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"Non far caso a me. Io vengo da un altro pianeta. Io ancora vedo orizzonti dove tu disegni confini".
-Frida Kahlo








Los Angeles, 27 Novembre 2011

Tutto era successo molto in fretta e i dettagli già allora fuggivano alla mia memoria, sostituiti da immagini oscure.

Mi ero in poco tempo ritrovata, con al petto la collana di mia madre, dentro un'auto che si dirigeva verso un luogo a me sconosciuto. Mentre nell'automobile regnava un silenzio assordante, fuori dall'abitacolo infuriava un temporale un po' come la mia anima in tempesta.

Venni dissolta dai miei pensieri dalle improvvise urla di mio padre al telefono, e mi accorsi solo in quel momento di quanto fosse agitato.
In poco tempo vidi l'auto accostare nei pressi di un palazzo e subito si accese in me un brutto presentimento.

"Aspetta qui " disse mio padre provocandomi un brivido.

Lo vidi poco dopo ritornare con una signora dal viso marmoreo e labbra piegate in una smorfia severa.

" Tu devi essere Megan, sono la signora Evans, la direttrice di questo istituto"

Aveva un tono severo e questo mi spaventò. Quasi immediatamente rivolsi uno sguardo a mio padre che sembrava come in uno stato di trance, chiuso nel suo mondo e nei suoi pensieri lontano dalla realtà. Ascoltai con attenzione quelle parole ma non potendo capire quanto fosse terribile la verità che avrei scoperto solo in seguito.

" Saluta tuo padre velocemente così ti posso accompagnare nella tua stanza"

Prendendo la rincorsa mi catapultai al suo fianco circondando le sue gambe con le mie esili braccia. C'è sempre quel momento di stasi in cui, con certezza, attendi che la persona ricambi il tuo affetto, ma in quel caso lui non mi strinse, restò immobile a guardare un punto fisso della stanza.

Presto staccando la mia presa si girò e con lunghi passi riuscì velocemente ad allontanarsi da me, senza proferire parola, uscendo da quella dannata porta. Cercando di raggiungerlo, per ricordargli di tornare presto e per dirgli che gli volevo bene, iniziai a rincorrerlo ignorando le urla stridule della direttrice. Ma arrivata fuori dal portone lo vidi entrare in auto e partire velocissimo allontanandosi da me.

Mentre una notte scura e tenebrosa mi circondava, una fitta pioggia mi sovrastava facendo scivolare via l'ultima tra le mie certezze, piano piano anch'io mi abbandonavo a quelle forze brute poggiando le ginocchia a terra, e tentando disperatamente, ma invano, di afferrarla. 

Strappata da una forte presa, che invece di consolarmi mi rimproverava per il mio comportamento infantile, accompagnavo a quelle voci un lento pianto, nella consapevolezza che nessuno sarebbe venuto a riprendermi.

Mentre la signora Evans mi portava in una camera copiose lacrime bagnavano le mie guance.

Entrai all'interno della stanza superando una porta semi sfasciata che si richiuse subito dietro le mie spalle con un tonfo.
Tanti pensieri mi balenavano in testa mentre mi stendevo in un letto troppo grande per me, accompagnata solo dall'orsetto regalatomi dalla nonna.  Stringendolo mi ripetevo che sarebbe andato tutto bene ma nel mio animo ero consapevole che la mia vita stava cambiando,
Cambiando in peggio.

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SPAZIO AUTRICE
Allora so che è molto corto però volevo dare solo un piccolo sguardo al passato per non rivelare tutto quello che è successo a Megan🤔.
Cercherò di aggiornare il prima possibile con un secondo capitolo in cui parlerò già del presente. ☺️
Spero possa piacervi in questo caso lasciate una stellina e un commento se vi va. ⭐️
                                                   ~Chiara🖤🥀

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