Chapter One

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"Non mi cercare mai più" queste furono le ultime parole che urlai al mio ormai ex ragazzo prima di prendere il mio giubbino ed uscire tra le strade fievolmente illuminate di Monte Carlo. Inutile dire che non lo sapevo, sospettavo dei suoi tradimenti da qualche tempo ormai, solo speravo non fossero veri ma a quanto pare mi sbagliavo, come sempre dopotutto.
Camminai su e giù per le strade meno affollate di quella cittadina per parecchio tempo finché il cellulare iniziò a vibrare ripetutamente e insistentemente nella tasca. Lo estrassi e il nome del mio migliore amico apparì sullo schermo, era probabilmente preoccupato vista l'ora ma decisi di non rispondere e iniziai a muovermi in direzione del mare decisa a passare ancora qualche ora fuori casa.
Dopo una decina di minuti raggiunsi la mia destinazione. La calma del mare mi dava quasi fastidio, faceva a pugni con il casino che in quel momento avevo in testa. In lontananza vidi degli scogli e decisi di raggiungerli premurandomi di togliere le scarpe e arrotolare leggermente i jeans in modo da non farli bagnare quando avrei messo i piedi in acqua.
Ero quasi arrivata quando mi accorsi di una figura china su se stessa che occupava la posizione che fino a pochi secondi prima avrei pensato di occupare io e, per quanto io volessi fermarmi e tornare indietro, non riuscii a fermare i piedi che continuarono imperterriti la loro strada verso quella figura. Una volta giunta di fronte all'ammasso di rocce cercai di superarlo senza farmi notare per andare a cercare un posto lontano da quell'uomo ma la fortuna non era dalla mia parte a quanto pare perché lui alzò il viso incrociando il mio sguardo. "Non volevo disturbarti" dissi io con tono di scuse "non preoccuparti, tanto stavo per andarmene. Domani è una giornata importante e devo riposarmi" affermò con voce roca data, probabilmente, dal fatto che non apriva bocca da un po' "e poi sembra che tu abbia bisogno di questo posto più di quanto ne abbia io" sorrise poi mentre scendeva e si avvicinava. Dal canto mio non sapevo cosa pensare, tutto questo a rigor di logica doveva spaventarmi anche se, a dir la verità, ero abbastanza tranquilla nonostante tutto.
Una volta vicino lo riconobbi, era uno dei ragazzi che "lavorava" insieme a Max "mi hai riconosciuto vero?" affermò lui togliendosi il cappellino dalla testa "sai, dovresti evitare di indossare i cappelli della tua scuderia quando sei in giro" dissi io convinta mentre indicavo l'oggetto incriminato che teneva stretto in mano "non ci avevo pensato, a volte sono proprio un'idiota" disse lui per poi scoppiare a ridere "sono Nicolas conosciuto da tutti come Nico" tese la mano verso di me che afferrai prima di dirgli il mio nome ma, dalla faccia che fece intuii che probabilmente Max aveva parlato un po' troppo "sì, sono Andrea, l'amica di Max" affermai rispondendo alla sua domanda indiretta "Max ci ha tirati scemi per due settimane, non vedeva l'ora di correre a Monaco solo perché tu saresti stata presente. Credo di conoscere più cose su di te che di me stesso" mi disse lui increspando le labbra in un sorriso "quell'olandese non si fa mai i cazzi suoi. È così fin da quando era piccolo e sapeva parlare a mala pena" scossi la testa dandogli mentalmente della testa di cazzo, lo avrei ucciso una volta tornata a casa "non voglio trattenerti, vai pure, devi davvero riposare. Un errore sulla pista potrebbe costarti la vita e non voglio che succeda" lui annuì "allora ti lascio alla tua solitudine" disse per poi interrompersi quando sentì il mio telefono squillare "dovresti rispondere". Tolsi il telefono dalla tasca decisa a declinare la chiamata ma schiacciai accidentalmente il tasto per accettare "maledizione" imprecai tra i denti "non ti arrabbiare e lasciami parlare. Sto tornando a casa e se vuoi sgridarmi fallo dopo o anche domani non mi importa" allontanai il telefono dall'orecchio e riagganciai "lo odio così tanto" sibilai "si preoccupa solo per te, è normale. Ti accompagno a casa che ne pensi?".
Il viaggio in macchina fu, tutto sommato, tranquillo. Parlammo principalmente di lui, visto che a quanto pare di me sapeva molte cose, e di cosa lo aveva spinto a diventare un pilota finché non mi arrivammo davanti alla porta di casa mia e di Max "è stato un piacere conoscerti e spero di vederti domani" asserì lui girandosi verso di me "se sopravvivo alla furia di Max potrei farci un pensiero. Grazie per il passaggio e per le chiacchiere" ultimai io e scesi dalla macchina.
Una volta davanti la porta di casa mi sentii chiamare nuovamente "sappi che voglio sapere il motivo per il quale eri in spiaggia, non te la caverai facilmente Andrea" alzò poi il finestrino e mezzo secondo dopo era già sparito. E ora affrontiamo Max.

Twist Of Fate || Nico HulkenbergDove le storie prendono vita. Scoprilo ora