Musica.

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(volevo consigliarvi di ascoltare le canzoni citate nella storia per immergervi maggiormente, ovviamente non è d'obbligo ma credo che in qualche modo possiate sentirvi più partecipi nei vari momenti. Buon proseguimento!)

Mi alzai senza proferire parola e mi andai a sedere nella panca del pianoforte. Quella sera decisi di suonare Apollo e Hyacinth di Mozart. Vorrei tanto dirvi che l'idea di quella scelta fosse totalmente casuale ma non è così. La storia di Apollo e Hyacinth era una fra le più belle di tutta la mitologia greca. Due giovani amanti che inconsapevolmente si affezionano, certo il finale della storia è assai tragico, e non ho potuto evitare di pensare ad un finale come quello nella vita reale, con due persone reali, magari io..e.. okay, basta con questi stupidi film mentali. Non ha alcun senso il collegamento della storia.Cominciai a muovere le dita sui tasti bianchi dello strumento, e come sempre, sentì quel senso di tranquillità avvolgermi. Era come se tutti attorno a me fossero scomparsi. Tutti tranne lui. Lo vidi spostarsi nella mia visuale, e mi guardava fisso. Non capì il perchè del suo comportamento. Che avesse ricevuto una sorta di invito dalla mia coscienza, grazie a quella canzone? Stavo iniziando a farmi paranoie mentale, era imperativo che dovessi smetterla. Però lui,era diventato strano di colpo. Era come se dovesse dirmi qualcosa, ma era frenato. Forse era solo una mia impressione. Comunque sia, mi azzardai ad alzare lo sguardo e, non l'avessi mai fatto. I suoi occhi erano in cerca dei miei e quando li trovarono ebbero un sussulto, un po' come i miei. Ancora non avevo capito di che colore fossero, davvero, un attimo prima sembravano..verdi, poi azzurri, e poi grigi! Erano un mistero. Si portò la sigaretta alle labbra e aspirò lentamente, senza mai staccare gli occhi da me. Abbassai lo sguardo,incapace di reggere ancora quel qualsiasi cosa stesse facendo. E okay, stava solo fumando, ma non mi passò inosservato come lo fece. Non aveva alcun senso il fatto che io pensassi lo stesse facendo per me, è assurdo. Perché mai?

L'attenzione dei miei famigliari ad un certo punto fu catturata da dei fuochi d'artificio che spiccarono in cielo illuminando la stanza di mille colori scintillanti. Vidi poi mia nonna uscire fuori con le tazzine del caffè su un vassoio d'argento. Mia nonna e la sua raffineria. "E' stato sorprendente." disse lui spezzando il silenzio nella stanza. "Tu sei stato sorprendente." continuò. Lo guardavo di sottecchi e non sapevo se rispondere o meno. "So fare di meglio." esordì alla fine. Mi guardò con aria interrogativa, forse stavo facendo lo stronzo. Ma in realtà non volevo mandare in fumo quel poco che avevamo costruito, quindi per rimediare gli proposi di scendere in città dove c'era un locale fantastico con della buona musica. Lo avrei presentato anche ai miei amici, che sia chiaro però, soltanto perchè non volevo lasciarlo in casa da solo quasi tutti i giorni,  e poi mio padre mi avrebbe ucciso se non lo avessi fatto, "E' maleducazione." diceva sempre. Così prendemmo le bici giù in cortile e ci dirigemmo nella piazza principale. Entrammo nel locale e subito mi diressi dalla mia cerchia, così ormai avevo soprannominato i miei amici da tempo. Vidi subito la chioma rossa di Corinne. Non appena mi vide mi stampò un bacio tra l'appassionato e il poco esser lucida, sicuramente aveva bevuto, le sue labbra sapevano di alcool. "Vado a prenderti da bere, noi siamo lì" disse poi ed indicò un punto in fondo alla sala. "Non sapevo fossi fidanzato" esordì sorpreso Maxence non appena Corinne fu abbastanza lontana da non sentire quel che dicevamo. "Nemmeno io" risposi senza guardarlo e mi diressi verso il punto da lei indicato. "Ciao stronzi!" urlai ridendo e subito fui accolto da saluti rumorosi e pacche sulle spalle. "Lui è Maxence, il figlio dei colleghi di mio padre, fatelo sentire dei nostri." Tutti lo guardavano incuriositi, come se avessi mostrato loro una cosa dall'inestimabile valore. Come se fosse un gioiello prezioso o un extraterrestre. Lui ricambiò salutando con la mano, era chiaro fosse imbarazzato, ma non ci mise molto ad ambientarsi.

Lo guardavo dal bancone dell'angolo bar, quando alla fine decisi di prendere altri due drink e tornare a sedermi accanto alla cerchia.Mi accesi una sigaretta e mi misi ad ascoltare i miei amici parlare del più e del meno. Ad un tratto, nella sala cominciò a rimbombare una canzone, che conoscevo molte bene poichè rientrava nei miei gusti peronali. Heartbreak Hotel di Elvis Presley. Vidi Maxence scattare in piedi stretto a Inés, la sorella maggiore di Corinne. Dal gruppo si sollevò un gran boato di incitamento per i due che si diressero in pista. "Colpo di fulmine?" esordì ridacchiando Charles, il mio migliore amico da sempre. Vivevamo vicini ed andavamo a scuola insieme, siamo sempre stati inseparabili, gli voglio molto bene, ma non so perchè, dopo quella frase mi diede quasi fastidio la sua presenza e la sua convinzione di ciò ce aveva appena affermato. "Il colpo di fulmine l'ha avuto lei" ridacchio Adèle "Ha gli occhi a cuore" continuò a parlare. Sbuaffai lievemente, evitando di farmi vedere.

Although it's always crowded
You still can find some room
For broken-hearted lovers
To cry there in the gloom
And be so, where they'll be so lonely, baby
Well, they're so lonely
They'll be so lonely, they could die.

E sapeva anche ballare bene lo stronzo, e non solo, fino a quel momento non avevo fatto minimamente caso a come fosse vestito. Aveva il jeans nero di prima, e una camicia blu scuro con dei disegni abbastanza appariscenti, che mettevano in risalto i suoi occhi,e in qualche strano modo anche la sua personalità, messa dentro al jeans, che sia erano rivelati essere attillati al punto giusto. Il tutto racchiuso da uno stivaletto nero con qualche borchia. Da quelle parti non avevo mai visto nessuno vestirsi così, era davvero un figo.

Prese le mani di Inés e le fece incastrare con le sue per poi fargli fare una giravolta a mo' di anni 50. Lui muoveva i piedi a ritmo e faceva ondeggiare il suo corpo coordinato ai movimenti del rock n' roll. Sapevo che guardarli non fosse la cosa più giusta, però non potevo che invidiare Inés per i sorrisi che stava ricevendo da Maxence. Dei sorrisi così luminosi da poter illuminare la stanza al posto delle stroboscopiche. Ad un certo punto portò lo sguardo verso la cerchia e sono sicuro mi abbia visto ma non si soffermò più di tanto poichè il dj cambiò canzone. Eye in the sky degli Alan Parsons Project, una canzone uscita da poco ma che aveva fatto uscire tutti pazzi, era meravigliosa, uno dei successoni dell'ultimo momento, quella canzone che ascoltano tutti ma non per moda, ma perchè era effettivamente bella. Vidi tutti scendere dalle loro postazioni e scatenarsi in pista con i propri partner. A quel punto non ci pensai due volte e afferrai per i fianchi Corinne trascinando anche lei fra la massa di corpi che si muovevano all'unisono. 

Don't say words you're gonna regret
Don't let the fire rush to your head
I've heard the accusation before
And I ain't gonna take any more
Believe me!
The sun in your Eyes
Made some of the lies worth believing.

Basta stare col muso lungo, mi dissi fra me e me, e liberai la mente. Guardavo Corinne sorridere per quel mio gesto volontario, solitamente lei faceva una gran fatica a trascinarmi in pista, che delle volte ero praticamente impossibile, dovevo ammetterlo. Poggiai la mia fronte contro la sua e ricambiai il sorriso. Vidi due corpi distinti accanto a noi, anche se non troppo, ma abbastanza da capire chi fossero. Maxence mi lanciò un'occhiata tipo a dire "Ci stai dando dentro finalmente" anche se forse, il tono derisorio era solo frutto della mia turbolenta immaginazione. Allorchè io risposi con un'alzata di sopracciglia e un sorrisetto furbo che lui ricambio con un tono decisamente diverso del mio. Sembrava mi stesse sfidando. Non lo avrei fatto vincere così facilmente, anzi, non lo avrei fatto vincere proprio. 

I am the eye in the sky
Looking at you
I can read your mind
I am the maker of rules
Dealing with fools
I can cheat you blind
And I don't need to see any more
To know that
I can read your mind, I can read your mind.

Ma prima che potessi fare o pensare a qualsiasi cosa, Corinne mi preso il viso tra le mani e mi baciò. Ovviamente ricambiai, ma con più enfasi del solito. E poi guardai lui che fece un' espressione tipo a dire "Ah, davero?" ed io ne ero stra soddisfatto. Ma alla frase i am the maker of the rules , si leccò le labbra guardandomi fisso negli e prese a baciare Inés che chiaramente non si oppose. Poi si girò nuovamente nella mia direzione e mi fissò come ad attendere un secondo mio attacco, che però non arrivò. Continuai a baciare Corinne fino alla fine della canzone. E, mentre quest'ultima si diresse in bagno accompagnata dalla sorella, Maxence si avvicinò a me e mi sussurrò al'orechio "Chi avrà mai vinto?" prima di sparire nuovamente tra la folla.

Parfois. || Maxel ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora