Chapter Ten

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Svegliarmi il mattino seguente non fu particolarmente difficile complice anche il fatto che quel giorno io e Max saremmo andati a trovare Charles, un amico di lunga data che, purtroppo non avevo avuto la fortuna di incontrare durante il Gp. Non ci mettemmo molto a raggiungere casa sua e, quando ci aprì la porta, non potevo credere ai miei occhi, cazzo se era cambiato. Si era decisamente alzato raggiungendo, a mio parere, il metro e ottanta, i suoi occhi erano ancora quelli di una volta, pieni di speranze e passione per il suo lavoro mentre la bellezza non era diminuita, anzi!. Superati i convenevoli e tutto ciò che ne seguiva decidemmo di fare un giro per le strade di Monaco complice il fattore shopping. "Dovresti comprare quello Max" affermai con convinzione alla vista di un giubbino di jeans "non comprerò mai qualcosa con il nome di Hamilton inciso sopra" commentò lui prima di sbuffare "allora se non lo prendi tu lo compro io" risposi con sufficienza avvicinandomi alla cassa con il giubbino in mano "e comunque" intervenne Charles "anche secondo me ti sarebbe stato bene" disse lui prima di battermi il cinque "vi odio entrambi".
Era ora di pranzo e la fame cominciava a farsi sentire. Eravamo seduti al tavolo di un ristorante quando, non chiedetemi come, mi venne in mente il messaggio di Nico al quale non avevo risposto. Estrassi il telefono dalla tasca e nel minor tempo possibile scrissi un messaggio di scuse per la mia mancata risposta seguito dall'invio di un altro messaggio che diceva
"Sei troppo dolce, non ti merito".
I ragazzi dovevano essersi accorti di qualcosa perché mi stavano guardando come se venissi da un altro pianeta "che c'è?" domandai io "la serata deve essere amata bene, mi sono dimenticato di chiedertelo stamattina" affermò lui ammiccando "non tenetemi fuori dalla conversazione" sbuffò Charles "Andrea e Hulkenberg si stanno frequentando" disse Max e in risposta Charles sputò il bere prima di fare una faccia che andava ben oltre lo scioccato "che classe Leclerc, complimenti" asserii io cercando di asciugare quella che un tempo era la mia felpa "e voi mi tenete nascoste queste cose? Dirci tutto faceva parte del nostro patto". Se c'era un aggettivo che potevamo associare a Charles era pettegolo. Non c'era cosa che sfuggiva alle sue orecchie ma, nel caso in cui una qualche notizia riusciva a eludere la sorveglianza delle sue orecchie sempre vigili, come in questo caso, dovevi prepararti a subire una sfilza infinita di domande. "Non c'è nulla di cui parlare, siamo usciti una paio di volte. Tutto qui" affermai con semplicità prima di tirare un calcio a Max riservandogli poi un'occhiata torva.
Il pomeriggio proseguì con me che raccontavo a Charles della mia, tra tantissime virgolette, storia con Nico "e alla fine mi ha chiesto di vederci ancora una volta prima di baciarmi, due volte" la faccia di Max era qualcosa di impagabile "io quello lo ammazzo" asserì quest'ultimo e io scoppiai a ridere mentre Charles era impegnato a farsi i suoi viaggi mentali. Ci tengo a specificare che il carattere di Charles poteva sembrare quello di una persona non molto etero ma, vi assicuro, che di omosessuale in lui non c'era assolutamente niente, chi ha orecchie per intendere intenda, non so se mi spiego.
Senza dilungarmi in milioni di parole posso solo dire che la giornata passata con i miei due migliori amici era andata decisamente bene, assolutamente oltre le mie aspettative. Ora come due larve in piena regola io e Max eravamo attorcigliati in una coperta, sul divano, mentre guardavamo uno dei nostri film preferiti in assoluto. Inutile dire che mi stavo addormentando e come lui riuscisse a stare sveglio era ancora un mistero per me, avevamo visto Endgame almeno una ventina di volte e lui si esaltava ancora per tutte le scene come se le vedesse per la prima volta.
Il campanello di casa suonò costringendo Max ad alzarsi mentre io, nel mio stato di dormi veglia mi sdraiai totalmente sul divano. Le voci risultavano lontane e il totale stato di quiescenza era vicino ma una cosa accadde, sentii quella voce. Mi misi a sedere in una frazione di secondo girando la testa verso la porta "l'ho trovata che vagava per le strade alla ricerca di casa vostra" disse Nico indirizzando poi l'attenzione a me e farmi uno dei sorrisi più belli che io abbia mai visto e dietro di lui spuntò Martina con due valigie e un sorriso smagliante. Questo era del tutto inaspettato ma, dal sorriso di Max capii che era tutto premeditato. Il mio migliore amico fece entrare gli ospiti in casa e in un battito di ciglia mi ritrovai Martina addosso "mi soffochi" affermai scoppiando a ridere subito dopo dimenticandomi momentaneamente della presenza del manzo tedesco nella stanza "mi sei mancata" aggiunsi poi stringendola a me "ho tante cose da raccontarti" affermò con tono sognante "e suppongo che anche tu debba dirmi qualcosa" sussurrò infine prima di farmi un occhiolino "vado a posare le valige. Max mi mostri la stanza?" e lui la seguì senza obiettare. Martina era una mia vecchia compagna di università, legammo particolarmente per la nostra passione comune verso la Formula 1, vi lascio immaginare la sua reazione quando scoprì che conoscevo Max.
Rimanemmo solo io e Nico nella stanza. Si sedette di fianco a me allungando una mano fino a prendere la mia e far intrecciare le nostre dita. Stavo fissando quel movimento come incantata dalla sua bellezza e semplicità "ciao" dissi io ancora con la testa su un altro pianeta "ciao a te" affermò con dolcezza. Imbarazzata era il termine giusto per descrivere ciò che ero in quel momento non sapevo cosa dire o fare. Tutti dicono che il sesso incasina le cose ma il mio più onesto parere è che un bacio incasina le cose ancora più del sesso in sé. Lui sembrò capire e fece in modo di mettere a tacere i miei pensieri "non voglio che ti senta diversa dopo ieri sera, se preferisci possiamo far finta che non sia mai successo" scossi la testa "è solo che non so più come ci si comporta, non avevo un primo appuntamento da diverso tempo" affermai mentre scioglievo le nostre mani per poi avvicinarmi al suo corpo e accoccolarmi a lui "non voglio far finta di niente, quello che provo per te è un sentimento vero Nico. Sono stufa di nascondere ciò che sono e provo" e mai parole furono più vere "allora direi che possiamo replicare no?" speravo me lo chiedesse. In un attimo le nostre labbra si incontrarono e tornai a respirare, come se in tutto quel tempo fossi stata in apnea. Le mie mani si fecero presto strada tra la sua chioma bionda mentre le sue si posarono sui miei fianchi lasciati leggermente scoperti dalla maglietta. Continuammo così finché il rumore di passi non ci costrinse a interrompere bruscamente il nostro momento. Mi allontanai da lui velocemente e posai gli occhi sul televisore ma lui non si dette per vinto e mi attirò a se facendomi posare la testa sulle sue gambe prima di mettersi a giocare con i miei capelli. Alzai lo sguardo verso di lui e lo trovai a sorridere con lo sguardo fisso nel sul televisore "noi usciamo ragazzi, volete unirvi?" disse Martina fissandoci intensamente "se per lui non è un problema direi che per me va bene a patto che non andiamo in discoteca, sai che odio quei posti" ma sapevo che quella sarebbe stata la nostra prossima destinazione.

Twist Of Fate || Nico HulkenbergDove le storie prendono vita. Scoprilo ora