Cap.44

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Due ore dopo, su uno dei convogli.

Aleksander.

Penso. Penso. Penso che dannazione siamo fottuti. Per l'ennesima volta. Cedere, arrendermi, fare tutto quello che..... mi ha fatto! E non è servito a niente perchè ora siamo punto e a capo. Merda! Sbatto con un pugno sulla porta del furgone facendo sobbalzare Niko e accendendomi l'ennesima sigaretta. La verità è che non dovevamo tornare lî. Andrè non doveva entrarci in questa maledetta storia. Ne bastava uno di noi. Niko si gira verso di me e "Alex devi calmarti, se continui cosî Yaroslav ti scoprirà in men che non si dica e lî sí che saranno guai seri!" "Non capisci.." ribatto frustrato "Vuoi dirmi che cosa ti ha detto?" "Nulla" "Ok, cosî non aiuti." Lascio passare qualche minuto. Sbuffo fuori un pô di fumo e riprendo "Ha detto che qualsiasi cosa farà Andrè, se mi riterrà coinvolto, verrà punita nello stesso modo in cui ha punito me quando sono arrivato qui." Niko sbarra gli occhi. Si volta. "Merda." "Infatti." "Non devi aiutarlo Alex. O sarà peggio. Lo sai che Yaroslav aspetta solo un tuo errore." "Lo só. Ma tu devi aiutarmi. Devi far ragionare tu Andrè perchè io non potró avvicinarmi." "Ci proveró."
Arriviamo presso il palazzo, dal primo convoglio scendiamo io e Niko, sul secondo ci sono Yaroslav con altri due soldati e Andrè che lo segue senza proferire parola. Li seguiamo anche noi finchè Yaroslav si volta e ci parla "Potete andare nelle vostre stanze ragazzi. Ho effettuato un leggero cambiamento. Aleksej tu salirai al piano superiore. Nelle stanze vicino alle mie. Andrè condividerai la stanza con Nikolaj. Forza. Andate." Si avviano e lo stesso faccio io quando Yaroslav mi ferma "Stasera voglio bere del vino con te. Ti aspetto alle otto." "Gli allenamenti domani iniziano presto" "Ti ricordi? Io ordino e tu..." "Eseguo. Alle otto mio signore." Faccio un cenno col capo. Sará una pessima serata.

Sera, ore 19.45.

Manca poco all'incontro con Yaroslav. È la prima volta che succede. Só cosa vuole da quest'incontro. Só che è una delle poche cose che mi restano di ME stesso, una che non intendo cedere. Ma só dove vuole arrivare. Da quella sera a casa di Dimitri. E só anche che ha il coltello dalla parte del manico il che non aiuta. Mi infilo un paio di jeans stretti neri, un paio di anfibi, una mezzamanica nera e il giubbino in pelle. Non fá freddo nel palazzo ma preferisco comunque coprirmi di più. 19.55. Esco dalla stanza e mi dirigo verso quella di Yaroslav. Aspetto ancora due minuti e busso. Arriva lui in persona ad aprirmi mentre è al telefono, mi fá cenno di entrare ed entro, mi guardo intorno. Poi opto per andare verso la finestra. All'orizzonte s'intravede il sole che muore. Un pó come il mio cuore. Yaroslav chiude la chiamata e lo sento avvicinarsi fin quando mi è alle spalle "Bellissimo vero?" Mi dice facendomi rabbrividire "Di fuoco" rispondo semplicemente e mi volto. Lui mi squadra. "Eccolo, il mio campione. Due mesi fà piegarti è stata una delle azioni più complesse e gratificanti della mia vita. Vedo che hai capito la lezione." "Non ho avuto scelta." "Vero." Si volta e mi porta un calice di bianco gelato proprio come piace a me. Prendo un sorso ma ha un sapore strano. Guardo Yaroslav con aria interrogativa "Non ti preoccupare. Niente droga. Ma c'è della vodka liscia dentro" Lo guardo e prendo un altro sorso. È forte. Si avvicina e io in automatico indietreggio "Resta fermo Alex. Non ti faccio nulla" sospiro e lui si avvicina. Fin troppo. Mi guarda. Poi mi prende il mento con la mano destra mentre tiene il suo calice con la sinistra. La sua presa è salda. Mi guarda negli occhi e mi bacia leggero sulle labbra. "Visto?" mi dice. Ma non puó non notare quanto io sia restio a tutto questo, infatti il suo sguardo si indurisce "Vieni più vicino" mi ordina "No." rispondo "Alex se pensi che abbia delle remore a fare del male a te o a coloro che ami ti sbagli" "Lo só. A te non interessa di null'altro se non di te stesso" "Esattamente. E ora obbedisci. Subito." Sospirando mi avvicino. Lo guardo in quegli occhi che tanto odio e lui mi guarda di rimando "Questa notte resterai qui. E adesso voglio che bevi" "Non farlo..." chiedo "Oh sì invece. Faró esattamente quello che voglio con te e tu farai ogni cosa Aleksander. Ogni cosa." mi versa altro vino "Bevi." Lo guardo e bevo. Passano i minuti, le ore, ormai è quasi mezzanotte e siamo alla terza bottiglia. Mi gira la testa perchè la vodka rende questo vino già alto di gradi ancora più forte e perchè da quando siamo qui non abbiamo toccato cibo. Yaroslav mi ha parlato per ore di tattiche e progetti su come annientare il nemico, ma ora fatico a seguirlo. Mi serve dell'acqua. Mi alzo e barcollo verso il bagno, se in questa stanza non c'è una dannata bottiglia berró dal rubinetto. Mi appoggio al lavandino e lui mi è alle spalle, mi afferra per il braccio e mi fà voltare "Ti prego, ho bisogno di acqua" "Prima baciami" "Yaroslav a che gioco stai giocando?" "Il solo che conosca: quello dove io vinco. Baciami." Le mie difese sono completamente abbassate per via dell'alcool dato che a malapena mi reggo in piedi, mi appoggio di spalle alla parete, lui viene verso di me intrappolandomi e io non posso che fare quello che chiede, lo bacio e immediati flashback del bacio con Andrè riaffiorano nella mia mente, in un attimo sono confuso, per un attimo penso sia lui, voglio credere che sia lui, lo prendo per i fianchi e stringo le mie mani così forte da credere di poter lasciare dei lividi. Lui risponde nello stesso modo impetuoso finchè a un certo punto un piccolo neurone in fondo al mio cervello sobbalza e urla "LUI NON È ANDRÈ" e così vengo scaraventato nella realtà, apro gli occhi e vedo la faccia di Yaroslav che sorride sornione e appagato e non posso assolutamente fargli capire cosa c'era nella mia testa fino a qualche secondo fa o sarebbe la fine quindi semplicemente mi stacco e abbasso lo sguardo. "Grazie, Aleksej. Sei stato molto bravo." Mi sento totalmente svilito. "Ora puoi bere. E mangiare. Io esco. Torneró più tardi. Buonanotte." Si volta e se ne va. Non appena esce vengo preso dai conati di vomito che in parte saranno pure dati da quello che ho bevuto ma in realtà só che è lo schifo che provo per quello che ho fatto. Rigetto tutto l'alcool e sto malissimo. Mi impongo di mantenere la calma, mi sciacquo il viso, rientro in camera, bussano alla porta, gli inservienti portano acqua e del cibo. Prendo tutto e lo metto sulla scrivania. Non mangio nulla, bevo solo grandi sorsate di acqua. Poi mi guardo intorno e vedo un divanetto. Posso dormire lì, non certo nel letto con Yaroslav, così mi stendo ancora vestito, a braccia conserte su un fianco e cado nel mondo dei sogni.

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