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Che l'addio sia triste o brutto non me ne importa niente, ma quando lascio un posto mi piace saperlo, che lo sto lasciando. Se no, ti senti ancora peggio.
-J.D. Salinger, Il giovane Holden





Un battito di ciglia, ecco come questo lasso di tempo sembra essere passato nella mia mente. Un secondo e mi sono ritrovata seduta sul sedile di questo aereo.

Guardo indietro agli ultimi momenti passati a Los Angeles, che già appaiono lontani come un sogno vissuto durante l'ultima fase del sonno, quando è possibile ricordare pochi tratti di quei scenari fittizi che si sono impressi nella nostra memoria.

Ripenso al momento in cui arrivata all'ingresso dell'istituto mi sono ritrovata circondata solo da poche persone che si erano raccolte per porgermi i loro saluti.

Non mi sorprese per nulla la quantità delle persone, non ho mai stretto amicizia con persone della mia età. Infatti si trattava per lo più di bambini escludendo qualche collaboratrice e la direttrice. Chiudendo gli occhi posso rivivere quegli attimi, in particolare il saluto della signora Evans. Un dolce abbraccio ha accompagnato le ultime parole che mi ha sussurrato all'orecchio.

"Piccola Megan mi mancherai tantissimo. Spero che da questo momento in poi la tua vita prenda la piega migliore che tu meriti. Prima di salutarti definitivamente mi sento in dovere di darti alcuni consigli."

Per un attimo aveva stretto maggiormente la presa attorno a me, iniziando a bisbigliarmi parole che provocarono e continuano a provocare la caduta di numerose lacrime.

"Vivi, vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo. Non sarà facile ma immagina di abbandonare tutto il tuo doloroso passato qui dentro. Attraversa quella porta a testa alta come hai affrontato la tua vita qui. Il tuo cuore è forte ed è pronto ad affrontare nuove avventure, vivere nuove emozioni. Lascia che queste scorrano dentro di te, per quanto paurose queste possano essere lascia che accendano l'anima. Lascia che quest'ultima bruci e che dalle ceneri rinasca la nuova te. Più bella di prima, più forte. Dolce Megan, per la tua grande sensibilità mi sei sempre sembrata una libellula, delicata, che si nasconde alla vista degli altri per non lasciarsi prendere. Ma negli anni ho potuto conoscere da vicino la tua vera essenza. Permetti anche al resto mondo di ammirare la tigre che si cela dentro di te. Resistente, elegante, potente. Vai, vai incontro al tuo futuro, senza timore senza incertezze. Si la migliore versione di te stessa."

Questo discorso, sembra ripetersi all'infinito nella mia mente. Come un giradischi inceppato, sento il rimbombo delle parole, le parole della donna che mi ha cresciuto curando tutte le mie ferite.

Lascio che i miei occhi si chiudano conducendo il pensiero ad immaginare tutto ciò che mi aspetterà.

Spero di poter seguire a pieno i suggerimenti della signora Evans. Anche se nel profondo del mio animo so che sarà dura mi impegnerò per poter far uscire la parte più bella di me stessa, nonostante mi è ancora difficile stabilire quale esattamente sia.

Sommersa dai pensieri anche il mio corpo si spegne per poter finalmente riposare.
Negli attimi che precedono un completo standby, in uno stato di semi-dormiveglia sento la coppia seduta al mio fianco sussurrare.

"Abbiamo fatto la scelta giusta a prendere lei." dice Tom probabilmente indicandomi con lo sguardo

"Sarà difficile, hai sentito la sua storia, faremo abbastanza per lei?" Chiede Elizabeth e posso percepire l'incertezza farsi largo nella sua voce.

"Non possiamo sapere se saremo abbastanza, magari nessuno può colmare il suo vuoto. Ma faremo di tutto per lei. Fa già parte della nostra famiglia, e lo sai meglio di me che questa ragazzina sembra essere legata al nostro futuro."

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