Chapter Five

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L'ansia della domenica era qualcosa da non sottovalutare, speravo di riuscire a domarla ma, ancora una volta, mi ritrovavo china sul lavandino sperando di non rimettere la colazione. Cercai di respirare il più profondamente possibile ma niente da fare, il blocco rimaneva lì immobile facendomi fare i peggio pensieri, suicidio annesso.
Sentii bussare e la porta si aprii poco dopo rivelando, con mio grande dispiacere Hulkenberg, non avevo bisogno di lui ora "Max mi ha mandato a cercarti. Sarebbe venuto lui ma sta discutendo con i meccanici su alcuni dettagli della macchina e sono venuto io" disse lui incespicando su alcune parole mentre faceva qualche passo verso di me "grazie per essere venuto ma non ho bisogno di aiuto, sto perfettamente bene" dissi io allargando poi le braccia come per dire 'non lo vedi?'. Lui scosse la testa e "io non capisco perché non vuoi farti aiutare, ti rifiuti di parlarmi e adesso non accetti il mio aiuto. Hai qualcosa, è evidente, e non mi sarei nemmeno preso la briga di venire se non ci tenessi a te almeno un minimo" concluse lui prima di girarsi e uscire dal bagno "no, Nico, aspetta!" quasi urlai io "mi dispiace, è solo che sono abituata a cavarmela da sola e l'idea di ottenere anche il più piccolo aiuto mi fa sentire una debole" confessai io "ma tu non sei debole, sei una donna forte e indipendente, sei riuscita a farti strada dove nessun'altro è riuscito, accettare aiuto in un momento di difficoltà non fa di te una perdente, fa di te una persona saggia" asserì lui prima di pendermi per mano e portarmi all'aria aperta. Camminammo per qualche minuto e iniziavo a sentirmi meglio ma la sensazione di malessere era ancora dietro l'angolo pronta a spuntare nuovamente.
La gara stava per cominciare i piloti erano dentro le monoposto disposte in ordine sulla griglia di partenza. L'ansia era alle stelle, il quinto semaforo si accese, i miei occhi erano fissi sulla macchina di Max mentre pregavo che tutto andasse bene. Erano partiti, il rombo dei motori si levò tutto d'un tratto mentre le monoposto sfrecciavano oltre la linea di partenza e si immettevano tra le strade di Monaco.
Il tempo sembrò non scorrere, i giri sembrarono molti più del solito, ma la fine era vicina un solo giro al termine del gran premio. Hamilton tagliò il traguardo per primo seguito da Vettel e Bottas e infine, con un distacco che ammontava a poco più di cinque secondi arrivò Max. aveva fatto un'ottima gara, ma di sicuro sarebbe stato distrutto, aveva dato tutto quello che poteva questo fine settimana ma a quanto pare la fortuna non era stata con lui.
Terminata la cerimonia di premiazione e le varie interviste tornammo a casa nel silenzio più totale. Nemmeno il tempo di mettere piede oltre la soglia che lui era già chiuso nella sua camera. Sapevo che andare a disturbarlo non era una buona idea quindi lo lasciai stare fino all'ora di cena quando andai a bussare gentilmente alla sua porta "Maxie, la cena è pronta" sussurrai io mentre gli passavo la mano sulla schiena con cautela "non ho voglia di mangiare" rispose lui con la voce attutita dal cuscino "ma devi mangiare Max, è andata male, capita, fa parte del gioco, sono le sconfitte che ti fanno apprezzare le vittorie. Non ti dico di sorridere ma almeno scendi a mangiare" mi abbassai a dargli un bacio sulla guancia "sai che ti amo vero? Non saprei davvero cosa fare senza di te" disse lui una volta seduto "anche io Max e, ad essere sinceri sono io che non saprei cosa fare senza di te" conclusi io prima di abbracciarlo. Non fatevi strane idee, io e Max non stiamo insieme, ci abbiamo provato una volta ma abbiamo capito che non poteva funzionare quindi, prima di rendere la situazione irrecuperabile, abbiamo deciso di chiudere la relazione e tornare ad essere come sempre, due ragazzi che si amano come fratelli.
La cena era terminata da un po', l'ora di andare da Nico si stava avvicinando e io non sapevo cosa fare. Eravamo seduti sul divano quando il mio cellulare vibrò. Con un scatto fulmineo Max protese il braccio verso il tavolo appropriandosi dell'oggetto incriminato "Oh guarda è il tuo fidanzato Nicolas" disse lui facendo un sorriso compiaciuto "sei una palla Verstappen. Non posso avere un nuovo amico ora? Sei per caso geloso?" ammiccai io in sua sua direzione "prima cosa io non sono geloso" sbuffò lui "so che nessuno potrà mai prendere il mio posto quindi non mi preoccupo ma permettimi di dire che Nico, a mio parere, vuole solo una cosa da te e di sicuro rientra al cento per cento nella categoria degli sport estremi su materasso" disse lui per poi scoppiare a ridere rumorosamente. Gli strappai di mano il telefono e lessi il messaggio
"farò leggermente tardi, mi sono fermato a parlare un po' con Daniel dopo la gara e sono rientrato da poco. Ce ne dici se al posto delle otto e mezzo ci vediamo per le ‪nove e mezza‬?"
La mia risposta non tardò ad arrivare
"se vuoi possiamo andarci domani, non è un problema, immagino tu sia stanco, non voglio disturbarti"
Mi allungai verso il tavolino per poggiarci nuovamente il telefono ma nemmeno il tempo di terminare l'azione che l'oggetto vibrò nuovamente
"non preoccuparti Andrea. Ci vediamo al nostro posto ‪alle nove e mezza‬, non fare tardi" e concluse il messaggio con una faccina sorridente
"quindi cosa dice il biondo?" chiese Max incuriosito "ha posticipato l'incontro, Si è trattenuto con Daniel dopo la gara e ha fatto tardi" e la discussione non proseguì oltre.

Twist Of Fate || Nico HulkenbergDove le storie prendono vita. Scoprilo ora