Capitolo 5

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Questa mattina sono riuscita ad arrivare in orario e dopo 5 ore di lezione è finalmente arrivata la pausa pranzo.
<Eva ti va di venire a mangiare con me?> mi domanda José mentre finisco di sistemare gli ultimi libri nello zaino.
<Mi piacerebbe, ma mi hanno già invitata altri ragazzi>.
<Ah... hai fatto amicizia presto> dice con un sorriso spento sulle labbra.
<Già, comunque penso non ci siano problemi se invito un amico. Quindi se vuoi venire sei il benvenuto>.
<Certo, dove andiamo a mangiare?>.
<Nel bar meno ripugnante di tutto questo cazzo d'Istituto, lo conosci?> domando ridendo.
<Ehm no> risponde lui cercando di capire se sono seria o se lo sto prendendo in giro.
<Strano è così famoso> dico ridendo mentre mi avvio verso l'uscita dell'aula con José che mi segue.
Quando arrivo al bar sto per salutare tutti ma <Che cosa ci fa lui qui?> mi chiede Val a denti stretti.
<L'ho invitato io, è un ragazzo che frequenta alcuni dei miei corsi>.
<Eva non sapevo fossero loro i tuoi amici> dice José.
<Perché? Cosa sta succedendo?> domando non capendo.
<Non può pranzare con noi, se ne deve andare> ordina una voce alle mie spalle e senza che io mi debba girare so già chi è... Aiden.
<Ragazzi ma cosa sta succedendo? Qualcuno mi può spiegare?>.
<Non sono cose che ti riguardano> mi risponde Caleb.
<Eva tranquilla vado a mangiare da un'altra parte, ci vediamo domani> e salutandomi se ne va.
Mi siedo al mio posto e per tutto il pranzo nessuno proferisce parola, fino a quando <Perché cazzo l'hai invitato? Forse avresti dovuto chiedercelo, non ti sembra?> Aiden sta quasi urlando e leggo chiaramente la rabbia nei suoi occhi.
<Non sapevo sarebbe successa una cosa del genere, come potevo immaginarlo> cerco di giustificarmi <Si può sapere poi che cosa vi ha fatto di male?>.
<Caleb ti ha già risposto Eva, non sono cose che ti riguardano> mi risponde Valerie.
<Va bene, beh io ora ho lezione. Devo andare, ciao a domani> li saluto fredda cercando di metabolizzare quello che è appena successo.
E mentre sto per uscire dal bar ecco che arriva la goccia che fa traboccare il vaso <Oh eccola! Ragazze è lei la troietta che ieri ha fatto arrabbiare al mio Aiden> una gallina mi ferma sulla soglia della porta seguita dal suo pollaio.
<Ci conosciamo?> domando in modo tranquillo. Non ho voglia di litigare, soprattutto con una che ha il cervello grande quanto una noce.
<Stai scherzando spero?! Ieri hai fatto arrabbiare ad Aiden ed è dovuto venire a sfogarsi da me. Ora pagherai per questo> inizia ad urlare in mezzo al bar con quella sua voce stridula da cornacchia.
Oh si immagino come l'avrai consolato.
<Senti non ho tempo per queste cose da bambine delle elementari> sto per superarla e uscire dal locale quando una sostanza fredda e al gusto di fragola inizia a colarmi dai capelli.
La mia pazienza ha un limite e questo limite è appena stato superato.
<Ti si è rinfrescata la memoria ora?> domanda ridendo.
La rabbia inizia ad impossessarsi di me, così prendo il piatto di spaghetti del tavolo affianco a me e glielo rovescio in testa.
<Come osi?!?> urla.
Nel bar non vola una mosca.
<Eva lasciala stare!> mi ordina Aiden alle mie spalle, che nel frattempo si è avvicinato per vedere cosa stesse succedendo.
<Spero tu stia scherzando?!> mi rivolgo a lui.
<Eva lascia stare. Le troie come lei non meritano la tua attenzione, vieni andiamo a pulirci> mi inviata Val ad uscire.
Si ha ragione, forse è meglio andarsene e lasciarla perdere, ma prima di uscire la sento urlare ancora però questa volta rivolta ad Aiden <Come hai lasciato che si rivolgessero così a me?!>.
<Stai zitta, quella tua voce da cornacchia mi sta dando fastidio>.
Aiden proprio non lo capisco, prima la difende e dopo le dice di stare zitta. Quel ragazzo è la coerenza in persona.
<Ecco qui puoi farti una doccia> mi spiega Valerie mostrandomi gli spogliatoi con le docce delle cheerleaders.
<Grazie> le dico mentre mi spoglio.
<Figurati, anzi io avrei fatto di peggio a quella gallina>.
<Ma chi è?> domando.
<È una delle tante ragazze che si scopa Aiden, convinte che lui sia davvero innamorato di loro. Povere illuse>.
<Allora perché prima l'ha difesa e poi le ha detto di stare zitta?> domando non capendo, mentre l'acqua calda bagna il mio corpo.
<Nessuno lo sa. A volte Aiden si comporta così, senza una ragione>.
<È parecchio strano quel ragazzo>.
<Già... senti Eva ti volevo spiegare cos'è successo a pranzo>.
La interrompo subito <Dopo aver visto la vostra reazione, non mi voglio intromettere nei vostri affari>.
<È proprio questo che intendevo. Ci sono cose che andando avanti nel tempo non capirai del nostro gruppo, ma fidati è meglio non saperle. Lo dico per te davvero>.
<So cosa significa portare un segreto dentro di sé e intanto vedere le altre persone che conducono una vita normale, invece tu rimani ferma in quel loop temporale non capendo come uscirne> dico più a me stessa che a lei. Mentre le parlo di quello che ho provato e sto provando mi scende qualche lacrima ma non mi interrompe, mi lascia parlare ed io avevo propio bisogno di sfogarmi con qualcuno.
<Anche voi non sapete nulla di me e non avete fatto domande, quindi ho intenzione di rispettare la vostra privacy> le spiego convinta di quello che sto dicendo.
<Grazie, forse un giorno capirai tutto e noi sapremo qualcosa di te, ma per il momento meglio lasciare le cose così come sono>dice accennando un sorriso.
<Perfetto. Sono contenta di aver chiarito>.
<Anch'io> dice mentre mi allunga un asciugamano.
<Ti serviranno dei abiti puliti>.
<Già> rispondo rendendomi conto che quella sostanza appiccicosa mi è colata anche sui vestiti.
<Se vuoi posso prestarti una divisa delle cheerleaders, ce ne sarà sicuramente una della tua taglia>.
<Ehm il problema è che sono venuta in moto e la divisa non mi sembra proprio comoda per salire in sella ad una Ducati>.
<Nessun problema, ti do un passaggio io e dico ad uno dei ragazzi di seguirci con la tua moto> propone.
Oddio e adesso? Cosa faccio? Una delle regole che mi sono imposta è non fare sapere a nessuno dove abito!
<No tranquilla posso prendere un taxi> cerco di farle cambiare idea.
<Dai Eva... non sono mai andata d'accordo con molte ragazze e in questo momento avrei proprio bisogno di un'amica. Anche se ci conosciamo poco so che tra di noi può nascere una grande amicizia, quindi insisto!>.
Come faccio a dirle di no...
<Va bene>.
<Perfetto, vado a prenderti una divisa> risponde contenta come se avesse appena vinto alla lotteria.
Deve aver passato un brutto momento anche lei, forse la sua storia è la stessa di Aiden.
Ok ora basta! Ho promesso che non avrei fatto domande, come loro non le avrebbero fatte a me.
<Oddio mi sono appena ricordata che ho lezione questo pomeriggio>.
<Tranquilla, puoi saltare delle lezioni. Non succede nulla> dice ridendo.
<Si ma siamo solo alla prima settimana!>.
<Non ti diranno niente e se ti fanno storie andrò a parlare io con il Rettore. Sai a volte essere la migliore in tutto ha dei vantaggi> dice facendo l'occhiolino.
Dopo aver indossato la divisa Valerie inizia a fissarmi. Sì lei, non io.
<Che c'è?> domando.
<Sai forse mi sono pentita di averti detto che non puoi far parte delle cheerleaders. Quel vestito sembra che l'abbiano cucito su di te e di certo durante le nostre esibizioni attireresti molta attenzione>.
Mi guardo allo specchio e si ha ragione non sto affatto male, ma se vogliamo parlare di quanto copra direi di paragonarlo ad uno straccio. Praticamente si tratta di una mini, e quando dico mini intendo proprio mini, gonnellina con un top abbinato con i colori della scuola blu e arancione.

 Praticamente si tratta di una mini, e quando dico mini intendo proprio mini, gonnellina con un top abbinato con i colori della scuola blu e arancione

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<Ma come fate a fare tutte quelle acrobazie con questa cosa?> domando indicando la gonna.
<Fidati, è molto più facile di quello che sembra>.
<Va bene...>.
<Andiamo?> domanda.
<Certo> e così ci avviamo verso l'uscita dello spogliatoio.
<Mi toccherà vederti pure alle partite ora?> domanda Aiden alle mie spalle.
<E se anche fosse?>.
<Tranquillo Aiden, le ho solo prestato la divisa per tornare a casa, anche se le ho già detto che mi sono pentita di averle detto che non può far parte delle cheerleaders>.
<Perché gliel'hai detto?> domanda incuriosito.
<Quindi tu giochi nella squadra della scuola> cambio discorso.
<E se anche fosse?> risponde ripetendo la frase che ho detto io prima con il mio stesso tono di voce.
<Sì, gioca a Basket. È il capitano> interviene Valerie.
<Addirittura>.
<Comunque hai ragione Val, non dovrebbe far parte delle cheerleaders, con quel fisico distrarrebbe la squadra e rischieremmo di perdere> spiega Aiden rivolto a Valerie.
<È un complimento quello che sentono le mie orecchie?>.
<Sì e allora? Ho solo detto che con quella gonna da troia, senza offesa Val, attireresti l'attenzione dei ragazzi. Niente di nuovo giusto? Ormai sei esperta>.
<Staresti discendo che sono una troia? Wow davvero originale come insulto>.
<Ok ragazzi forse è meglio se la finiamo qua, anzi tu Aiden riporterai a casa la moto di Eva>.
<Assolutamente no> diciamo insieme io e il ragazzo al mio fianco.
<Val non lui, sono sicura che ci sia qualcun altro disponibile> non voglio far salire in sella alla mia bambina una deficiente come lui!
<Ne vedi in giro?> domanda Val.
Mi guardo intorno  e il campus è deserto.
<Se le fai solo un graffio ti spezzo le gambe> lo minaccio mentre gli consegno le chiavi.
<Stai tranquilla sono uno dei migliori a guidare qui in città> dice fiero.
<Ah sì? Come fai a saperlo? Partecipi a corse clandestine?> domando pensando che non sappia nemmeno cosa sono, ma la sua reazione mi fa pensare a tutt'altro.
È in panico. Non sa cosa dire.
<Forse è meglio se andiamo> interviene Val.
Aspettate un attimo... sa qualcosa pure lei? Partecipano a corse clandestine?
Lo so che ho promesso che mi sarei fatta gli affari miei, ma a questo punto voglio saperlo e l'unico modo per farlo è partecipare ad una delle gare che ci sono qua.
Per tutto il viaggio in macchina non vola una mosca e ogni tanto controllo dal finestrino che Aiden sia dietro di noi.
Le faccio parcheggiare l'auto fuori, davanti alla porta d'ingresso e quando scendo dalla macchina Aiden mi viene incontro <Quindi ci fai entrare o dobbiamo fare i maleducati?>.
<Smettila> lo rimprovera Valerie.
<Lo stai già facendo il maleducato> rispondo.
<Ehi ti anche portato a casa la moto, merito un ricompensa> insiste lui.
<Eva se per te è un problema...> interviene Valerie.
<Tranquilla, non ho niente da nascondere. Entrate pure>.

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