Chapter Eleven

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Difficile descrivere come mi sentivo in quel momento stretta ad un Nico totalmente sudato con la camicia per un quarto sbottonata. Eravamo in discoteca da quanto? Un paio d'ore forse, tutto attorno a me sembrava esageratamente estasiante colpa, probabilmente, dell'alcool che avevo assunto e della mia totale incapacità nel reggerlo essendo una delle tante cose che non mi piacevano. Tornando a noi e alla situazione pre discoteca. Ero sul divano e fissavo Martina con sguardo supplichevole, speravo non dicesse quello a cui stavo pensando "pensavamo di andare in discoteca" prese parola Max e prima che potessi rifiutare mi ritrovai ad essere trascinata in camera mia da una Martina molto più che contenta. "Allora" disse aprendo il mio armadio e fermandosi a guardarlo con occhio attento "in questo armadio non c'è niente che dica 'Nico saltami addosso'. Tu non muoverti da qui" asserì infine prima di sparire dalla camera. Nel frattempo ne approfittai per mandare un messaggio a Nicolas dove gli chiedevo se a lui stesse bene andare in discoteca essendo e la sua, quasi immediata, risposta affermativa mi fece tranquillizzare leggermente. Al suo ritorno Martina aveva in mano un vestito rosso di lunghezza media al quale si erano dimenticati di cucire la parte posteriore vista la totale assenza di tessuto a coprire la schiena "io quel coso non lo metto" affermai sconcertata "questo vestito urla scopami da tutte le parti" ripresi poi "ed è per questo che devi metterlo a fine serata quell'uomo penderà dalle tue labbra" e mi ritrovai ad acconsentire per evitare di sentire altre stupidità.
L'entrata del Jimmy'z era, come sempre d'altronde, piena di persone in coda "non ditemi che dobbiamo farci anche la fila" sbuffai già stufa di tutto "essere famosi ha i suoi vantaggi e tra questi c'è anche il poter saltare le file" affermò Max "Nico ci aspetta dentro. Martina tu vai, devo dire un paio di cose ad Andrea, ti raggiungiamo subito" disse lui gentilmente. Quando fu abbastanza lontana iniziò a parlare "vedi di divertirti stasera e smettila di fare la rompipalle, so che ti divertirai. Nico non riuscirà a tenere giù le mani stasera, sei bellissima".
Arrivati all'entrata trovammo Martina a discutere animatamente con un buttafuori. A quanto pare Max si era scordato del fatto che noi non eravamo lui e che di conseguenza non potevamo entrare ovunque con uno schiocco di dita ma, non appena il buttafuori ci vide o meglio vide Max, ci fece passare. Che la serata abbia inizio.
L'interno del locale era decisamente troppo poco illuminato rispetto agli standard mentre la musica, tutto sommato, era anche apprezzabile. Iniziai a guardarmi attorno alla ricerca degli altri ma niente da fare, non vedevo niente a differenza di Max che "eccoli" disse mentre li indicava. Erano seduti ad un tavolo mentre sorseggiavano uno dei tanti cocktail presenti sulla lista e, non appena Nico posò gli occhi su di noi, me in particolare, sembrò strozzarsi con il liquido "te lo avevo detto" mi urlò Martina all'orecchio cercando di contrastare il rumore della musica "Charles lei è Martina, una mia amica" e se lo sguardo di Charles avesse avuto modo di parlare, in quel momento avrebbe sicuramente urlato la parola 'sesso' a voce alta. Conoscevo bene entrambi e sapevo della gigantesca cotta di Martina per Charles motivo per cui avevo invitato anche lui stasera ad insaputa di tutti.
Quindi come dicevamo inizialmente, mi ero finalmente sciolta e stavo ballando da non so quanto tempo con Nico in mezzo alla pista da ballo. L'alcool stava facendo la sua parte spegnendo i miei freni inibitori permettendomi di fare cose che mai avrei fatto, prima tra tutte il muovermi in quel modo di fronte ad un altro essere umano mentre questo mi teneva per i fianchi baciandomi il collo e facendomi desiderare ogni centimetro del suo corpo a contatto con il mio. Poco più in là Martina e Charles ballavano in una situazione quasi comparabile alla nostra anche se  con più toccatine mentre di Max non c'era nessuna traccia ma non me ne preoccupai, potevo immaginare dove fosse.
Erano le tre e mezza quando Nico mi prese per mano e mi trascinò fuori dal locale correndo verso la macchina rischiando di farmi cadere per terra più volte di quanto fossero necessarie. "Nico aspetta, dove stiamo andando?" chiesi io "da me, non ne potevo più di quel frastuono" rispose lui con affanno e annuii incapace di parlare.
Il viaggio verso casa sua era stato particolarmente veloce e carico di tensione "mi spieghi come fai a guidare così veloce e bene anche da ubriaco" domandai io "la risposta è semplice, non ho bevuto" quindi questo voleva dire che tutto ciò, tutte le sue azioni, non erano dettate dall'alcool e lo stava facendo di sua spontanea volontà. Quei pensieri poi virarono su altre cose come per esempio come facevo a fare queste congetture anche da diversamente sobria per poi ritrovarmi a complimentarmi da sola. Arrivati a casa Nico scese e venne dal mio lato per aiutarmi. Essere ridotti così faceva davvero schifo e soprattutto era imbarazzante, non lo avrei fatto mai più. "Vieni, ti prendo io" disse lui cercando di prendermi in braccio "non voglio, peso troppo" sbuffai io cercando di fare resistenza "smettila di dire cazzate e fatti prendere in braccio" al che mi arresi e mi lasciai prendere stringendomi poi a lui cercando un po' di calore in quella sera dal clima non molto mite.
Il suo letto era qualcosa di paradisiaco, sembrava di dormire su una nuvola. Di questo mi resi conto la mattina seguente quando mi svegliai di colpo rimanendo accecata dalla luce che proveniva dalla finestra. Sbuffai sonoramente ricevendo in risposta una risata che mi fece decisamente spaventare. Mi girai e il mio viso collise con il petto di qualcuno ed in quel momento ricordai tutto, o quasi, quello che era successo la sera precedente "buongiorno Andrea" disse lui in un sussurro "non mi guardare. Sono orribile di prima mattina" dissi io nascondendomi sotto le coperte "dovresti smetterla di dire queste cose, non mi piaci quando non ti piaci" troppi giri di parole, stavo troppo male per ragionare su quello che aveva detto "quindi quanto devo aspettare per un bacio?" chiese lui in modo innocente cercando di scoprire il mio viso "vai via" dissi cercando di tenermi la coperta in testa "non mi costringere a farti il solletico" asserì lui fermando i suoi movimenti "sto uno schifo, non farlo ti prego" e se non fosse che ero a letto mi sarei persino inginocchiata a baciargli i piedi "allora tira fuori la testa e dammi un bacio. Uno solo non chiedo di più". Alla fine acconsentii perché, ovviamente, morivo dalla voglia di assaggiare nuovamente quelle labbra.
Non successe niente di particolare il resto della mattinata era stata tutta un tentativo di non saltare addosso a Nico. Perché vi starete chiedendo, la risposta è particolarmente semplice, Nico dorme a petto nudo e per fortuna aveva avuto la decenza di non coprirsi con le stesse coperte in cui ero sepolta io, perché in quel caso non credo sarei riuscita a trattenermi oltre.

Twist Of Fate || Nico HulkenbergDove le storie prendono vita. Scoprilo ora