La versione di Roxi
«Roxi! Siamo qui! Ti abbiamo tenuto un posto», urla Benedetta sbracciandosi e saltellando mentre mi dirigo con la macchina verso il parcheggio - si fa per dire - che mi indica.
«Uh, è parecchio stretto... », mormoro quasi fra me, calcolando le distanze per farci entrare la mia Micra.
«Scendo? Così ti do una mano», si offre Isi che è seduta accanto a me, sul sedile del passeggero.
Scuoto le testa, concentrata. «No, dovrei... entrarci», rispondo mentre faccio retromarcia per entrare. Un'altra manovra. L'ultima. L'ultimissima, e finalmente ci sono.
Scendo e controllo il parcheggio che ho fatto. Niente male! Se solo non fossi montata con entrambe le ruote laterali sul marciapiede...
«Perfetto», dice Bene raggiungendomi. «Meglio troppo dentro che troppo fuori» Mi strizza l'occhio.
Faccio spallucce e chiudo lo sportello. «Sono d'accordo».
Isi, dimenandosi come una specie di lucertola, riesce ad uscire senza grattarmi la portiera sul muro. «Roxi, va bene attaccarla, ma non credi di avere un po' esagerato?».
Io e Bene ci guardiamo e ridiamo. «Dai Isi, andiamo, al ritorno la sposto per farti salire».
«In questo caso...», borbotta lei mentre ci raggiunge a sua volta.
Ci incamminiamo. Susi ci aspetta ad un tavolo fuori dal Bar Salvini, quando ci vede ci viene incontro e tutte e quattro ci apprestiamo a raggiungere i lungarni già gremiti di persone e bancarelle. Il profumo dei brigidini all'anice e le salsicce alla piastra si alternano creando un mix irragionevolmente allettante.
Sono passate da poco le sei del pomeriggio, il sole brilla ancora alto nel cielo, la giornata e' particolarmente afosa ed il mio nuovo vestitino rosso, leggero e svolazzante, si presta perfettamente per l'occasione.
«A che ora hai prenotato, Isi?», chiede Susi.
«Otto e mezza».
«Facciamo un aperitivo nel frattempo?», propone Bene.
Buona idea. Magari un po' di vino riuscirà a sciogliere l'agitazione che ha invaso il mio corpo non appena sono scesa dalla macchina. Benché io l'adori, sono cosciente del fatto che tutta quest'emozione non sia dovuta esattamente alla luminara.
Ci fermiamo all'amaltea e ordiniamo una bottiglia di Traminer. La musica latino americana risuona nei locali e riempie tutte le strade del centro di Pisa. Mentre sorseggio dal mio calice, osservo i venditori ambulanti che offrono palloni gonfianti con l'elio, enormi e multicolore, a chiunque gli passi vicino. altri stendono lenzuoli sbiaditi, sui quali sistemano la loro merce: occhiali, spille e collane che si illuminano. Gli immancabili bracciali fluorescenti e le passate con cuori e stelle brillanti in bella vista.
Le persone hanno già preso posto a sedere sulle spallette, impazienti di godersi lo spettacolo dei fuochi d'artificio. Sono le sette passate, alcuni di loro cominciano a scartare le buste con i panini, i più pretenziosi addirittura i cartoni della pizza.
Una volta finito l'aperitivo, è l'ora di andare a cena. Il nostro tavolo rimane al centro della zona esterna riservata al ristorante, l'allegria e l'esuberanza che circola tutt'intorno ci raggiunge ma grazie alla posizione in cui ci troviamo, possiamo godere della giusta riservatezza durante tutta cena. Ordiniamo un antipasto misto di terra e un primo a testa, il tutto annaffiato da abbondante e consigliassimo vino bianco della casa. Mangiamo, beviamo e parliamo senza sosta e io non faccio altro che mandare occhiate furtive - e ogni volta deludenti - tutt'intorno, nella speranza di scorgere un moro dalla camminata fiera e sicura.
Finiamo alla svelta di mangiare e ben presto stiamo aspettando che il cameriere ci porti il conto.
«Benedetta ma, non hai toccato niente nel piatto», osserva Susi con aria interrogativa.
In effetti Bene è sempre stata una ragazza, come si suol dire, di bocca buona.
«Non mi piacevano», taglia corto sventolando una mano.
abbiamo preso lo stesso piatto: pappardelle al ragù di cinghiale, ed erano buonissimi. Sto per dirglielo ma lei si è già alzata e si accende una sigaretta. Forse la decima? nel giro di un un'ora.
«Ragazze», esordisce con una strana luce negli occhi, quando siamo di nuovo tutte vicine. Guarda l'orologio O'bag che ha al polso. «Sono le dieci: che la festa abbia inizio».
Isi la guarda di traverso. «Mi stai facendo paura...».
Scoppiamo a ridere e cominciamo a camminare.
«Shottino?», propone Susi.
Tutte d'accordo, quando si tratta di brindare.
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Ti ho scritto sei mia
Любовные романыSullo sfondo della romantica Pisa. Tra i colori e i profumi che solo l'estate regala. Le giornate al mare e le serate all'aria aperta... Roxi e Dilan si incontrano. Lei, indipendente e orgogliosa segue scrupolosamente lo schema della sua vita che l...