14 Presente e passato, Harrington, Nevada, settembre 2019

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Intanto che la Reynolds era al telefono, appartata, in comunicazione con la moglie del defunto Direttore Nelson per le condoglianze, nella stessa stanza messa a disposizione allo staff presidenziale, Ray si rivolse alla Romanoff, ironico 'Vedova, dovrei ringraziarti. Da quando le tue pallottole mi hanno quasi ucciso, sono diventato meteoropatico. Il mio ginocchio grida vendetta, prima dell'arrivo di un temporale! So sempre cosa indossare!' le passò una tazza di caffè, che aveva versato per lei oltre che per sé 'Non sono un tipo rancoroso!'.

'Grazie' Natasha, stupita dalla sua gentilezza, prese il mug e bevve un sorso di bevanda 'Era lavoro ed avevo ricevuto un ordine preciso. Dal nostro nuovo Segretario di Stato e dal vecchio. Nulla di personale' ribatté, tranquilla; Fury, alle sue parole, rimase immobile, come una statua.

Barnes sgranò gli occhi...ecco perché West zoppicava ed aveva quei segni sul volto 'In quale occasione ti ha sparato?' domandò, alternando lo sguardo sui due e su Steve, nuovamente impallidito.

Ray, prontamente, resosi conto di aver fatto una gaffe, tergiversò e non era un suo comportamento usuale, era diretto fino alla maleducazione.

'C'è qualcosa di vero che tu mi abbia raccontato, Capitano, in questi anni?' James quasi aggredì verbalmente Rogers.

'Ne parleremo a tempo debito...' Steve provò a rimandare l'inevitabile, chiedendosi se dovesse essere lui a svelare un segreto tanto a lungo custodito e che avrebbe destabilizzato il suo amico più caro, che si voltò verso Ray in cerca di una spiegazione.

Il federale scosse il capo, fissando il liquido scuro nella tazza che aveva in mano...lui, uomo appassionato di tecnologia e scienza, si domandò, a sua volta, se vi fosse del vero nella caffeomanzia, la tecnica di lettura divinatoria dei fondi del caffè per predire il futuro, che gli appariva incerto e gravoso. Non meno gravoso della zavorra del doloroso passato che lo aveva visto protagonista e spettatore.

***

Edificio del Bureau, Washington D.C., autunno 2017

Robin era rientrata dal pranzo pallida, salutando Ray a mezza bocca. Aveva gettato, rabbiosa, la propria borsa sulla scrivania, dirigendosi a passo veloce verso il bagno, una mano sul viso.

West l'aveva seguita, immediato. Qualcosa non andava, peggio del solito. Da quando erano tornati da Berlino, superato il primo periodo di ambientamento per lei e di riabilitazione per lui, i mesi erano trascorsi fra molto lavoro e quasi null'altro.

Era grato, profondamente, al Vicedirettore Nelson della chance che gli aveva regalato, una seconda vita professionale inaspettata, date le condizioni del suo ginocchio, che lo rendevano un invalido in un servizio attivo come il loro. Il superiore era stato talmente colpito dalle sue doti che la menomazione fisica era passata in secondo piano.

Si era chiesto più volte, tuttavia, se per la sua amica fosse una buona medicina lo stakanovismo portato all'esasperazione. L'aveva vista spegnersi, e non era da lei, non era la Robin che conosceva e a cui voleva bene.

Entrò nella toilette delle donne, provocando un grido nell'unica occupante, un'impiegata bionda e grassottella di mezza età, che si stava ritoccando il trucco ed a cui indicò la porta 'Fuori'. Burbero, la ammonì e quella tolse il disturbo per evitare seccature, immaginando che il giovanotto e la bella ragazza appena passatale alle spalle avessero una relazione amorosa.

West chiuse l'uscio, bloccandone l'accesso dall'esterno e controllò dove fosse la sua collega. Non gli fu difficile, riconobbe il rumore inconfondibile di chi rimetteva un pasto completo ed anche l'anima.

Spalancò il divisorio del bagno e, inginocchiatosi vicino alla Reynolds, le resse la fronte, spostandole i capelli dal viso, intanto che i conati di vomito terminavano.

Battiti d'amore ♡# Bucky Barnes#Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora