BIRILLO

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Leone nel frattempo aveva assunto un'aria pensosa, semi sdraiato contro la portiera dell'auto si massaggiava il mento, lo sguardo diretto verso un punto dall'altra parte del piazzale.

Alejandro gli sventolò una mano davanti alla faccia. «Sherlock Holmes, ha qualche idea di dove possano essere finite queste maledette chiavi?»

Leone lo guardò con un sorrisino furbo e divertito. «Elementare, sono lì», disse indicando la capanna che fungeva da deposito per i rifiuti. Lo guardarono tutti meravigliati.

«Credevo di essere io il tossico del gruppo, ma comincio a ricredermi. Si può sapere cosa accidenti ti sei fumato?»

Leone ignorò Nino e si avviò con passo deciso verso il deposito della spazzatura, dall'altra parte del piazzale. Gli altri lo seguirono incuriositi e si fermarono davanti all'ingresso della capanna.

«Io non ci vengo lì dentro, c'è una puzza schifosa», brontolò Martina disgustata, tappandosi il naso.

Leone entrò nella capanna e si fermò ad osservare i sacchi dell'immondizia per alcuni istanti, poi prese quello in cima al mucchio e si girò verso Nino.

«Hai ancora il coltellino svizzero che usi per tagliare il fumo? Me lo potresti prestare per favore?»

Nino si frugò nelle tasche della logora salopette ed estrasse un minuscolo coltello con la lama ripiegata, lo aprì e glielo porse.

«Oplà!», esclamò soddisfatto Leone, mentre incideva il fondo del grosso sacco nero con la punta del coltello. Una montagna di rifiuti si riversò sul pavimento.

«Beh? Che fate lì impalati? Forza venite a darmi una mano», disse con tono calmo e sicuro.

Alejandro, Nino, e Carolina si affrettarono ad accucciarsi vicino al grosso mucchio di spazzatura, Martina invece si limitò ad affacciarsi sulla soglia. «Ehm, io vado a cercare Michele che è scomparso.»

«Come è scomparso? Era qui trenta secondi fa», esclamarono gli altri in coro.

«Beh qui fuori non c'è», disse lei e si allontanò verso l'autogrill, soddisfatta di avere evitato quel ripugnante lavoro.

«Eccole qui! Che vi avevo detto?», esultò Leone raggiante, scartando una banana marcia ed estraendo dal mucchio d'immondizia il portachiavi de Los Pollos Hermanos di Breaking Bad.

Alejandro, Carolina e Nino smisero di rovistare tra i rifiuti e lo guardarono stupiti: «E tu come facevi a sapere che erano dentro quel sacco?»

Leone diede una veloce occhiata all'orologio. «Vi spiegherò tutto una volta che saremo in macchina. Ora dobbiamo muoverci o non arriveremo mai in tempo per fare l'albero.»

I tre uscirono e attraversarono il piazzale diretti all'auto. Davanti alla macchina trovarono Martina e Michele ad aspettarli, quest'ultimo si stava ingozzando con un'enorme fetta di strudel.

«Ti sembra questo il momento per uno spuntino?», brontolò Carolina con una smorfia di disgusto, le maniche della camicetta ancora arrotolate e le mani sudicie di spazzatura.

«Che c'è, le situazioni stressanti mi mettono sempre appetito, e poi lo strudel è davvero eccellente.» Michele si ficcò in bocca ad una ad una le grasse dita e succhiò via la marmellata con espressione beata.

«A te qualunque situazione mette appetito, anche se ti dovessero entrare i ladri in casa tu saresti capace di farti sparare un colpo in testa piuttosto che consegnare il frigorifero», disse Nino, che nel frattempo si era pulito le mani sudicie sulla salopette. Gli altri scoppiarono a ridere.

THE PUZZLEWhere stories live. Discover now