Non ci credo (Heaven)

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La mattina dopo, Heaven sembrava sotto l'effetto del Prozac. Non faceva altro che sorridere, a chiunque, anche agli sconosciuti per la strada, e probabilmente qualcuno doveva anche averla presa per matta, ma non le importava. Aveva trascorso una notte magica, e sentiva il bisogno di gridare la sua felicità al mondo intero. Non potendolo fare, si limitava a mostrarsi allegra e sorridente, mentre passeggiava con la borsa dell'Università a tracolla, diretta verso una delle copisterie che costeggiavano le facoltà, per prendere uno dei libri che le serviva.

«Buongiorno!» varcò la porta dell'edificio, sempre con un sorriso euforico sul volto, e lo sguardo fu subito calamitato da una ragazza dai capelli rossi che era sicura di aver già visto. Mentre aspettava il suo turno, cercò di richiamarla alla memoria: era una bella ragazza, con un bel fisico, ma proprio non riusciva a...

Oh.

Ma certo.

La memoria la attraversò come un lampo: era la ragazza che aveva visto con Megan, Marco e Cassandra, la prima volta che aveva incontrato la sua ragazza, quella che era andata via con l'altro tipo, che aveva poi scoperto chiamarsi Salvatore. Curioso, a ripensarci in quei due mesi era capitato di uscire con gli altri tre, qualche volta, ma mai con la rossa. Strano, dal momento che doveva essere una loro amica.

Si appuntò mentalmente di chiedere a Cassandra se per caso ci fosse qualche litigio sotto. Non che fosse importante, ma per natura era curiosa come una scimmia, e adesso voleva sapere.

La rossa stava parlando con un'altra ragazza, così, facendo finta di osservare le varie rilegature presenti in negozio, si avvicinò di un paio di passi.

«Ti rendi conto?»

«Cioè...ti ha lasciata così?»

«Sì! Così. Ha un'altra!»

Oh, questione di corna. Forse quella poteva essere una spiegazione. La rossa era andata via con Salvatore, e se per caso era la sua ex ragazza...

«No! Ma davvero?»

«E' quello che mi ha detto ieri»

«Incredibile! Non so che dirti, Amanda, da Cassandra non me lo sarei mai aspettato»

Nel sentire quel nome, a Heaven si mozzò il respiro in gola. No. Non poteva essere vero, doveva aver capito male.

«Ma neanche io! E invece... ieri arriva e così, tutta tranquilla, mi dice che tra noi è finita perché da due mesi ha un'altra»

«Ma pensa te!»

Stava tremando, e un intenso bruciore sugli occhi le fece capire che stava per mettersi a piangere, così, sotto lo sguardo stupefatto dei presenti, preferì uscire di corsa dal locale, mentre le lacrime iniziavano a sgorgare lungo il suo volto.

Non poteva credere a quello che aveva appena sentito: Cassandra l'aveva presa in giro, le aveva fatto credere di provare qualcosa per lei, quando invece era stata con un'altra durante tutta la loro relazione.

Era ferita, offesa, confusa, arrabbiata, un insieme di emozioni che si diramavano nel suo cuore in un mix letale. Doveva parlarle, farle sapere di persona cosa pensava dei mostri come lei.


***

Per parlarle dovette aspettare la fine della lezione che Cassandra stava seguendo, e questo non fece altro che alimentare la sua rabbia. Il caffè che aveva preso, per cercare di calmarsi, non aveva sortito alcun effetto, ed il bicchiere riposava mezzo pieno nella sua mano.Le grandi porte verdi dell'aula infine si aprirono, il suo sguardo scrutò i presenti, in attesa di veder comparire la bionda, e, quando infine la vide, ancora una volta le lacrime cercarono di uscire, ma,a fatica, le ricacciò dentro. Non avrebbe pianto, non di fronte a lei.

Anche la bionda la vide, Heaven poté osservare il sorriso luminoso che si andava formando sul suo volto e questo, se possibile, aumentò ancora il suo dolore. Come poteva essere tanto falsa? Sorriderle in quel modo quando in realtà non era vero niente.

«Heaven!» la vide avvicinarsi, le braccia che già si allargavano per ghermirla. Fece un passo all'indietro, sfuggendo al suo abbraccio, con l'espressione sul volto di un serial killer.

«Chi è Amanda?» forse c'era ancora una spiegazione, una qualsiasi spiegazione. Forse la rossa aveva mentito, forse era una rivale che intendeva portarle via Cassandra.

«Amanda? E'... lei... è la mia ex... perché?»

Le sue teorie avrebbero comunque retto, se Cassandra non avesse risposto tanto in imbarazzo e con un tono così colpevole da farle perdere del tutto il lume della ragione.

«Ah.La tua ex.» con uno scatto lanciò in avanti il bicchiere ancora mezzo pieno di caffè, rovesciandolo del tutto sul volto di Cassandra. E per fortuna che stava aspettando da un po', quindi,ormai, non era più bollente. «Quella che hai lasciato ieri! Dopo due mesi che stavi con me!».

Vide il panico nel volto di Cassandra, ma questo non contribuì affatto a placare la sua furia.

«Aspetta...lascia che ti spieghi»

«Che cazzo vuoi spiegare?! Sei una stronza, mi hai solo presa in giro»

Stava dando spettacolo, se lo rendeva conto, tutti si erano fermati a vedere la scena, persino il professore che teneva il corso. In un'altra situazione sarebbe rimasta più calma, avrebbe magari spostato la situazione in un luogo privato, ma il suo cuore era a pezzi, offuscava del tutto il suo cervello.

«No! Non è vero! L'ho lasciata proprio per quello che provo con te! Ero sincera, ieri, sono felice con te! Io... avevo bisogno di tempo...per capire se tra di noi era una cosa seria, ma l'ho lasciata ieri mattina! L'ho lasciata prima di...»

Le lacrime avevano ormai trovato la strada, ed iniziato a scorrere,nonostante i suoi tentativi di fermarle, la furia era stata soppressa e sostituita da una tristezza che le premeva la bocca dello stomaco.

«Ci sei andata a letto?»

«Come?»

«In questi due mesi, ci sei andata a letto?»

«No! Non avrei mai potuto farti una cosa del genere!»

Mentirle per tutto quel tempo però sì, quello l'aveva fatto.

«L'hai baciata?»

L'espressione sul volto di Cassandra le diede la risposta ancora prima che l'altra si prendesse il disturbo di farlo a voce.

«Io...a volte...»

Non pensava che il suo cuore potesse spezzarsi di più, eppure ancora una volta lo sentì andare in frantumi.

«...non voglio vederti mai più...»


Si voltò, per uscire rapidamente dall'istituto, senza voltarsi indietro a guardarla, senza fermarsi a sentire cos'altro aveva da dirle, solo con la voglia di gettarsi sul letto a piangere disperata. 

Come ci siamo conosciuteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora