𝐓𝐡𝐞 𝐀𝐧𝐭𝐢𝐥𝐢𝐚𝐧 ➳ 𝐩𝐞𝐭𝐞𝐫 𝐩𝐚𝐫𝐤𝐞𝐫

𝓸 𝓽 𝓽 𝓸

Stephen si riprese qualche minuto dopo l'accaduto, Zoe aveva chiesto aiuto a Wanda mentre lei se ne stava appoggiata al muro a pensare all'incidente. Quello sì che fu un incidente, non aveva nessuna intenzione di fargli del male eppure non riuscì a controllare i suoi poteri.
Wanda accompagnò i due in auto fino a casa di Strange e lì entrambi presero per le loro stanze.

Stephen sapeva che Zoe non voleva farlo star male, decise perciò di ringraziare il cielo quando capì che il dolore fosse finito, se Zoe avesse continuato non sapeva se ne sarebbe uscito vivo, e poi decise di lasciar perdere con lei. Non le parlava non perché fosse arrabbiato ma perché darle il suo tempo era la cosa giusta da fare.

Si sdraiò sul letto con le ossa doloranti e per quanto ci provò a non pensare a Selene, non ci riuscì. Si chiese come sarebbe stato se lei non fosse morta, se avesse accolto la sua richiesta di andar via di nuovo, crescere la loro bambina e vivere insieme. Ma lei era troppo innamorata di casa sua per lasciarla andare, nonostante quella stessa casa la rinnegò più volte e non la ringraziarono neppure quando aiutò a salvare l'intera isola.

Stephen diede la colpa alla sua perdita. Era sicuro al cento per cento che dopo quel trauma la sua vita cambiò totalmente. Oltre i poteri, il suo carattere andò peggiorando. Era sempre più scorbutico, freddo, distaccato con le persone ed era davvero tanto, troppo, difficile fare breccia nel suo cuore. Probabilmente l'unico a riuscirci, dopo gli avvenimenti, fu Wong. Ci vollero mesi anche per lui, forse anche anni, ma arrivati a quel punto Stephen poteva affermare che fosse l'unico amico che aveva. L'asiatico gli ricordava spesso di non essere solo, che quel gruppo di supereroi con i quali ha combattuto erano anche suoi amici ma lui non li considerò mai tali. Nonostante gli facesse piacere rivederli, non andava mai oltre i soliti convenevoli. E ora che si ritrovava un pezzo di cuore in casa, non poteva fare altro che aprirsi ad esso ed aspettare che fosse abbastanza pronto per accoglierlo.

Anche Zoe era sul suo letto, rannicchiata tra le coperte. Aveva un vuoto dentro e non fece altro che piangere. L'unica cosa che voleva era tornare a casa sua, ad Antilia con suo nonno. Era certa che quello fosse il suo posto nel mondo, lì avrebbe trovato la serenità di sempre ché il caos della Terra era una cosa che non riusciva a gestire.
Tra i mille pensieri si addormentò, saltando anche il pranzo.

Nel frattempo, alla Midtown High School tutto filava liscio come l'olio ed era appena suonata l'ultima campanella.

«se penso che dovremo studiare letteratura mi sento male» si lamentò Betty dirigendosi verso la biblioteca.

«io sono contenta, sono curiosa di studiare Fitzgerald e gli anni venti, voi no?» esordì MJ sognante all'idea di circondarsi di manuali enormi di letteratura.

«ehm, ragazzi io vado a casa» borbottò Peter inserendo una mano nella tasca dei suoi jeans.

«cosa? Non studi con noi?» chiese Ned parandosi davanti a lui.

«devo fare una cosa e me lo sono ricordato solo ora, scusate» Peter sorpassò velocemente il suo amico e agitò una mano in aria per salutarli.

«ma dove vai, Peter?» urlò MJ.

«ti chiamo più tardi» rispose lui camminando a passo veloce verso l'autobus per non rischiare di perderlo.
Si sedette al solito posto, mise le cuffiette alle orecchie e fece partire una canzone qualsiasi dal suo cellulare. Faceva tremare la gamba, era un po' nervoso e non sapeva se stava facendo la cosa giusta. Ma non si sbaglia se si segue il cuore, giusto?

Venti minuti dopo si ritrovò a bussare alla porta del 177A di Bleecker Street e non ci volle molto che Stephen Strange aprì. «Peter» disse sorpreso.

«ehm, ciao Strange. Cercavo Zoe» disse il ragazzo tenendo stretta la spalla del suo zaino. Quell'uomo lo inquietava da sempre, era distaccato con lui e non sapeva mai come comportarsi. Strange annuì, pensando che dopo tutto quello che era successo forse era una buona idea far distrarre Zoe.