Cap.Two

485 9 0
                                    

1 ora e 30. Novanta fottuti minuti sono passati da quel dannato annuncio, prima che la foresta piombasse di nuovo nel silenzio assordante della notte. Tender bruca l'erba, gli ho lasciato redini lunghe mentre decido il da farsi, ma anche lui non è totalmente sereno. Sento tendersi il cuoio che lo avvolge , ad ogni minimo rumore del bosco. Solitamente non è così.
La spalla sanguina. Non è una ferita profonda e lo só bene. Mi ha preso di striscio. Era un cecchino, sicuro. Ed era un avvertimento. Che ha sortito solo un effetto peró e non è di certo quello di avermi spaventato. Piuttosto la ferita è fastidiosa, brucia. E se sanguino mi indebolisce irrimediabilmente.

1 ora e 45. Mancano solo 15 minuti.
Decido di avvicinarmi per vedere cosa sta succedendo.
Resto sottovento, così da non far sentire l'odore del sangue ai cani che di sicuro presenziano a quello che vedo essere un accampamento ben disposto, con un centinaio di uomini, ben organizzati, che tengono sottoscacco un paese di circa 300 anime. Piccolo, vero. Il paese dove ho deciso di ricominciare a vivere dopo essermi lasciato alle spalle anni di sofferenza, anni di soprusi, anni di battaglie vinte e perse e sempre non mie.
Sono un soldato da quando ho 13 anni.
Ero un bambino soldato. Mi ricordo mio padre e mia madre, mi vendettero perchè non avevano altra scelta, avevano me e un'altra figlia. Mia sorella Alysa. Lei era malata, gravemente, di una febbre che non passava. Anche mia madre si ammaló. Della stessa febbre. Mi vendettero per questo, perchè col mio corpo in cambio avrei potuto pagare le cure per loro. E andó così.
Finii in mano a un mercenario. Ne aveva 10/15 per volta di ragazzini come me...

Improvvisamente il ricordo di quei giorni svanisce e mi ritrovo nel mio bosco. A osservare le linee nemiche.
Scatta l'ora X.
Vedo uscire due uomini da quella che sembra la tenda base. Uno è basso, tarchiato, capelli scuri e sguardo truce.
L'altro, quello che pare tenere le fila del tutto è alto come me, avrà la mia età. Biondo, occhi azzurro ghiaccio, capelli a spazzola, sguardo inamovibile.
Prende uno a caso del paese.
Harel. Il vecchio Harel. Lo porta verso i confini dell'accampamento.
Lo fà inginocchiare.
Che cazzo. Sta bluffando. Di sicuro.

Guarda verso il bosco. Lo sonda.
Prende l'altoparlante.
"L'hai voluto tu, Aleksej"
BAM. Il corpo del vecchio Harel cade a terra, esanime.

NoHopeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora