Non ci posso credere sono in ritardo. Odio il traffico! A New York dovevo sempre svegliarmi un'ora prima per arrivare in tempo a lezione.
Ieri dopo la spiaggia sono andata a fare colazione e la spesa. Il resto della giornata l'ho passato a casa preparandomi psicologicamente per oggi. La verità? Sono molto agitata e arrivare in ritardo il primo giorno di certo non aiuta.
Parcheggio la moto e corro verso l'entrata quando una ragazza si piazza davanti a me.
Indossa un paio di jeans a vita alta, una maglietta rossa e un maxi cerchietto bombato anni 80 che riprende la maglia. Ha un fisico curvy, occhi neri e capelli anch'essi dello stesso colore a caschetto.
<Perché mi fissi?> domanda. Oddio ma che problemi ha la gente in questa città?!
<Mi piace il tuo stile> rispondo cercando di allietare la situazione.
E come se non avesse minimamente sentito quello che le ho detto, comincia <Piacere mi chiamo Valerie Brown, per gli amici Val. Sono presidentessa del corpo studentesco, capitano delle cheerleaders e la secchiona che prende sempre il massimo agli esami. Se non intralci il mio percorso scolastico diventeremo ottime amiche, in caso contrario non arriverai viva nemmeno alla fine di questa settimana. Inoltre sono colei che ti accompagnerà nel tour all'interno del campus e siamo già in ritardo di quindici minuti a causa tua> è una minaccia questa? Sinceramente mi ha spiazzata, non mi aspettavo proprio una presentazione del genere. Noto però che tiene in mano dei libri che non c'entrano proprio nulla con il mio percorso di studi.
<Piacere, Eva Smith. Studio medicina e non ho intenzione di diventare capitano delle cheerleaders o presidentessa del corpo studentesco. Inoltre vedendo i libri che hai in mano, sono convinta che non studi medicina, ma moda, di conseguenza non diventerò la secchiona dei tuoi corsi>.
<Chiamami pure Val>.
Inizia così il mio tour all'interno del college che mi aspettavo molto più piccolo, invece è enorme e so già che mi perderò.
<Ecco questa è la tua classe per quest'ora, mentre questo è il tuo orario> dice allungandomi un foglio <questo College, come saprai fornisce i libri agli studenti, quindi basta che tu li vada a ritirare in segreteria. Sono già pronti>.
<Grazie mille> le dico gentilmente.
<Figurati è il mio lavoro, comunque se vuoi puoi venire a pranzo con me dato che è il tuo primo giorno> mi propone.
<Si certo mi piacerebbe molto>.
<Perfetto, questo è il mio numero. Scrivimi o chiamami quando hai finito>.
<Certo, a dopo Val>.
<A dopo Eva> mi saluta e se ne va.
Ok ora tocca a me. Busso e dopo aver sentito <Avanti> entro.
<Tu devi essere Eva Smith, la nuova arrivata. Piacere io sono Henry Morgan, il professore di Psicopedagogia della salute, accomodati pure dove trovi posto> così mi invita a sedermi <bene ragazzi riprendiamo la lezione>.
<Puoi sederti qui se vuoi> sento pronunciare da un ragazzo, e così faccio.
<Piacere, José Rodriguez> sussurra per non farsi sentire dall'insegnante.
<Eva Smith> rispondo.
Per il resto del tempo rimaniamo in silenzio ascoltando la lezione e quando la campanella suona corro fuori non salutandolo, dal momento che non so nemmeno in che classe andare e non ho intenzione di perdere tempo.
<Hey aspetta! Eva!> mi rincorre urlandomi.
<Si scusami se non ti ho salutato, ma oggi è il mio primo giorno e non so nemmeno dove sono le classi, quindi non voglio perdere tempo> rispondo brusca, forse un po' troppo.
<Se mi dici che materia hai ora ti posso aiutare> così gli allungo il mio orario <perfetto! Anch'io ho questa lezione adesso> esclama. Così lo seguo.
Le restanti tre ore non eravamo nelle stesse classi, ma José mi ha dato comunque delle indicazioni per raggiungere le altre classi.
È l'una ormai ed io per oggi ho finito così chiamo Val che mi spiega come raggiungere il bar, come l'ha definito lei, "meno ripugnante di tutto questo cazzo d'Istituto".
Appena arrivo noto subito che non è da sola, ma al tavolo ci sono seduti i tre ragazzi che ho incontrato alla tavola calda, Valerie però non l'ho mai vista con loro a parte adesso.
Leo, se non ricordo male il suo nome, nel momento in cui mi vede inizia a sbracciare facendomi segno di sedersi lì con loro, come se il mio intento non fosse già quello.
<Ma guarda un po' chi si rivede!> esclama <ragazzi lei è Eva Smith, la ragazza che mi ha spezzato il cuore da Polly. Se vuoi puoi pranzare con noi> mi domanda e prima che potessi pronunciare parola...
<Si l'ho inviata già io... aspetta in che senso ti ha spezzato il cuore?> chiede Val.
<È una storia lunga> risponde Leo liquidandola.
<No adesso mi spiegate, sono troppo curiosa> insiste lei.
<Si è seduto al mio tavolo senza il mio permesso, ha iniziato a fare domande per cercare di portare avanti una conversazione, che non è mai cominciata, e poi io gentilmente gli ho detto di andarsi a sedere da un'altra parte> le spiego io.
<Dio amo già questa donna> conclude con una fragorosa risata.
<Allora conosco Leo e Val, invece voi due siete?> domando agli altri ragazzi presenti al tavolo.
<Io sono Caleb Stewart> risponde il ragazzo scuro di pelle.
<Mentre io sono Liam Turner> dice l'altro ragazzo.
<Bene... cosa si può mangiare nel bar meno ripugnante di tutto questo cazzo d'Istituto?> domando ripetendo le stesse parole di Valerie.
<Aspetta fammi indovinare... è stata Val a chiamarlo così vero?> domanda Liam ridendo, ed io annuisco.
<Oggi come primo c'è il risotto con le zucchine, come secondo la cotoletta con le patatine fritte e per dolce il tortino al cioccolato appena sfornato. Puoi ordinare sia il menù completo che solo un piatto> mi spiega Caleb e nel frattempo fa segno al cameriere di avvicinarsi per il mio ordine, dal momento che loro stanno già mangiando.
<Ciao cosa ti porto?>.
<Il risotto con le zucchine e da bere acqua naturale, grazie>.
<Il tortino però lo devi assolutamente assaggiare> insiste Val <Eric?> richiama il cameriere <anche il tortino al cioccolato, grazie>.
Il resto del pranzo lo passiamo parlando del college. Caleb e Liam studiano giurisprudenza, mentre Leo frequenta la facoltà di psicologia.
Io, Val e Leo abbiamo la stessa età, quindi siamo tutti al secondo anno. Mentre Caleb e Liam hanno 25 anni, gli stessi che avrebbe avuto mio fratello.
<Qualcuno sa che fine ha fatto Aiden?> domanda Liam.
Chi è Aiden? Spero sia un altro figo da urlo, sembra quasi che tutti i ragazzi più belli che ci sono al mondo si siano riuniti in questa città. Perché finora tra tutti quelli incontrati non ce n'è uno brutto!
<Dai lo sai Liam... dove potrebbe essere Aiden nell'ora di pranzo?> risponde come se fosse scontata la risposta.
<Giusto, non so perché non mi sia venuto in mente> e scoppia a ridere.
Non sto capendo il discorso, comunque non ho intenzione di fare domande per non sembrare indiscreta e so quanto a volte questo darebbe fastidio.
Valerie sembra avermi letto nella mente <Aiden si sta scopando una delle sue solite troiette, sarà qui a momenti> dice rivolgendosi a me.
E come se stesse prevedendo il futuro eccolo arrivare e appena lo vedo ricollego tutto... Aiden è il ragazzo che ho incontrato domenica in spiaggia. Spero non abbia intenzione di fare una delle sue battutine del cazzo, perché non ne ho proprio voglia di starlo ad ascoltare.
Appena mi vede un sorrisino gli appare sul volto ed io alzo gli occhi e mi giro dall'altra parte.
Sembra proprio che oggi la fortuna sia tutta dalla mia parte, dal momento che l'unico posto libero è quello accanto al mio, così lui si siede e dice guardandomi <Ammettilo che la mia offerta ti allettava e sei qui per questo>.
<Aspettate un attimo, la conosci anche tu di già?> domanda Leo incuriosito.
<Si l'ho incontrata ieri in spiaggia e pensa che si è rifiutata di succhiarmi l'uccello> finisce la frase scoppiando in una fragorosa risata.
<Oh avanti Aiden smettila! Puoi fare la persona seria per una volta e lasciarla in pace?!> lo interrompe Val.
<Non ti preoccupare Valerie, i suoi commentini del cazzo non mi toccano. Anzi le persone spesso si comportano così perché sono sole e vulnerabili, quindi si costruiscono una corazza come per far vedere che va tutto bene, ma che in realtà va tutto di merda. O sbaglio Aiden?> sembra più una descrizione di me stessa, ma la sua reazione mi fa capire che ho azzeccato in pieno.
<Stai zitta, tu non sai un cazzo di me>risponde brusco e con gli occhi completamente accecati dalla rabbia.
<Bingo> rispondo, mettendo in bocca una fetta del tortino.
Cala il silenzio.
Non me ne sto mai zitta, va bene che non lo sopporto e che volevo umiliarlo, ma non mi piace ferire le persone. Ognuno sta combattendo una propria guerra interiore e nessuno ha il diritto di infierire ancora di più.
Quando mi giro per guardare i suoi occhi, noto che mi sta fissando, ma questa volta il suo sguardo si è addolcito anzi è pieno di dolore e prima ancora che io possa aprire bocca per scusarmi, lui si alza e se ne va.
<Scusate, non era mia intenzione ferirlo> dico guardando i ragazzi.
<Non preoccuparti Eva, non potevi saperlo> mi risponde Caleb. Ma la vera domanda è sapere cosa? Non vado avanti con il discorso perché capisco che è un argomento delicato, ma sono troppo curiosa e con il tempo indagherò.
Finito il pranzo mi invitano ad andare a mangiare con loro anche domani, nonostante quello che è successo, rassicurandomi che ad Aiden tra un'ora sarà già passata quindi devo stare tranquilla.
Oggi non ho lezione nel pomeriggio quindi decido di tornare a casa, così mi avvio verso l'uscita, ma pasando davanti un'aula sento un forte rumore e incuriosita apro la porta lentamente. Una sedia è appena stata scaraventata dall'altra parte della classe e l'artefice di tutto ciò è Aiden. Quando lo vedo in viso mi si spezza il cuore... le lacrime ormai gli hanno rigato il volto e gli occhi sono pieni di rabbia.
<Che cazzo vuoi?!> mi urla appena si accorge che sono entrata nella stanza.
<Ho sentito un rumore e volevo assicurarmi che fosse tutto ok> rispondo stando ferma sulla porta.
<Come vedi è tutto ok, quindi ora puoi andartene> mi ordina.
<Volevo scusarmi prima, non era mia intenzione feriti, ma tu te ne eri già andato>.
<Non me ne frega un cazzo delle tue scuse. Tu non sai niente di me e non saprai mai nulla ed ora vattene!> insiste.
Decido di assecondarlo senza peggiorare la situazione ed esco dall'aula.
Povero ragazzo, provo pena per lui. Non che la mia vita sia facile, ma non auguro a nessuno di provare un dolore come il mio, perché immagino proprio che anche lui stia portando un grosso peso.
Prima di salire sulla mia Ducati passo dalla segreteria per ritirare i libri per poi metterli nello zaino e partire.Personaggi
Valerie (Val) BrownJosé Rodriguez
Caleb Jones
Liam Turner
Aiden Scott
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Give it a go - Provaci
RomanceSophia deve scappare, non può rimanere un secondo di più a New York perché la sua vita è in pericolo. Per lei sta iniziando una nuova avventura, dopo un periodo di buio in cui nessuno è statA la sua luce, il suo angelo, la sua guida, in cui nessuno...