Mentre correva per la strada aveva udito dei guaiti. Himiko si fermò perplessa e guardò mr. Compress in cerca di risposte.
"Compy, che cos'è?"
"Sembra un cane. Controlliamo, ma devi restarmi vicino."
Per dimostrare la sua buona volontà lei lo prese per mano, la sinistra. La trovò fredda, dura, poco confortevole, ed ovviamente gli chiese spiegazioni al riguardo. Con un sospiro Compress si alzò la manica della camicia, mostrandole la protesi.
"Oooh, sei un robot!"
"No cara, vedi? Tutto il resto è di carne e ossa ."
"Posso vedere sotto la maschera?"
"Tanto ho un'altra maschera" commentò lui prima di accontentarla.
"Perché? Togli anche quella."
"No, la mia identità è segreta."
"Perché?"
"Cose da grandi. Forza, troviamo il cane."
"Io posso averlo un braccio robotico?"
"Mi auguro che non ti capiti mai, Himiko. Immagino che a un bambino sembri grandioso, ma solo perché è troppo piccolo per capire."
Infatti Himiko non capì, pensò solo che dalla mattina era la terza volta che la escludevano da certi argomenti perché era piccola. Presto però si scordò del desiderio di crescere in fretta, di Compress accanto a lei e del resto del mondo. Con gli occhi che le brillavano per l'emozione, si inginocchiò nella sua tipica posa davanti al cane ferito. Era lo stesso che Atsuhiro aveva usato per lo spettacolo di magia. Il poveretto era stato investito da un pirata della strada, ma alla bambina sfuggì il commento di Compress sulle condizioni della bestiola. Allungò affascinata la mano verso la sostanza rossa che imbrattava il pelo del meticcio e la strada sotto di lui. Era calda e vischiosa, le sporcò la mano mentre lei carezzava il cane, che guaì e li guardò aspettandosi un soccorso. Per Himiko però esistevano solo lei e la mano ora insanguinata che si avvicinava sempre più alla bocca. La leccò, con le guance arrossate e gli occhi chiusi dal piacere.
"Himiko..."
Come era cominciato l'incanto si ruppe. La bambina sussultò e si alzò in piedi per evitare di cadere. Il cuore le batteva a mille mentre guardava colpevolmente Atsuhiro, non più dimentica di cosa i genitori l'avevano ammonita più e più volte a non fare. Tuttavia lui le disse tranquillamente: "Non è igienico leccare le cose dalla strada. Saprai che esistono i germi e che fanno ammalare, spero."
Himiko annuì, disorientata. Compress fece apparire una catena di fazzoletti che usò per ripulirle la mano.
"Ecco fatto. Meglio se te la lavi per bene in bagno appena torniamo, mh?"
Himiko annuì ancora. Abbassò lo sguardo sul meticcio ferito. In fondo non era stata lei a fargli male, forse per questo Compy non era arrabbiato con lei. Ma i genitori le avevano detto che era comunque disgustoso, che le persone normali devono odiarlo, il sangue.
"Per lui non possiamo fare niente, cara... Andiamo."
Atsuhiro la prese in braccio e la bambina poggiò la testa sulla sua spalla. Il ritorno non fu chiassoso come l'andata: Mr. Compress rifletteva su quanto aveva visto e Himiko era incerta se piangere o tranquillizzarsi. Il silenzio del babysitter lo interpretava come qualcosa di negativo, forse voleva sgridarla una volta a casa. Invece lui non lo fece. La salutò gentilmente e la lasciò alle cure di Spinner, che le mostrò un foglio e dei pastelli. Il disagio che provava svanì, permettendole di sorridere come sempre e disegnare spensierata degli scarabocchi colorati, almeno finché non si annoiò e trovò più divertente e altruistico mettere lo smalto alle mani di Tomura. Il senso di disagio riapparve durante il dialogo con Jin, che si stava impegnando per fornirle una risposta sensata e comprensibile che potesse calmarla.
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Anni rubati
FanfictionDal testo: "Quindi è stato un qualche tipo di quirk a farla tornare bambina" commentò Tomura. "Dobbiamo far analizzare quel sangue" disse mr. Compress. "Chiamo Giran." "E...