Cap.10

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"Quindi cosa vogliamo fare soldato?" Mi si rivolge Dimitri. "Li vedi? Guardali bene. Da te dipende come staranno. Da te dipende quanto mangeranno. Da te dipende se decideró di liberarne qualcuno e farlo tornare a casa. Da te dipende se qualcuno morirà"
Vedo Sergej parlare nell'auricolare ed ecco comparire da dietro una volta del cortile una figura scura. Un soldato. Ha un'arma. Si avvicina di spalle a un gruppo di persone.
"Scegli." Mi spinge Yatosc.
Il tempo è poco, gli attimi si succedono frenetici, il soldato si avvicina sempre di più, è in posizione di attacco e "ASPETTA" mi ritrovo a gridare facendo sobbalzare i presenti. "Aspetta. D'accordo. Faró come vuoi. Mi vuoi come soldato? Va bene. Ma lascia stare loro. Ho già un'anima innocente sulle spalle. Lasciali andare. E resteró."
"Mi ferisce che tu mi creda così stupido Aleksej, se io li lasciassi andare tu saresti totalmente fuori controllo. Inizia a dimostrarmi la tua fedeltà e forse saró clemente. In caso contrario non temere, io non ho paura di sporcarmi le mani col sangue degli innocenti." Detto questo, prende in mano un fucile di precisione che gli passano. Mira. Non posso credere che lo faccia davvero. Spara. 1. Spara. 2. Spara. 3. Tre persone cadono a terra prive di vita. Tre persone che non conoscevo. Ma sono comunque io il responsabile. Si semina il panico nel cortile, tutti corrono. Finchè non compaiono una ventina di guardie, riportano l'ordine. Li fanno mettere ordinatamente in fila e li accompagnano verso quelle che presumo siano stanze simili a questa. I tre cadaveri vengono portati via.
Sono livido di rabbia. Mi giro, approfittando di un attimo di distrazione di Ivan e Sergej, mi lancio contro Yatosc urlandogli in faccia "PERCHÈ?!??!?!?" Lui, tranquillo e sicuro di sè risponde placidamente a me che lo tengo per il colletto "Perchè tu capisca. Qui comando io Alex. E tu devi obbedire. Sei libero di scegliere di non farlo. Ma vuoi davvero avere sulla coscienza 50 e più persone? Ricordati che dopo di loro ho un'intera città a cui attingere..."
Lo lascio e improvvisamente realizzo. Sono con le spalle al muro. Arretro di un metro. Poi due. Di nuovo mi guarda negli occhi "In ginocchio. Adesso." E stavolta, come al villaggio, sono di nuovo costretto ad obbedire per preservare vite altrui. Sento che stavolta peró riusciró a stento a preservare la mia.

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