La Macchina

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Tipologia: collasso di una singolarità. Singolarità tipo digitale. Vettore a dimensione unica, modulo a progressione lenta.
Matrice Sephiroth in adattamento sulla superficie unispazio, separazione dalla monade amplitruedon.
Replicazione eventi....

«Non è un macchina del tempo».
Caleb si slacciò i ganci della tuta: le protezione della null-armor non gli serviva più. Non c'era nessun campo temporico contro i cui effetti difendersi.
Gazez e Carran si guardarono; Carran, il soldato, fu il primo a parlare.
«Capo, ehi, non dovremmo aspettare i dati? voglio dire, se ti togli le sicure prima...»
Questa volta il tono di Caleb fu più duro: si girò verso gli altri della squadra, sfidando i loro sguardi confusi; nel suo, c'era solo certezza.
Puntò il dito guantato contro la struttura davanti a lui, mentre i meccanismi che lo avrebbero difeso dalla minaccia che pensavano di incontrare a Tel-Bera si disattivavano uno dopo l'altro rendendo inerte la sua tuta.
«Questa cosa non è una macchina del tempo -continuò Caleb-. Chiamatemi Maon e Acsa, possono entrare. Fate escludere il perimetro, e dite a Reghem di atterrare.
E non fate quelle facce: controllate gli strumenti per il decadimento, troverete valori standard.»
Fu in quel momento che il resto della squadra si accorse dell'ovvio: era stati talmente presi dalla visione del mostro di metallo che si celava dentro la struttura conquistata con tanta fatica, al prezzo di così tante vite, che avevano dato per scontata la presenza dell'evento tipico di una distorsione del campo temporale. La disgregazione degli effetti di decadimento.
Le loro tute li stavano proteggendo da qualcosa che, semplicemente, non esiteva.
Gazez, che tra tutti era l'ingegnere più dotato, fece un cenno al loro capo.
«Però tutto quello che abbiamo incontrato fino adesso... la tipologia di difesa, Caleb: là fuori c'erano distorsori, muri plasma, impianti fusione IA: abbiamo impiegato otto mesi di offensiva e, non vorrei ricordartelo, ma siamo rimasti solo noi. Abbiamo combattuto cerchi concentrici di strutture tipiche di una macchina del tempo di proporzioni mai viste prima.
Non ha senso.»
«Ce lo ha eccome: è quello che volevano farci credere.» Caleb mise una mano sulla spalla del commilitone. «Ci volevano qui, tutti qui, preparati esattamente per lo scontro che ci aspettavamo, e che ci hanno fornito.»
L'amplitruedron davanti a loro, nome orribile ma l'unico disponibile a definire la cosa, aveva l'aspetto giusto, il suo spettro era quello che ci si sarebbe aspettato, tutte le letture recitavano i dati corretti. Tranne la distorsione del decadimento: una macchina del tempo aveva un raggio molto piccolo ma tracciabile che proiettiva radiazione dure in un curioso schema. Un campo magnetico virtuale: simile nella forma a quello di un pianeta, il campo funzionava da "guida" per le particelle alfa. E le smembrava secondo uno schema caotico. Nel caso dell'oggetto di fronte alla squadra di Caleb, il decadimento era standard.
«D'accordo -disse Gazez- ma come hanno fatto? L'unica cosa che può avere una struttura ad amplitruedron fissa, e generare un campo virtuale, benché 'sbagliato', è una macchina del tempo. Se quella cosa non lo è, allora cosa stiamo guardando?».
Caleb soppesò la situazione: quella era evidentemente un'esca, una sharada, ma luil doveva capirne il motivo. Era la prima volta che uno scontro per una Macchina del Tempo si imbatteva nel suo bersaglio finale senza che questi fosse effettivamente uno dei mostruosi artefatti capaci di modifcare il tempo.
Per arrivare nella perduta Tel-Bera, dopo l'incursione deep strike nella capitale del pianeta, Miskan, pesantemente difeso sin dalle propaggini del sistema Etam, i suoi Guardiani avevano combattuto una lunghissima guerra, la più dura e vasta di sempre. Lui stesso era stato nelle vasche di Risveglio per una quantità di volte, come accadeva per molti guerrieri sin dalla prima delle Guerre Temporali combattute in epoche remote dai suoi predecessori: quello dei Guardiani era un gruppo di élite che vantava una tradizione eccezionale per quel tipo di terribili eventi che sconvolgevano il cosmo da millenni.
Una Guerra Temporale costringeva gli unici capaci di combatterla, i Guardiani, a estenuanti battaglie ripetute innumerevoli volte: quando una offensiva falliva, si riprogrammava tutto l'apparato militare, lo si Risvegliava, e si procedeva a una nuova battaglia.
Il nemico, avevano capito i Guardiani, era obbligato a ripetere uno schema di difesa molto efficace, ma anche brutale e facilmente prevedibile: quando l'ennesima banda di barbari galattici costruiva una Macchina del Tempo, la usava come un enorme martello spaziotemporale. Se una battaglia volgeva al peggio, l'autonominatosi Lord del Tempo (di turno) resettava il continuum limitrofo, e negava la battaglia stessa. Non andavano mai per il sottile: cancellavano l'evento e rimanevano in sella.
I Guardiani avevano imparato a leggere la tremenda statica che si diffondeva nello spaziotempo dopo un uso così brutale di una MdT, assorbendone i segnali indistinti e traendone le informazioni contenute con una loro personale variante tecnologica della piega temporale alla base di ogni MdT: la piega oscura.
Quando una Macchina resettava un evento, i partecipanti erano scagliati via nella trama continuum come burattini impazziti. Cessavano di esistere a livello entropico base: cancellati dallo spaziotempo.
Fino a quando i Guardiani non avevano sviluppato la piega oscura, basata sull'uso della materia nera, l'esistenza stessa delle Macchine del Tempo era praticamente ignorata. I Timelord creavano i loro imperi, li portavano al culmine, e puntualmente si scontravano tra loro o autoimplodevano, fino a quando la loro personale MdT veniva attaccata o sovraccaricata con esiti catastrofici: civiltà intere, che si erano opportunamente schermate entropicamente usando la Mdt come bolla informativa difensiva, cessavano di esistere. Non senza prima aver fatto danni, colpendo le propaggini dell'Eutarcato Heisenberg con quelle che sembravano armi di portata cosmica: interi sistemi sprofondavano nell'oblio, nella barbarie, o finivano depredati e consumati nel giro di pochi giorni standard come se una sorta di sciame galattico di locuste multidimensionali vi fosse passato attraverso con incredibile ferocia e impossibile velocità.
Furono i Giudici di Madian, la magnifica stella vivente, a rivelare che la minaccia era costituita dai nuovi barbari, genti tribali che spingevano la propria scienza fin oltre le leggi di Dio e creavano i mostri chiamati nel loro gergo "macchine del tempo". Dato che per tutto l'Eutarcato quel tipo di conoscenza era proibito, i Giudici non chiarirono mai quale fosse il principio alla base delle MdT: furono però svelti a farsi concedere poteri speciali e misero in piedi un corpo di soldati capaci di combattere la nuova minaccia: i Guardiani Heisenberg.
Dettero loro le migliori armi, li potenziarono con meccanismi futuristici, li protessero in armature fantastiche e fornirono loro la potenza della piega oscura, capace di individuare e interdire il funzionamento di una macchina del tempo: e li condannarono a un'esistenza di tormenti.
I Guardiani avevano il libero arbitrio: ma con la conoscenza che portavano, questa libertà era anche una condanna. Potendo combattere in tutto il continuum, lo fecero. Guerre mai esistite presero forma, scontri molto lontanti nel tempo furono affrontati nel presente.
I Guardiani divennero una setta separata da tutto e da tutti, e presto la loro esistenza fu dimenticata. Solo i Giudici di Madian mantennero i contatti con i loro splendidi guerrieri, mentre questi affrontavano viaggi ai limiti del paradosso per reprimere dèspoti dal cuore corrotto: nessun Lord del Tempo meritava perdono.
Fino a Tel-Bera: una singola, potentissima emissione tempo-distortiva, superiore a tutte le precedenti minacce messe assieme, aveva gettato i Giudici nel panico.
Era la Macchina del Tempo definitiva; i valori non lasciavano alcun dubbio: una volta attivata a piena potenza, quella bestia avrebbe divorato il tempo stesso, liquefacendo ogni fenomeno a piacimento dei suoi mostruosi creatori.
Nulla del genere poteva essere affrontato, se non con il sacrificio totale. Esisteva infatti, nascosta tra le conoscenze dei madians, una leggenda, più antica della piega oscura: la sezione dyson. Energie normalmente esistenti per un miliardesimo di istante, grazie alle sezione dyson potevano essere prolungate, rese reali e utilizzabili. A fini catastrofici. Nei testi dei Giudici, quell'evento era stato sussurrato dai pochi eretici, o profeti, che avevano osato distorcere l'abominio delle equazioni alla base delle MdT per prevedere l'uso della sezione dyson: era un evento singolo. Irripetibile. Un anatema anche solo a pensarlo, l'equivalente di quei momenti della storia del cosmo in cui Dio si era manifestato con singoli atti di immensa volontà, creando, modificando, o distruggendo.
La sezione dyson sarebbe stata la prima impossibile volta in cui un atto cosmiso sarebbe stato perpretato da esseri minori. Degli eretici, i cui nomi erano stati eliminati dalla storia stessa dell'Eutarcato, avevano predetto che quel gesto sarebbe stato compiuto.
E così fu: davanti alla minaccia di Tel-Bera, la conoscenza della sezione dyson fu nuovamente rivelata, e con essa il suo significato. Una aberrante "lama di luce" avrebbe sezionato, letteralmente, un porzione di continuum, sradicandola dal resto dello spaziotempo. Un orrore degno dei peggiori paradossi. Ma l'unico modo per isolare Tel-Bera, era prima attaccarla.
Per fare allo stesso tempo ammenda della propria indicibile eresia, tutto l'Eutarcato si era condannato volontariamente allo stesso fato: la sezione dyson comprendeva infatti i bordi del regno dei Giudici di Madian.
Dopo un simile atto, la loro società si sarebbe resa responsabile di un orrore paragonabile o superiore alla genìa dei Lord del Tempo.
La più lunga guerra Temporale che la civiltà Madian avesse mai affrontato cominciò; tutte le stazioni stellari deputate alla energizzazione e funzionamento della piega oscura vennero impiegate per l'offensiva a Tel-Bera. I fronti di guerra erano innumerevoli; i mostruosi computatori della piega oscura lavoravano in parallelo e in serie, in divisioni deputate ciascuna a sfruttare uno dei molti aspetti della guerra che i computatori potevano coprire grazie alle tecnologia della piega oscura. Spostare le flotte da guerra a distanze di svariati anni luce in un batter di ciglia, creare muri di energia per contrastare le titaniche offensive sul continuum operate dalla lontana Tel-Bera, riprogrammare interi settori di continuum per riavviare e ricombattere le offensive e le battaglie perdute.
I Guardiani di Heisenberg vennero utilizzati sino allo stremo delle loro potenti forze, dispersi nei vortici del tempo, il loro spirito e le loro menti distorte da energie sia nemiche sia amiche, i loro corpi impegnati in scontri su pianeti e spazi lontani, oppure su quadranti di tempo surrettiziamente resi prossimi tra loro dai continui scontri delle energie eretiche combinate di Tel-Bera e della piega oscura.
Tutto questo, si disse Caleb, per un inganno.
A Tel-Bera non c'era nessun meccanismo "fine-di-mondo", nessuna terribile arma cosmica definitiva: solo un fantoccio. Una finzione, uno spaventapasseri, un manichino.
E in quell'istante, dopo aver ripercorso mentalmente la storia di come i Guardiani erano giunti a quel momento, ricevette la rivelazione: come un pugno divino, la comprensione dell'unica spiegazione possibile iniziò a farsi strada in lui.
Solo chi era a conoscenza della sezione dyson e dell'evento che ne avrebbe scatenato l'utilizzo, poteva architettare una simile distrazione: Tel-Bera era la finzione che aveva costretto i Giudici a "liberarsi" della loro arma finale. Ora che la sfera dyson era stata attivata, non c'era scampo, non c'era ritorno, non c'era rientro: i Guardiani erano stati colpiti al cuore.
Caleb guardò i volti dei suoi compagni, confusi come lui, ma non terrorizzati come lui. La logica conseguenza, era che un'arma MdT totale esisteva davvero. Ma si sarebbe attivata adesso, dopo la fallita incursione finale sull'inutile obiettivo farlocco di Tel-Bera, e al di fuori del raggio di intervento delle squadre dei Guardiani. Anzi, dopo la completa autodistruzione  dei Guardiani stessi e della civiltà che li aveva creati.
«Siamo rimasti soli» sentenziò Caleb; Reghem era ancora attaccato ai biosensori che gli consentivano di comunicare con la flotta, Maon e Acsa erano intenti a scaricare la strumentazione per esaminare la "macchina del tempo", Gazez era concentrato a scandagliare le comunicazioni dei gruppi di guerra dell'Eutarcato, pronto a diffondere la brutta notizia.
Tutti stavano cercando di razionalizzare quella situazione continuando a portare avanti i loro compiti standard.
Carran era l'unico che non avesse un'espressione di sconforto: era il soldato del gruppo, portava armi in grado di colpire oltre l'orizzonte di un pianeta standard, sistemi di estrusione massa-energia sufficienti per livellare una montagna, proiettili quantici che potevano disintegrare città intere. Voleva un obiettivo, era lì per quello, non poteva credere che l'ultima battaglia non si sarebbe combattuta.
Il compito di Caleb era diverso: il suo ruolo era quello di ricostruire i danni causati dalla MdT durante il suo funzionamento, mentre i compagni combattevano qualsiasi cosa la macchina materializzasse di fronte a loro. Poteva capire Carran: quegli ultimi scontri era sempre epici: creature e distruttori e costrutti da guerra di ogni tipo venivano richiamati dalla MdT letteralmente in tempo zero per difenderla. Le MdT potevano reagire convogliando su di esse tutte le energie temporali: creavano interi mondi nel futuro e poi retroproiettavano i migliori guerrieri di queti tempi fittizi indietro, nel luogo dello scontro attuale.
Le barriere delle realtà cedevano.
C'era qualcosa di grandioso in quella vita: dimenticati, ignorati, praticamente invisbili alla storia dell'Eutarcato, i Guardiani incarnavano la vera ragione della stessa esistenza delle sacre Equazioni Heisenberg.
Le MdT violavano tutti  i princìpi di indeterminatezza. I Guardiani esistevano per eliminare le macchine e difendere l'esistenza suprema delle Equazioni.
Ma in quel momento, nessuno di loro aveva veramente più uno scopo.
«Ascoltatemi - continuò Caleb, cercando di radunare i suoi e farli focalizzare, un passo alla volta -, l'Eutarcato è stato ingannato, e noi, i Guardiani di Heisenberg, con esso. Ricordiamoci chi siamo, ricordiamoci il nostro giuramento.»
Gli altri si fermarono e si volsero verso il loro capo, mormorando il loro motto tutti assieme:
«Per Madian, per i Giudici, per l'Eutarcato: semper silendo.»
«Esatto amici miei, semper silendo libertatem servo. Noi non esistiamo, non siamo mai esistiti, non esisteremo mai. E oggi, un enigma insormontabile sembra averci sconfitti per sempre. Se dobbiamo far fede a quello che è accaduto, noi Guardiani siamo caduti nella trappola finale che ci ha condotti all'autodistruzione. L'Eutarcato è irraggiungibile, i Giudici non hanno più la loro forza di combattenti e hanno utilizzato l'arma finale in loro possesso, condannandosi ad esaurire ogni risorsa e allo stesso tempo a separarsi dalla civiltà che hanno sempre contribuito a difendere. Adesso, concentratevi, voglio che esaminiate la situazione da capo. Come se fosse un ennesimo scontro, un'altra delle nostre guerre temporali. Cosa facciamo in questo caso?»
«Individuiamo l'anomalia primaria.» rispose Carran.
«Bene, e qual è adesso, in questo luogo, l'anomalia?»
Tutti puntarono il dito contro l'oggetto che sarebbe dovuto essere la MdT definitiva.
«Quell'aggeggio - disse Maon, mentre Acsa srotolava i cavi e sistemava i computer a repulsione che avrebbe condotto un esame approfondito dell'artefatto - quel coso, che scimmiotta un amplitruedron.»
«Davvero? Ne siete convinti tutti? -fece Caleb- perché io credo che l'anomalia sia la sezione dyson: scorpora una sezione di spaziotempo e la isola, giusto?»
Gazez interruppe i suoi, peraltro inutili, tentativi di ripristinare le comunicazioni sub e intraspazio: «La dyson è stata autorizzata perché questa presunta MdT sarebbe dovuta essere quella definitiva...»
Caleb annuì, invitando il compagno a continuare.
«Ossia?»
Era un pensiero difficile da formulare, era il nemico finale dei Guardiani di Heinsenberg, il loro incubo peggiore.
«La MdT terminale destruttura tutto il continuum, nelle sue componenti principali: la freccia del tempo collassa in una singolarità, l'entropia oscilla in risonanza con una sua nuova forma, l'entropia complessa, e la gravità viene riscritta come se fosse capace di salti quantici.»
«Già -fece Caleb- e la sezione dyson consente di isolare questo evento; e adesso ditemi, perché usare la dyson su una sezione così enorme di continuum. Perché non puntarla semplicemente intorno alla MdT?»
Reghem fece un sorriso amaro, i suoi bioimpianti ancora funzionanti al massimo regime che gli imponevano uno sforzo fisico e mentale superiore al resto della compagnia.
«Capo, va bene tornare alle basi, ma questo è l'abc della guerra temporale: non puoi isolare il funzionamento di una macchina del tempo. Il suo raggio di azione nel continuum è per definizione enorme; banalmente, potrebbe essere già stata attivata, o lo sarà in momenti in cui non riusciamo a fermarla. E la natura della MdT terminale, è tale per cui nemmeno gli usuali segnali del suo utilizzo verrebbero da noi intercettati con gli strumenti dei Guardiani. Siamo.... saremmo impreparati ad affrontarla. La dyson va aperta... maledizione l'abbiamo aperta nel solo modo utile: dando per scontato che la MdT avrebbe in futuro agito su tutti i passati del nostro attacco a venire.»
«Sì, il che vuol dire su tutto il continuum delle nostre operazioni. E data la nostra natura, questo vuol dire su tutta la nostra storia. Capite? La sezione dyson è  l'arma definitiva. Ma contro noi stessi.»
«Sei impazzito, Caleb? -lo rimproverò Acsa- Vorrebbe dire che qualcuno dei Giudici ha tradito. Una follia.»
«No, infatti: sto solo dicendo che la logica della guerra temporale ci porta a questo. La dyson è l'arma per distruggere tutto quello che siamo, ma allora quello...» e indicò l'amplitruedron «....ecco, secondo me è qualcosa di più di uno specchietto per le allodole.»
A questo punto aveva davvero l'attenzione di tutti.
«Se pensiamo che sia tutto genuino, che questo posto era attaccabile solo con l'arma definitiva di noi Guardiani, con tutte le nostre risorse, e con il nostro estremo sacrificio, domandiamoci: cosa i Giudici hanno sempre riverito come il segreto finale, la vera conoscenza ultima?»
La sua rivelazione, per quanto assurda, si stava facendo largo nella consapevolezza del piccolo gruppo di sopravvissuti.
«Per la luce di Madian... questa....» Acsa cercò di finire la frase; Maon le mise una mano sulla mano, osservando l'amplitruedron con una nuova espressione di riverenza.
Carran era già in ginocchio, a pregare.
Gazeb si avvicinò a Caleb, incerto se sorridere o provare sgomento.
«Sì, amici miei -disse infine Caleb- questo non può che essere il Creatore. Assomiglia a una MdT e non lo è solo perché è colui che crea le macchine del tempo. Abbiamo trovato il segreto finale, il punto di non ritorno che i Giudici hanno sempre temuto, di cui si sono sempre rifiutati di parlare. Questo oggetto contiene gli schemata per realizzare ogni possibile MdT concepibile.
Adesso dobbiamo solo capire come usarlo per ribaltare questo disastro a nostro favore.»
«Non solo -aggiunse Maon- direi che dobbiamo anche capire chi  ha inscenato tutto questo. Perché una cosa è chiara: tutto questo, è comunque palesemente un'esca....»


Disaccoppiamento matrice sephiroth...
Log unispazio disattivato...
In attesa nuovi dati...
In attesa nuovo spazio di calcolo...
Oculus Unispaziale in sovraccarico...

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