Lo sguardo di tutti i presenti era puntato su Leone, ma lui non se ne curava e fissava la tempesta di neve oltre la finestra. La luna non c'era e il giardino e il bosco intorno erano avvolti dall'oscurità.
«Cosa cazzo significa questa lettera?», tuonò Alejandro, che non riusciva a staccare gli occhi dallo schermo del cellulare di Carolina e aveva già riletto mezza dozzina di volte il contenuto della fotografia, cercando inutilmente di capirci qualcosa.
«Alejandro, passami quel dannato cellulare», urlò Carolina arrabbiata, poi rivolta a Leone: «Credo sia giunto il momento di spiegare agli altri cosa sta succedendo qui. Glielo dici tu oppure lo faccio io?».
Leone rimase impassibile e continuò a scrutare l'oscurità della notte oltre la finestra, mentre Alejandro si alzò, girò intorno al tavolo e, senza staccare lo sguardo da Leone, si avvicinò al divano e porse il telefono a Carolina.
«Allora? Glielo dici tu o lo faccio io?», insistette lei, dopo avere afferrato il cellulare e averlo infilato in tasca.
Alejandro attraversò nuovamente la stanza e si fermò a pochi centimetri dal viso di Leone, i pugni alzati e minacciosi. Leone tirò un lungo sospiro e ruotò il busto verso il tavolo, si slacciò i primi bottoni della camicia e si tolse il ciondolo a forma di puzzle dal collo e lo appoggiò davanti a sé.
«Mettetevi comodi», disse scrutando gli altri ad uno ad uno. «Vi devo raccontare una lunga storia».
Poi si protese sul tavolo e prese l'altra metà del ciondolo a forma di puzzle, quella trovata poco prima insieme al cadavere nel bosco. Gli altri trattennero il fiato e rimasero ad osservarlo mentre lui avvicinava le due tessere e le faceva combaciare perfettamente.
«Che cazzo significa tutto questo?», sbraitò furioso Alejandro, che non era ancora tornato a sedersi e stava in piedi a pochi centimetri da Leone.
Nino, che nel frattempo si era messo a girare una canna, si fermò di colpo come impietrito, la lingua attaccata alla colla della cartina e lo sguardo ipnotizzato sui due ciondoli a forma di puzzle perfettamente incastrati tra loro.
Michele, seduto dal lato opposto del tavolo rispetto a Leone, parve risvegliarsi di colpo da un lungo letargo, era bianco in viso e puntò un dito grassoccio e tremante verso le due tessere.
«Questo...», disse con un filo di voce. «Questo significa che tu e Jonathan avete avuto una relazione?».
Silenzio. Lo sguardo di tutti i presenti si concentrò per un istante su Michele: aveva appena detto quello che ognuno di loro, seppur con un certo timore, aveva iniziato a sospettare nell'ultimo quarto d'ora. Martina, che fino a quel momento era stata troppo occupata a guardarsi le unghie per assicurarsi che lo smalto si fosse asciugato senza sbavare, alzò lo sguardo su Leone e rimase in silenzio, aspettando una sua spiegazione. Ben presto l'attenzione di tutti era orientata su di lui e Leone socchiuse gli occhi per un istante e tirò un lungo sospiro. Quando li riaprì, quello che disse sconvolse i cinque amici.
«Io e Jonathan abbiamo avuto una relazione, quando lui stava ancora con Carolina».Alejandro scosse energicamente la testa. «Non ci credo», disse volgendosi di scatto verso il divano sul quale era seduta Carolina. «Tu lo sapevi?».
Per tutta risposta Carolina allungò una mano e prese un cuscino cominciando ad abbracciarlo forte come se fosse stato un peluche, poi tornò a guardare intensamente Leone.
«Continua!», disse senza smettere di stringere il cuscino.
Leone tirò un lungo sospiro e riprese il racconto: «All'inizio è andato tutto bene, entrambi eravamo d'accordo che la nostra storia sarebbe dovuta rimanere segreta e così è stato per circa due anni», una pausa, Leone allungò una mano sul tavolo e prese il suo calice di Champagne.
«E poi cosa è successo?», lo esortò Nino, che si era appena accorto di essere rimasto per almeno cinque minuti con la lingua incollata alla cartina e ora, aveva provveduto a confezionare a tempo di record uno splendido spinello, che prese ad ammirare soddisfatto, rigirandoselo tra le mani.
Leone iniziò a roteare il calice, creando delle piccole onde.
«Poi un giorno, Jonathan ha avuto una crisi», disse senza smettere di osservare il liquido chiaro e frizzante che sbatteva dentro il bicchiere. «Ha capito che ne aveva abbastanza di quella storia segreta e che non era giusto nei confronti di Carolina. Così ha deciso di raccontarle tutto».

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THE PUZZLE
RomanceMartina, Carolina, Leone, Michele, Alejandro e Nino si riuniscono ogni anno per ricordare l'amico scomparso Jonathan con una notte dedicata a Cluedo, quello che era il suo gioco preferito. Ma questa volta è diverso: torbidi segreti stanno per rieme...