𝓼 𝓮 𝓽 𝓽 𝓮

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New York,
20 settembre.

Il senso di angoscia con cui si svegliò quella mattina Zoe non la lasciò andare tutto il giorno. Era un ricordo a martellarle nella testa, succedeva spesso ma il venti settembre un po' di più.

Si alzò dal letto, fece una doccia veloce e indossò i vestiti che aveva scelto la sera prima. Prese lo zaino da terra, ricordandosi che quel giorno sarebbe rimasta a scuola fino al pomeriggio poiché doveva studiare con Peter e gli altri ragazzi. Non fece neanche colazione, nonostante l'insistenza di Stephen che le ricordava che la colazione fosse il pasto più importante della giornata: era un medico, a queste cose ci teneva parecchio. In realtà i due non ne parlarono mai, lei sapeva della sua vecchia carriera grazie a Wong.

Aspettò qualche minuto alla fermata del bus a qualche passo da casa, mentre Strange guardò la sua figura dalla finestra del salotto: doveva ammettere di essere un po' preoccupato per lei ma immaginò che gli adolescenti a quei tempi erano così, lunatici è costantemente insoddisfatti.

Quando arrivò il bus, Zoe ci salì sopra e poi si sedette al primo posto libero. Iniziò a guardare fuori dal finestrino pensando che avrebbe dovuto comprare un paio di auricolari, Peter le aveva detto che erano perfette per ascoltare la musica in santa pace. Non conosceva nessuna canzone, in realtà, se non quelle che aveva sentito canticchiare da Wong mentre faceva le pulizie o le canzoni popolari che si cantavano ad Antilia durante le feste. Avrebbe chiesto a Peter di istruirla sotto quel punto di vista, era l'unico che poteva davvero aiutarla. Con Ned, Betty ed MJ per quanto potessero essere simpatici, non aveva chissà quale rapporto mentre con Peter era tutto diverso. C'era una connessione diversa e a lei questo piaceva, lui non poteva dire il contrario.

Arrivata a scuola, si fiondò immediatamente al suo armadietto: pensava che facendo le cose più velocemente, il tempo sarebbe trascorso più in fretta e lei sarebbe tornata a casa. Non voleva fare altro che stare da sola.

«hey!» Peter la raggiunse in un batter d'occhio e lei, a mo' di saluto, curvò le labbra in un sorriso.

«ho seguito i tuoi consigli» la informò lui dondolandosi sui piedi. Zoe annuì ma non aveva esattamente afferrato il concetto, aveva proprio la testa altrove.

«su MJ, intendo»

«oh, certo. Allora?»

«è andata bene. Mi ha detto che ultimamente sta avendo dei problemi in famiglia e per questo è più distante, ma mi ha assicurato che tra noi non è cambiato nulla. Venerdì sera recupereremo tutti i film che avremmo dovuto vedere in tre settimane» le raccontò. Aveva il sorriso che andava da una parte all'altra del viso, Zoe si sentiva contenta per la sua felicità ma chissà perché sentì allo stesso tempo un magone crescerle nello stomaco. Diede ancora la colpa al suo umore e poi disse «sono contenta per te, Peter»
«anche io» disse il ragazzo. «e sono contento che sai - fece spallucce inserendo le mani nelle tasche dei suoi jeans - beh, sì, che stiamo diventando amici»

Zoe sorrise quasi a trentadue denti, per la prima volta in quella mattina. «anche io»
I due si diressero in classe dove trovarono il solito gruppo di amici. Zoe si sedette al suo posto e, con sorpresa, davanti trovò il ragazzo nuovo, Aaron, che la salutò con un sorriso smagliante.

«posso chiederti una cosa, Zoe?» le chiese il ricciolino voltandosi verso di lei.

Zoe annuì prendendo dal suo zaino l'astuccio e il quaderno di storia.

«ho sentito che Flash Thompson darà una festa questo weekend, hai voglia di presentarci insieme?» chiese subito dopo. Zoe rimase sorpresa da quella richiesta. O meglio, dal modo in cui lui si pose con lei. Non fu affatto sgarbato, anzi, ammirava la sua spigliatezza. Inoltre, iniziò a chiedersi se fosse un appuntamento e, sopratutto, se a Peter facesse piacere che lei andasse. Sì, perché apparentemente teneva molto al suo giudizio e poi Flash Thompson sembrava odiare quell'angelo sceso dal cielo di Peter Parker.

𝐓𝐡𝐞 𝐀𝐧𝐭𝐢𝐥𝐢𝐚𝐧 ➳ 𝐩𝐞𝐭𝐞𝐫 𝐩𝐚𝐫𝐤𝐞𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora