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Ero tornata da poco da una bellissima vacanza ed ero pronta a riprendere l'università. Era il mio ultimo anno e sapevo che avrei dovuto dare il massimo per la tesi. Ero carica!
Purtroppo però non sempre tutto va come crediamo.
Alcuni imprevisti ci rallentano, altri ci migliorano. Qualcuno li chiama contrattempi, altri li chiamano guai.
I miei imprevisti si chiamavano: SPACE VALLEY.
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Da piccola mi ero sempre immaginata come una donna in carriera, di quelle vestite eleganti con l'auricolare sempre all'orecchio intenta a parlare con gente di un certo calibro e invece non era proprio così.
Sono una ragazza semplice, vesto spesso dei semplici jeans abbinati a t-shirt abbastanza sobrie. Mi piacciono i tacchi, ma uso quasi sempre scarpe basse e invece di un auricolare, preferisco usare delle cuffiette per ascoltare la musica.
Mi piace uscire e divertirmi, ma non ho molti amici. Ho sempre pensato "meglio pochi, ma buoni", e così era. La mia comitiva prevedeva un massimo di quattro persone, me compresa.
Anna era la mia migliore amica, conosciuta alle medie, compagne di banco INSEPARABILI.
Sara era mia cugina, abbiamo avuto lo stesso percorso scolastico fin dall'asilo. Tranne poi per l'università, dove abbiamo preso strade separate senza però allontanarci.
Alessandro è l'unico ragazzo del gruppo, non esce sempre con noi, ma spesso e volentieri gli piace farci compagnia. L'ho conosciuto all'università, quando per sbaglio un giorno mi ritrovai a leggere i suoi appunti pensando fossero i miei. Abbiamo legato tanto fin dal primo momento e siamo diventati subito amici.
Quest'anno siamo tutti prossimi alla laurea. La prima sarà mia cugina Sara. La sua tesi per il corso di sceneggiatura all'università di scienze della comunicazione di Bologna è ciò che ha sempre sognato. Scrive molto bene e ha tantissima stoffa. Poi sarà il turno di Anna, che, a distanza di pochi giorni da Sara, darà la tesi e diventerà finalmente Biologa.
Gli ultimi siamo io e Alex, entrambi conseguiremo la specialistica in trucco scenografico agli inizi di marzo. Mancano pochi mesi e sono già nel panico.
Di conseguenza, ritornata dalle vacanze, sapevo già cosa mi aspettava!
- Giulia, studia! - mi ripetevo da sola. - Hai una tesi in programma. - cercavo di convincermi.
Non avevo aperto nemmeno un libro ed eravamo già agli inizi di ottobre.
Così proprio nel momento in cui sembravo essermi decisa ad aprire il libro e studiare, squillò il telefono.
- Giulia ho bisogno di un piacere! - disse Sara con voce stridula.
- Dimmi! -
- Oggi alle 15.00 ho da dare il mio ultimo esame prima della tesi e non ho nessuno che possa accompagnarmi, i treni sono in sciopero e io non posso permettermi di saltare l'appello... -
- Ci penso io! - risposi senza nemmeno che lei potesse finire. Sapevo di fare uno sbaglio, mi stavo togliendo del tempo importante per la mia tesi, ma in fondo stavo anche facendo un atto di gentilezza nei confronti di mia cugina.
- Sei un tesoro. Ti aspetto a casa. -
Ci salutammo e corsi subito da lei, ci dirigemmo all'università e aspettammo nel piccolo giardinetto della Struttura prima di entrare per l'appello.
- Ti vado a prendere un po' d'acqua? - le chiesi vedendola preoccupata per l'esito dell'esame. Lei annuì e così con passo svelto andai verso le macchinette. Nella borsa cercai delle monetine e senza prestare attenzione alla strada che stavo facendo, impattai violentemente contro qualcuno. Alto, moro, buon profumo.
Prima che potessi perdere l'equilibrio sentii le sue mani afferrarmi le braccia.
- Scusa! - dissi subito.
- Scusa tu, ero distratto. -
Alzai lo sguardo, era davvero alto. Poi mi sorrise e si allontanò, non riuscii a dirgli più nulla.
Tornata da Sara con la bottiglia d'acqua, mi resi conto che lo stesso ragazzo era intento a parlare con una comitiva, non molto lontano da noi. Scherzava e tutti ridevano, faceva un accento strano, marcava la erre e tendeva e far diventare la sua voce più roca rispetto a 2 minuti prima, quando mi aveva chiesto scusa.
- Sono Trentino. - disse facendo scoppiare tutti in una fragorosa risata.
Non mi sembrava una cosa divertente, eppure gli altri non riuscivano a contenersi.
- Carino Dario vero? - Mi girai verso Sara sobbalzando.
- Scusa come hai detto? - lei con un cenno della testa indicò il ragazzo alto con la quale mi ero scontrata poco prima.
- Dario. -  disse ancora.
Capii così che quello era il suo nome.
Era anche lui lì per dare il suo ultimo esame, mi spiegò mia cugina, mi precisò anche che erano compagni di corso e che anche a lui piaceva molto scrivere. Mi voltai di nuovo verso di lui e notai che era anche un po' strano.
Spesso fermava il suo sguardo nel nulla e poi d'improvviso si tirava dei gran ceffoni sul viso.
Forse lo faceva per attirare l'attenzione su di lui, o forse no. Forse era semplicemente il suo modo di fare, strano, ma che sembrava piacere a tutti quelli che lo circondavano.

Nella Valle. /COMPLETA/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora