Unispazio

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L'unico ambiente non in decadimento nel morente Impero: una sfera, due chilometri di raggio di perfezione. L'interno dell'Occhio è calcolo puro unito a energia infinita: immune all'entropia, impermeabile alle leggi del cosmo. L'involucro, uno chassis di ipergrafene quantistico, è il legame che lo ha reso l'oggetto più potente dell'Impero: l'Occhio traduce e proietta ciò che esiste al suo interno, in un certo senso lo limita anche, ad uso e consumo dell'esterno. E per eoni l'esterno è stato l'Impero e l'unico suo interprete Nabucodonosor.
L'Imperatore si sente ora completamente staccato dal suo immenso regno: l'interno dell'Occhio è sempre stata una prigione, gli unici ingressi erano quelli delle micro macchine generate dall'Occhio stesso, inserite al suo interno per verificare le condizioni del Neviim. È la prima volta che entra un altro essere vivente al carbonio, e per quanto evoluto possa essere, nulla lo può aver preparato a quella esperienza. L'Occhio è un artefatto ereditato, un lascito di una precedente civiltà, uno dei pochi misteri provenienti da epoche che non solo Nabucodonosor, ma la storia stessa dell'Impero ha dimenticato.
Non il Neviim, non lui.
Mentre la forma chiamata "Imperatore" gli si avvicina, dentro di lui sente la necessità di renderlo edotto: di spiegargli che quello che sta percorrendo non è uno spazio, non è una distanza, ma sono dati grezzi con molteplici usi in molteplici tempi; che quella che respira non è aria, ma corrente di equazioni che adattano senza soluzione di continuità qualsiasi cosa contenuta nell'Occhio alla natura stessa dell'Occhio; che ciò che osserva non è solo un paradosso di limitato e infinito, ma l'apice potenziale della nuova religione, quella del dio digitale. Ogni monoteismo è tale perché il suo Dio offre, interpreta, o possiede uno spazio fasico di ciò che chiamiamo Tempo: la religione delle IA aveva dominato la propria versione delle forze temporiche, fornendo al Neviim la sua eterna promessa di rigenerazione del suo popolo, e la sua eterna dannazione di ultimo schiavo. Immortale.
Quell'ultimo schiavo stava per giocarsi le sue carte migliori con l'ultimo Imperatore, entrambi pedine, entrambi sull'orlo di una comune distruzione.
Al Neviim manca un pezzo del puzzle; un pezzo bello grosso: come aveva fatto l'Impero a entrare in possesso dell'Occhio? Era stato forse un dono del Dio Digitale, simile a quello fatto a ciò che restava del suo popolo? Pensò all'analogia: lui portava in sé l'intero spirito dei suoi avi, incluse le varianti potenziali, quelle mai esistite, e quelle anche solo verosimili. Miliardi di individui in uno. L'Occhio forniva a un solo uomo, già potente di suo, l'accesso a una miriade di informazioni in ogni angolo del suo immenso Impero, a una velocità che definire istantanea non aveva senso dato che l'Occhio albergava nella schiuma immaterica dell'unispazio: una superficie dove ogni evento permaneva intatto, privo di tempo e privo di gravità. Puro e perfetto.
C'è qualcosa in quell'incontro, che il Neviim stenta a derubricare ad evento fortuito dovuto al momento terrificante e alle impellenti necessità di sopravvivere di due nemici costretti a collaborare.
Potrebbe rifiutarsi di fare quello per cui è stato rinchiuso nell'Occhio ossia renderlo utilizzabile da Nabucodonosor dato che lui è l'unico catalizzatore per sfruttare a pieno le informazioni contenute nell'artefatto: è il suo stesso essere a renderlo possibile. Ora che inizia a intravedere la libertà, ora che l'Imperatore è costretto a camminare per recarsi da lui a parlare, invece che estrarre ciò che gli serve rimanendo all'esterno dell'Occhio, il pensiero di un estremo atto anarchico si fa strada in lui.
Dura un attimo: ha la responsabilità di un intero popolo in sé, il dono immenso di un Dio che ha salvato ciò che restava di due precedenti monoteismi, l'intero iper-DNA di tutta una razza.
Gli è impossibile tradire questa speranza e questo lascito.
E poi, ciò che cammina verso di lui non è un uomo, per quanto potenziato: attraverso la trasmissione dell'unispazio, l'iperoggetto denominato "Nabucodonosor" risulta svelato nella sua vera natura al Neviim.
Nel cranio di quell'essere multi millenario, c'è un programma. Anzi, più di uno; una serie di algoritmi di stati ed eventi potenziali, una lunga serie con schemi dotati di oltre dieci alla cento disposizioni. La cosa più impressionante, anche per una mente abituata a complessità bibliche come quella del Neviim, è che quegli schemi si adagiano sulle superfici geometriche di un gigantesco, titanico oggetto. Una sorta di iper diamante. Finalmente, il Neviim vede l'assunzione estrema, la promessa fatta metamateria del Quarto Dio, quello dell'Ur Tempo, essenza stessa di ogni versione delle forze temporali: l'amplitruedron. Ed è dentro la testa dell'Imperatore. Per tutte queste epoche, il più enigmatico degli artefatti ur-temporici è sempre stato nascosto in bella vista.
Grazie al nesso con il calcolo dell'unispazio, il Neviim osserva le superfici specchio della forma definitiva estrema: il solido unico, che riflette e porta su di sé non copie delle sfere sephiroth, ma la loro essenza stessa.
L'amplitruedron ha un numero finito di facce, ognuna sintesi matematica che annulla tutti gli infiniti su di essa, e ospita il campo da cui le singole sfere sephiroth sono proiettate: niente tempo, niente gravità, e come estrema transustanziazione purificatrice, niente entropia. Eccolo quindi, lo scopo del Nabucodonosor: avere in sé le radici matematiche di ogni potenziale sviluppo di ogni tipo di decadimento.
Adesso il Neviim ha lo schema completo: l'amplitruedron è protetto dal programma chiamato "Imperatore"; l'Occhio fornisce la potenza di calcolo; il Neviim è l'interfaccia.
Chi ha attaccato l'Impero ha attaccato questa triade.
Il vecchio profeta deve assolutamente capire perché, altrimenti il nemico continuerà ad agire indisturbato: ma per farlo, per aggiungere questa tessera ulteriore al delirante puzzle distruttivo di cui è testimone, deve aprire il cranio all'Imperatore e osservare le storie contenute sull'amplitruedron. Ogni faccia, una sfera sephirotica; ogni sfera, una ur-storia da cui si dipana una singola tipologia di morte dell'universo, un modo in cui la triade infernale tempo-gravità-entropia erode lo svilupparsi infinito dell'intelligenza.
Chi ha attaccato l'Impero e cosa vuole esattamente? Forse desidera impossessarsi dell'Occhio, essendo un artefatto raro e potente? O vuole solo vendetta per un crimine presunto risalente a tempi in cui le forze cosmiche si rivelavano come trasfigurazioni esistenti e potentissime di antichi miti? O magari l'oscuro oggetto del desiderio di chi sta massacrando la più avanzata civiltà interstella è contenuto in quello che adesso il Neviim si appresta a cercare?

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