capitolo 5~sei sleale piccola Lulu

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Il tragitto in auto da scuola a casa di Aus è stato quasi totalmente silenzioso, fino ad ora. Aus si decide a parlare, era un po' che vedevo che aveva qualcosa da dirmi ma non trovava il coraggio.

-Mi spieghi perché non parli?-domanda. Era meglio se stava zitto. Lo vedo in difficoltà e decido di fargli sudare la mia spiegazione.

-Mi sembra che nemmeno tu abbia fatto tutta questa conversazione, o sbaglio?-lo guardo stringendo gli occhi.

Lo vedo deglutire: ha capito che sono arrabbiata. Sono seria poche volte quando sono con lui, e lo divento solo quando mi fa arrabbiare o è successo qualcosa di brutto.

-No, ma...ho l'impressione...che tu ce l'abbia con me.-mi dice lentamente, scegliendo bene le parole da usare per evitare di farmi ulteriormente irritare.

-Oh, e cosa te lo fa credere?-fingo di non capire.
-No, nulla. Solo che non hai nemmeno acceso la radio per cantare e per tutto il tempo hai guardato fuori dal finestrino.-spiega.

-Mh, sì.-gli do ragione.
-Sì cosa?-
-Sì, ce l'ho con te.-affermo mantendo un tono calmo.

Siamo arrivati a casa sua, ma ci mettiamo silenziosamente d'accordo sul restare in macchina fino a quando non avremo concluso il discorso.

Resta in silenzio, probabilmente sta aspettando che io gli spieghi il motivo.
-Beh? Cosa ho fatto?- chiede quando capisce che non avrei parlato.

-Oh non lo so, hai terrorizzato Cameron, forse? Mi aveva solo chiesto una mano con lo studio. E gli avevo detto che non potevo, che bisogno c'era di trattarlo male? Nessuno. Io lo so che tu a me ci tieni, e che ti comporti così perché hai paura che succeda di nuovo. Ma Aus, non tutti i ragazzi sono Samuel.-gli dico arrabbiata, ma addolcendo il tono sull'ultima frase.

-Non nominarlo.-ringhia Aus serrando le mani sul volante. -Cosa pretendi, che me ne stia fermo a guardare mentre un coglione del genere ti chiede un appuntamento? Perché lo so, Margaret, che è per quello che stavate parlando. Cameron va bene in matematica. Non lo conosci come lo conosco io. Non posso permettere che una persona così ti si avvicini, non di nuovo.-dice con la voce rotta dalle lacrime amare che i ricordi hanno suscitato.

Gli accarezzo il viso, consapevole che questa storia per lui sia più difficile da superare che per me.

-Ehi, tranquillo. Ora sto bene, e Cameron non è... lui.
Io ti voglio bene e non farei cose che potrebbero farti stare male. Ma ti chiedo almeno di lasciarmi essere sua amica. E non devi mettere in fuga qualsiasi ragazzo mi si avvicini, prima ne parliamo e se ci sono validi motivi per non frequentarlo starò lontana da lui. Ma mai più scenate, intesi?- patteggio.

-Intesi, ma questo non vale con il contatto fisico. Se qualcuno allunga le mani o ti fa del male gli spacco il naso. Ci stai?-propone.

-Ricapitolando, posso avere amici maschi, ne parliamo prima di proibirmi di frequentare un ragazzo e niente scenate in pubblico a patto che non alzi le mani. Ci sto.-acconsento stringendo la mano che mi aveva porto.

Sorride e mi abbraccia spettinandomi con la mano libera. Ridacchio e usciamo dall'auto più tranquilli.

Entriamo in casa e mi siedo sul bancone mentre Austin si appoggia al frigo di fronte a me.

-Allora, proposte?- chiede riferendosi a cosa mangiare per pranzo. I suoi non ci sono a quest'ora, quindi cuciniamo noi.

-Potresti fare la pasta al ragù ed io preparo dei biscotti per la merenda.-propongo.

-Solo se fai quelli con le gocce di cioccolato!!-fa la sua richiesta.
-Andata!-acconsento.

Inizio a pesare gli ingredienti che ormai so a memoria mentre Aus scompare dalla cucina.

Credevo fossi tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora