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Un abbraccio vuol dire: "Tu non sei una minaccia. Non ho paura di starti così vicino. Posso rilassarmi, sentirmi a casa. Sono protetto, e qualcuno mi comprende".
La tradizione dice che quando abbracciamo qualcuno in modo sincero, guadagniamo un giorno di vita.
~Paulo Coelho




L'abbraccio dura solo pochi secondi, e ben presto mi ritrovo, ormai sopraffatta da innumerevoli emozioni contrastanti, di nuovo sola. L'aria che mi circonda essersi impregnata, dopo la breve unione, di imbarazzo, ma soprattuto sento la mia gote prendere fuoco.

Mentre la famiglia è in attesa di una mia mossa, io cerco di riprendermi dal mio momentaneo stato di congelamento interiore, senza però  ottenere risultati positivi.

"Vieni Megan ti mostro la camera degli ospiti dove starai per ora, al più presto insieme ne sistemeremo una apposta per te."

Fortunatamente il silenzio viene interrotto da Elizabeth, che con un sorriso mi invita a seguirla. Senza pronunciare un solo fiato la seguo lungo le scale. Durante la salita entrambi i fratelli si avvicinano e liberano le mie mani dalle valigie.

Davanti a me si apre un lungo corridoio, dove mi soffermo ad osservare le foto appese che raffigurano diversi momenti della famiglia.

Quando però mi rendo conto di essere rimasta parecchio indietro rispetto agli altri mi affretto a raggiungere Elizabeth che nel frattempo si era fermata davanti ad una porta. Nel momento stesso in cui questa viene aperta rimango sorpresa nel non percepire con le orecchie il solito macabro cigolio che, in questi anni, ha sempre provocato dei brividi lungo la mia spina dorsale.

Entro, superando la soglia, dentro la camera dove il tempo rallenta e ciò che mi circonda sembra essere privo di rumori. Resto affascinata dalla stanza, semplice e dai toni chiari, ma ciò che più suscita meraviglia è la grandissima finestra da cui  posso scorgere l'oceano.

Ipnotizzata da ciò che appare come un'immensa opera d'arte, mi avvicino lentamente all'apertura, e con occhi sognanti provo ad imprimere ogni dettaglio, ogni particolare nella mia mente come se dovesse essere l'ultima volta.

Le sfumature azzurre dell'acqua, che piano si uniscono a quel cielo cristallino, sembrano brillare grazie ai piccoli raggi solari che dolcemente ne accarezzano la superficie.

Sento gli occhi inumidirsi ed iniziare a bruciare al pensiero delle innumerevoli cose di cui sono stata privata durante questi anni. Ma allo stesso tempo so che finalmente non avrò più bisogno di un permesso ma sarò libera di osservare tutto questo ogni qual volta il mio animo ne senta il bisogno.

Fortunatamente sono di schiena e nessuno si è accorto dell'unica lacrima che ha solcato la mia guancia. Mi affretto ad asciugarla e distogliendo lo sguardo mi rivolgo alla famiglia che è rimasta alle mie spalle in silenzio.

"Ti piace? " chiede speranzosa Elizabeth 

"È fantastica, non credo che vorrò cambiarla."

Le rivolgo un piccolo sorriso ma prima di aggiungere altro vengo interrotta dalla suoneria di un cellulare che presto si rivela essere quello di Tom, che dopo aver visto lo schermo corruga leggermente la fronte ed esce dalla stanza velocemente prima di rispondere.

"Megan, io dovrei uscire per sbrigare alcune commissioni, ti lascio nelle mani di Nate e Alex... Ragazzi fatele fare un giro della casa, tranne per il capanno per quello credo voglia esserci anche vostro padre."

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