Capitolo 4.

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Mi svegliai e non ebbi neanche forza di andare a scuola, ma mi alzai ugualmente, per inventare una scusa con mia mamma. Andai nella sua camera e vidi che il letto era disfatto, ma vuoto, non c'era, forse era andata a lavoro.
Le mandai un messaggio dicendole che non sarei andata a scuola a causa del mal di testa, poi tornai nel letto, ero distrutta.
Mi svegliai alle 12:00, e avevo 4 chiamate perse da Manuela, mi ero dimenticata di avvertirla che non sarei andata, così la richiamai:
"Ehi Man..." Non mi fece neanche procedere che mi interruppe.
"Perché non sei venuta?"
"Non me la sentivo."
"E perché? È successo qualcosa?"
"No.. Non é successo niente, ho solo mal di testa." Dissi con tono insicuro.
"Parla." Disse. Non riuscivo a fingere con lei, mi capiva subito.
"Yuri."
"Che ha fatto?"
"È fidanzato."
"Cosa? Ma che dici?"
"Dopo ti faccio leggere le chat, adesso vado a mangiare qualcosa."
"Okay ma oggi usciamo?"
"No non me la sento."
"Senti non incominciare a fare la depressa. Posso immaginare che tu ci stai male, ma rinchiuderti in casa per uno stronzo no, non esiste. Ti lascio in pace oggi pomeriggio, ma stasera esci con me."
"Ma.." Replicai.
"Niente ma, a stasera, ti passiamo a prendere con la macchina alle 22:00 come l'altra volta. A dopo."
Chiuse la chiamata senza lasciarmi replicare.
Passai il pomeriggio nel letto, a sentire la musica, e deprimermi.
Verso le 18:00, sentii la porta di casa aprirsi, mia madre era tornata.
"Cosa ci fai qui? Che succede?" Si sedette sul letto, sembrava gli interessasse davvero questa volta.
"Niente." Cercai di liberarmi di lei, non avevo voglia di toccare quell'argomento.
"So di non essere una buona madre. Sempre assente. E quando ci sono, sono sempre nervosa. Vorrei provare a cambiare. Sai, se hai notato sono così da quando io e tuo padre ci siamo lasciati."
Iniziai ad avere quei groppi in gola, come quando stai per scoppiare a piangere , cerchi di trattenerli ma non ci riesci. Poi anche gli occhi iniziarono a gonfiarsi di lacrime.
Io e mia madre 3 anni fa avevamo un bellissimo rapporto, lei era completamente diversa, quando ancora si lasciava con mio padre. Era una donna solare, sempre presente, disponibile. Ora è fredda, assente, e non gli importa di nessuno, o così sembra.
Colpa dell'amore. Ecco cosa fa l'amore , distrugge, cambia le persone, le rende chiuse, fredde.
"Mi manchi mamma." Le dissi, con voce tremolante, non riuscivo a trattenere il pianto.
"Mi manchi anche tu piccola. Mi sto pentendo sempre di più di averti trattata così in questi 3 anni, tu non centravi niente e io me la sono presa con te. Puoi perdonarmi? Ti va di riprendere il rapporto di una volta?"
Non ero sicura di riuscirla a perdonare, ma volevo farlo. Io non le dissi niente, l'abbracciai e basta, era da 3 anni che non ci abbracciavamo. Anche lei si commosse e cominció a piangere.
"Mi dispiace." Aggiunse.
"Anche a me."
Perdonare non vuol dire dimenticare, non dimenticherò mai questi anni senza di lei, ma comunque proverò a buttarmi tutto alle spalle. Tutti sbagliamo, certo, questo è stato un grosso errore, ma ci sono mamme peggiori.
"Ti perdono mamma."
"So che non dimenticherai quel che è accaduto, e come ti ho trattato. Sono pessima. Ma l'amore distrugge, piccola mia, l'amore quando non funziona distrugge. Quindi se ci provi con un ragazzo e vedi che le cose non vanno, lascia perdere subito, altrimenti ti farai del male. E finirai come me, e io non voglio."
Ecco appunto, mia mamma aveva ragione, quindi Yuri dovevo solo dimenticarmelo, e basta, incominciando dal non andare più al White Bakery, non dovevo vederlo più.
"Ti va di vederci un bel film stasera? Come una volta?" Propose. Avrei voluto, ma dovevo uscire con Manuela.
"Mamma veramente io.. Stasera dovrei uscire con Manuela..." Dissi imbarazzata."
"Ah.." Aveva un espressione delusa, ma si riprese poco dopo.
"Okay vai e divertiti." Disse poi dandomi un bacio sulla guancia.
"Non ti sei offesa vero?"
"Assolutamente no." Disse sorridendomi, non la vedevo così da 3 anni.
"Ora vado a preparare la cena, che cucino?"
"Ho voglia di pizza, la ordini?" Chiesi.
"Ma certo, almeno mi risparmio di cucinare che non ho voglia." Disse ridendo.
Poi andai a prepararmi, mi sarei vestita in modo molto attraente, avevo bisogno di divertirmi.
(Ore 21:05)
"Tesoro la pizza è arrivata." Mi gridó mia madre dalla cucina.
"Arrivo." Finii di truccarmi poi andai di corsa a mangiare, avevo poco tempo.
Mangiai di fretta, e continuai a prepararmi.
Alle 22:05 mi arrivó un messaggio da Manuela:
'Siamo arrivati scendi.'
Cazzo. Dovevo ancora infilarmi le scarpe, feci di fretta, mi specchiai un'ultima volta e li raggiunsi.
Avevo indossato un vestito rosso, con degli stivali neri con i tacchi non tanto alti, poi avevo sopra una giacca nera abbastanza pesante.
Entrai in macchina.
"Ciao." Salutai tutti.
'Ehi ehi ma come siamo sexy." Esclamó Manu.
"Già." Concordo Mattew uno del gruppo con cui uscivamo sempre ,al quale piacevo prima, ora penso non più, anche perché si è lasciato con la ragazza poco fa.
C'erano poi Kevin e Tony, erano tutti ventenni.
Notai che Tony ancora mise in moto l'auto.
"Beh? Andiamo?" Dissi.
"Ma dove andiamo?" Chiese Manu.
"Al White bakery." Propose Mattew, nessuno di loro sapeva di Yuri.
"Ottima idea." Concordó Kevin.
"Ci sto." Aggiunse Tony.
Il mio tentativo di dimenticare Yuri stava fallendo ancor prima di iniziare.
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Arrivammo e ci sedemmo su un tavolo dentro dato che faceva freddo.
"Scusi possiamo ordinare?" Chiese Tony invadente, non so quale cameriere stesse chiamando, mi girai, ed era proprio Yuri. Abbassai lo sguardo facendo finta di stare col cellulare.
"Cosa ordinate?"Chiese.
"2 caffè e 1 Irish coffe."
"Okay. Comunque Ciao." Aggiunse.
Era la voce di Yuri, ma con chi stava parlando?
"Ho detto ciao." Riprovó.
Alzai lo sguardo e notai che mi stava fissando, cioè era me che stava salutando? Si.
"C-iao." Balbettai confusa guardando Manu, in cerca d'aiuto.
"Io Prendo una cioccolata calda." Disse Manu a Yuri, rompendo il ghiaccio proprio come le avevo chiesto con lo sguardo.
"Grazie." Le mimai, e mi rispose facendomi l'occhiolino.
Arrivarono tutte le ordinazioni dopo 10 minuti.
"Ecco a voi." Ci servì una cameriera, la solita oca.
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Rimanemmo li tutta la serata, vidi Yuri uscire e rimanere impalato davanti all'entrata del bar, non aveva più la divisa, forse aveva finito il turno di lavoro. Rimasi a fissarlo di nascosto, fin quando una orribile scena mi riportó nella realtà: una bellissima ragazza dai capelli rossi, gli stampó un bacio, che lui ricambió, lo prese per mano e lo portó via.
Rimasi impassibile ma cercai di evitare scenate.
"Io ho sonno mi riportate a casa?" Chiesi.
Era mezzanotte.
"Ma siamo arrivati da poco." Borbottó Mattew.
"Da poco? Due ore le chiami poco?" Ok ora iniziavo a fare la mestruata isterica.
"Ok scusatemi voglio tornare a casa, prenderò un taxi."
Mi alzai, ma una presa dal braccio mi bloccó, mi girai ed era Mattew.
"Ferma, ti riporto io." Disse con tono serio.
Aveva istinti protettivi verso di me.
"Grazie.." Salutai tutti, e mi diressi alla macchina insieme a Mattew.
Appena saliti, rimase un po' immobile a guardarmi, non mise in moto.
"Allora? Che ti prende?"
"Sono stanca l'ho detto. Andiamo ora?"
Non mi rispose , fece come gli ordinai.
"Devo parlarti." Mi disse dopo. Ma non era il momento.
"Ne parliamo domani? Sono stanca."
"Okay, ciao." Disse salutandomi con due baci alla guancia, che ricambiai.
Appena rientrai in casa controllai dov'era mia madre, stava dormendo. Andai in camera , buttai tutto a terra, mi infilai il pigiama e andai dritto nel letto. A sentire la musica a riflettere.

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