quando non fui indispensabile. Partecipavo alle corse clandestine e non ho ricordi di quando persi l'ultima competizione. Così il giro si allargò sempre più, fino a quando il nostro nome divenne conosciuto ovunque, ma tutto degenerò dopo la sua morte.
Mi risveglio dai miei pensieri e vado a farmi una doccia.
Nel preciso istante in cui esco dal bagno Hunter mi chiama <Aprimi, sono fuori dalla tua porta>.
<Hey ciao Sophia come stai? Di merda, te? Il solito... potresti almeno salutarmi eh> rispondo ironica.
<Non c'è tempo, apri non sto scherzando>.
<Ok ok sto arrivando> chiudo la chiamata e con solo l'accappatoio indosso mi dirigo verso l'entrata del mio appartamento.
<Vestiti, subito. Te ne devi andare> dice entrando e chiudendosi la porta alle spalle.
<Cosa sta succedendo?> domando preoccupata.
<Sophia non so come dirtelo... >.
<Dimmelo e basta> lo interrompo io.
<Ti hanno minacciata di morte> dice serio.
<Dai sarà uno dei soliti scherzi che fanno e poi è da più di un anno che non vengo al giro> dopo la morte di Jake ho mollato tutto e mi sono concentrata sullo studio. Mi sono iscritta infatti alla Columbia e frequento la facoltà di medicina.
<No Sophia, ti hanno seguita. Sanno tutto di te! Tu non capisci... non puoi stare qui. Devi andartene!> cerca di apparire tranquillo, ma in realtà è molto agitato, così inizio a preoccuparmi seriamente.
<Ok quando hai ricevuto la minaccia?> domando mentre mi siedo sul divano cercando di elaborare il tutto.
<Una lunedì, all'inizio anch'io pensavo che fosse uno dei soliti scherzi, però la seconda, ricevuta invece mercoledì, ha iniziato ad insospettirmi e l'ultima me l'hanno inviata questa mattina. Questa è stata la conferma che non stanno scherzando>.
<Ok ma io non voglio andarmene, verrò a vivere con te però da New York non mi muovo>.
<La solita testarda... Sophia per una volta puoi fare come ti dico, cazzo?> si sta innervosendo.
<Ma non posso andarmene. Non sono pronta.... io io non ce la faccio ok? Non voglio ricominciare tutto da capo e da sola> qualche lacrima ha iniziato a rigarmi il viso.
<Sophia... mi dispiace perché io avrei dovuto proteggerti, ho fatto una promessa a tuo fratello e non l'ho mantenuta> anche lui adesso sta piangendo.
<Hunt non è colpa tua, dobbiamo solo trovare questi bastardi e farli fuori>.
<No Sophia tu ora te ne vai e di questo mi occupo io. Non voglio rischiare>.
<Hunter io non...>.
<Sophia questa volta fai come dico io e non si discute!>.
<Odio quando fai così!>.
<Ho già preparato tutto, asciugati i capelli e fai le valigie. Non portare nulla con te a parte i tuoi vestiti. Io sono qui in salotto ad aspettarti>.
E senza rispondergli, mi vado a preparare e a fare la valigia.
Non posso crederci, io non voglio crederci. Chi mai mi minaccerebbe? Ormai è da un po' di tempo che non frequento più il giro e sto conducendo una vita "normale". Cos'ho sbagliato di nuovo? Io non ce la faccio questa volta, non di nuovo.
<Hey sei pronta?> domanda Hunter entrando nella stanza.
<Ho quasi finito, mi mancano gli ultimi vestisti> prendo in mano la foto sul comodino di me e Jake, faccio per metterla in valigia ma Hunt mi ferma <Sophia, non puoi... dove stai andando ora nessuno deve sapere nulla di te, mi dispiace>.
<Neanche la sua cazzo di foto mi fai portare? Era mio fratello Hunter! Non lo saprà nessuno, la terrò nascosta, ma voglio solo averla con me... ti prego> insisto io tra le lacrime.
<Mi dispiace Sophia ma no puoi rischiare>.
<Non è giusto... non è giusto>.
<Lo so, ma a volte la vita va così>.
<Beh avrei preferito che andasse diversamente tutto quanto... perché non potevamo fare una vita normale? Con dei genitori, degli amici e senza droga, corse clandestine...>.
<Perché ti annoieresti a morte, ormai ti conosco> beh su questo ha ragione!
Una volta pronta, prende i miei quattro bagagli e ci avviamo verso l'uscita.
Nel garage c'è una Mercedes classe E berlina nera con una ragazza identica a me!
<Perché c'è una mia sosia?> domando.
<Non devono scoprire dove andrai, così lei prenderà una direzione mentre tu un'altra> dice indicando un uomo grande come un armadio di fianco ad un pick-up.
<Ok lui è?>.
<Ti accompagnerà lui per parte del viaggio, sa già cosa fare non preoccuparti>.
<Sei sicuro?>.
<Tieni, nel caso puoi sempre sparargli> mi consegna una pistola facendomi l'occhiolino.
<Sophia in questo fascicolo c'è spiegata la tua nuova identità e quello che farai a Santa Barbara, leggilo durante il viaggio>.
<Va bene, spero che tu mi abbia scelto un nome decente>.
<Non ti preoccupare, lo amerai. Ogni mese ti verranno consegnati dei soldi, comunque una volta arrivata là capirai tutto. Ora devi andare... subito>.
<Hunt ti prego vieni con me, sarò più sicura con te. Tu sai sempre cosa fare, io invece...>.
<Sophia andrà tutto bene, te lo prometto!>.
Lo saluto e con tutta me stessa spero che non sia l'ultima volta.

Personaggi
Sophia Anderson

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Jackson (Jake) Anderson

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Hunter (Hunt) Miller

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