Chapter Nine

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Ero quasi pronta, dovevo solo mettere le scarpe e prendere la borsa "avanti" dissi cercando di farmi sentire dall'altro lato della porta "sei bellissima" affermò Max guardandomi sognante "Nico è proprio un ragazzo fortunato" arrossii prepotentemente e cercai di nasconderlo girandomi dall'altro lato non ricordandomi dell'esistenza dello specchio. Max percorse quei pochi passi che ci separavano e mi attirò a sé posando un braccio attorno alla mia vita "devi smetterla di farmi i complimenti, sai che odio arrossire" sbuffai io "e tu sai che il tuo arrossire è una delle cose che preferisco di più" soffiò lui "devi smetterla Max" dissi io brusca allontanandomi da lui.
Nico aveva appena lasciato la macchina macchina al parcheggiatore e ci stavamo dirigendo al ristorante "Alain Ducasse? Nico tu sei matto" quasi urlai io alla vista del Le Louis XV "come fai a sapere di chi è il ristorante?" chiese lui di rimando "stai scherzando spero, ho studiato cucina alle superiori e poi ho fatto una specializzazione in dietologia all'università. Alain Ducasse è uno dei più grandi chef ed erano anni che sognavo di mangiare in uno dei suoi ristoranti" dissi io sognante "sono contento che ti piaccia. Pensavo fosse una mossa azzardata portarti qui per il nostro primo appuntamento ma credo di aver fatto qualcosa di giusto".
L'interno del ristorante era uno spettacolo, sembrava di essere in una reggia. I tavoli bianchi risaltavano al centro della sala color oro. Ero in pura estasi. In quel momento potevo essere paragonata ad una bambina che vede per la prima volta un negozio di giocattoli. Il cameriere ci accompagno al tavolo e ci lasciò i menù. "Credo che prenderò l'aragosta, sembra deliziosa" affermai con eccessiva convinzione visto il mio odio smisurato per gran parte delle tipologie di pesce, l'unica cosa commestibile erano i crostacei e qualche mollusco. "E io prendo la faraona" disse Nico "da bere cosa vi porto?" chiese gentilmente il cameriere "non sono molto esperto di vini" affermò Nico "vuoi scegliere tu? Non farti problemi di prezzo" mi chiese poi "sai vero che dicendomi così ti stai mettendo nei guai?" lo vidi annuire per poi sorridere e sussurrare "stasera sei tu l'ospite d'onore e voglio farti felice" e questo mi diede il coraggio necessario "vorrei, se possibile, una bottiglia di Louis Roederer Cristal del '95" sorrisi poi  in direzione del cameriere "gran bella scelta signorina. Credo che le note di miele e mandorla si sposeranno bene con i piatti scelti" e se ne andò "sono colpito. Non sapevo fossi un'intenditrice" rimase lui scioccato "ci sono tante cose che non sai di me Hulkenberg" feci spallucce "ho tutto il tempo per scoprirle" commentò prima di prendere la mia mano.
La cena continuò nel migliore dei modi. La mia aragosta era, senza tanti giri di parole, paragonabile ad un orgasmo, non avevo mai mangiato qualcosa di così buono in tutta la mia vita.
Adesso stavamo girando per le strade di Monte Carlo chiacchierando del più e del meno. Avevo scoperto parecchie cose di quest'uomo in queste poche ore e stavo davvero cominciando ad apprezzare la sua semplicità nonostante lo sfarzo da cui era circondato. Scoprii che prima di me aveva avuto una ragazza che lo lasciò appena lui le fece la proposta di matrimonio dichiarando che si vedeva con un altro ragazzo da qualche mese. Rimasi spiazzata ma allo stesso tempo questo mi diede la forza per raccontargli ciò che era accaduto qualche giorno fa con James. La cosa che mi faceva male e mi dava fastidio di tutta questa storia era il fatto che mi avesse mentito, ho sempre avuto problemi con le menzogne, piuttosto che mentirmi dimmi la verità anche se so mi farà più male. "Mi sono sentita umiliata" terminai io alzando finalmente lo sguardo "che pezzo di merda. Ha avuto anche il coraggio di presentarsi davanti casa tua" scosse lui la testa con rassegnazione "grazie ancora per quello. Non mi aspettavo si sarebbe ripresentato" sospirai io cercando di non dare a vedere che ero nervosa "sono io che devo ringraziare te, era da tanto che non facevo a pugni" rise lui per smorzare la leggera tensione che si stava creando "che dici, ti porto a casa?" guardai l'orologio e annuii, era già mezzanotte e mezza.
Quando arrivammo di fronte a casa mi accorsi che era già tutto spento segno che Max stava, stranamente, già dormendo.
Scendemmo dalla macchina "grazie per la serata Andrea. Mi sono davvero divertito e mi piacerebbe tanto replicare una sera di queste prima della partenza per il prossimo Gp" disse lui prendendo le mie mani tra le sue tirandomi verso di sé e facendo finire i nostri visi relativamente troppo vicini "non farò niente se non vuoi" sussurrò lui sulle mie labbra trascinandomi in un'altra dimensione. Il tutto durò una frazione di secondo. La sua mano si posò sulla mia guancia e la premette leggermente spingendomi ad annullare la distanza che ci separava. Posai immediatamente una mano tra i suoi capelli stringendoli mentre l'altra vagava sul suo collo provocandogli brividi ovunque.
Era tutto tremendamente delicato ma allo stesso tempo bisognoso. Rimasi senza fiato e mi staccai dolcemente poggiando successivamente la fronte sul suo petto mentre lui mi stringeva più forte a sé "sognavo di farlo dal nostro primo incontro" confessò lui in un bisbiglio mentre io pensavo che mai avevo provato qualcosa di così profondo "comunque sì, mi piacerebbe uscire di nuovo con te" alzai il viso incastrando i nostri sguardi "e a me piacerebbe un altro bacio" che gli concessi quasi subito.
Mi lasciò andare una ventina di minuti dopo con la promessa di un secondo appuntamento con data ancora da destinarsi. Una volta entrata a letto non feci altro che pensare e ripensare alle labbra di Nico e ai suoi occhi color ghiaccio. Più provavo a togliermeli dalla mente e più diventava difficile farlo. Il telefono vibrò "non riesco a smettere di pensarti" diceva il messaggio. Non risposi, semplicemente mi addormentai con il sorriso.

Twist Of Fate || Nico HulkenbergDove le storie prendono vita. Scoprilo ora