Capitolo 1 ~Ricordi~

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Pov's Alice

-Bene, per oggi abbiamo finito. Per domani mi aspetto le versioni di tedesco. Tutte. Non voglio scuse. Potete andare- concluse quella stega della professoressa di tedesco. Ringraziai mentalmente la campanella che, ancora una volta mi aveva salvato.
Iniziai a raccogliere la mia roba per poi infilarla nel mio zaino. Mi alzai e uscii da quel inferno. Sentivo i brividi percorrermi tutta la schiena, ma non mi importava. Presi gli auricolari e play... Ero in un altro mondo. Nessuno mi avrebbe potuto ferire perché c'erano quei 5 angeli a proteggermi. Aumentai il passo della camminata mentre nelle mie orecchie 5 voci angeliche cantavo soltanto per me, invitandomi a correre.

This time I'm ready to run

Oh si..... se ero pronta per correre

Escape from the city and follow the sun

Volevo davvero scappare, da questa città farmi una nuova vita possibilmente il più possibile lontano da qui.

Cause I wanna be yours

Cause you wanna be mine

I don't get lost in the dark of the night

Le ultime note di Ready to run terminarono ed io ero davanti a casa mia, senza neanche essermi accorta di aver corso per tutto il tragitto.
Infilai la chiave ed entrai. Posai le scarpe nella scarpiera e poi varcando la soglia del salone notai un bigliettino sul tavolo. Chissà perché sapevo esattamente cosa ci sarebbe stato scritto sopra.

Torno domani da lavoro, fai la brava mi raccomando
Mamma xx

Sbuffai. Ormai ci ero abituata e sapevo esattamente che lei non sarebbe stata a lavoro, ma dal suo nuovo "ragazzo". Era convinta che io non sapessi niente ma era tutto così ovvio. Stava più con lui e io sapevo benissimo il perché.
Lei non lo avrebbe mai ammesso, ma io in fondo lo sapevo e la capivo anche.
Gli ricordavo troppo Summer. Mia sorella.

Si era suicidata. Io non mi ero mai accorta di tutto il male che la circondava e che la tormentava. Non mi ero accorta dei bulli e delle violenze che subiva da parte loro. Non mi ero accorta dei tagli che squarciavano la sua pelle biancastra. Ero stata talmente accecata da me stessa per non poter vedere quello che le stava succedendo.
Giorno dopo giorno lei perdeva luce dagli occhi e diventava sempre più cupa.
Non mi ero accorta di niente finché quel fottuttissimo 5 maggio avevo aperto il bagno e l'avevo trovata. Sdraiata. Per terra. Circondata di sangue. Del suo sangue. Con la lametta accanto. E uno stupidissimo bigliettino con su scritto :

"non è colpa tua"

Avevo provato a rianimarla, ma sapevo che ero arrivata troppo tardi. Io non c'ero stata per lei. Mia madre era sempre via e Summer si è trovata sola contro il mondo.
Lei non è mai stata una guerriera come me. Nonostante avesse due anni in più ero sempre io che la proteggevo. Lei era troppo buona con tutti e ne pagava le conseguenze, perché sappiamo che il mondo è fatto principalmente da persone orribile che risucchiano la tua vita.
Io ero la sua guerriera, sapevo che era debole, ma nell'ultimo anno mi ero allontanata. Iniziavo ad uscire di più con le mie amiche e non stavo più attenta.

E lei mi aveva lasciato.

Da sola.

Da una parte pensavo che fosse giusto così, che me lo fossi meritato. L'avevo abbandonata. E se era morta era tutta colpa mia.

Io lo sapevo

Anche mia mamma la pensava così, nonostante mi volesse bene.

Le lacrime ripresero a sgorgare sul mio viso. Mi maledissi da sola. Dovevo essere forte l'avevo promesso a me stessa. Alla guerriera.

Ma senza una spada come potevo sconfiggere quei demoni?

~READY TO RUN~ H. S. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora