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Le gambe di Stiles tremavano, le dita tamburellavano sul finestrino del treno e gli occhi si spostavano incessantemente su ogni elemento del paesaggio, quasi come se divorare ogni fotogramma di ciò che gli scorreva davanti agli occhi potesse accorciare le distanze, ridurre il tempo.

Il libro che aveva cercato di leggere per i primi venti minuti giaceva abbandonato sul sedile affianco al suo, un segnalibro infilato malamente in mezzo alle pagine per non perdere il segno.
Avrebbe dovuto leggerlo per il compito di letteratura della settimana successiva, ma non riusciva a concentrarsi. Al diploma mancavano solo pochi mesi e lui non aveva nessuna intenzione di fallire i suoi esami, ma almeno per un giorno voleva dimenticare tutto.

Non poteva farne a meno: stava per arrivare a Boston, da Derek.

Non si vedevano da un po' più di due mesi e gli era mancato come l'aria, nonostante si sentissero tutti i giorni.
Dopo aver passato due settimane a così stretto contatto con il più grande, la separazione era stata abbastanza traumatica. Non poter più dormire con lui, non potersi più stringere a lui, lo aveva divorato dentro.
D'altra parte, però, probabilmente era stato un bene passare del tempo separati. Avevano avuto lunghissime conversazioni al telefono e avevano capito che sì, quella tra loro non era stata una cosa passeggera, magari dettata dalla situazione, dalla paura e dalla tensione, dall'estrema vicinanza.
E Stiles non poteva esserne più felice, ma Derek gli era comunque mancato come l'aria.

Il treno iniziò a rallentare progressivamente. Avevano annunciato la sua fermata, e a Stiles tremavano le gambe mentre trascinava la sua valigia giù dal treno.
Si guardò intorno spaesato, iniziando a muoversi in direzione dell'uscita per evitare di intralciare le persone che si accalcavano per salire sul treno da cui lui era appena sceso.
Continuava a spostare lo sguardo sulla gente che lo circondava, sperando di vedere il viso del suo ragazzo, e rischiò più volte di andare a sbattere contro qualcuno.

-Stai attento, ragazzino!-lo apostrofò un uomo di mezza età, spostandolo malamente e superandolo in un lampo. Stiles incespicò, rischiando di finire a terra e di inciampare sulla sua stessa valigia, ma si sentì afferrare prontamente per le spalle. Delle braccia forti lo circondarono da dietro, e, quando Stiles alzò lo sguardo, delle labbra carnose si posarono sulle sue, trascinandolo in un bacio che sapeva di passione, di nostalgia, di felicità, di casa.

Stiles si perse nel bacio per dei lunghi istanti, chiudendo gli occhi e abbandonandosi tra le braccia di Derek, che lo sostenne e lo attirò a sé ancora di più.
Stiles lasciò cadere la valigia che aveva stretto tra le mani fino a quel momento, voltandosi nel mezzo abbraccio per poter finalmente vedere in faccia Derek, divorare con lo sguardo ogni suo particolare.
Certo, avevano fatto delle videochiamate, ma nessuno schermo poteva rendere tutti i particolari del suo viso, tutte le sfumature dei suoi occhi. Nessuno schermo, soprattutto, gli permetteva di toccare la sua pelle, strusciare le dita sulla sua barba. Nessuno schermo gli permetteva di attirarlo nuovamente a sé per un altro bacio.

-Buon compleanno.-sussurrò Derek quando si furono separati, poggiandogli un ultimo bacio leggero sulle labbra e poi afferrando con una mano la valigia di Stiles e con l'altra la mano del più piccolo, le cui dita andarono immediatamente ad intrecciarsi alle sue.

*****

L'appartamento che Derek aveva preso in affito per quei mesi di corso era piccolo ma accogliente. Niente se paragonato a quello di New York, ma sicuramente confortevole e, soprattutto, vicino al lavoro.
Stiles si guardò intorno con curiosità, lasciando che Derek portasse la valigia nella sua camera.

Per qualche motivo la sua felicità era andata a mescolarsi con una buona dose d'ansia, e Derek sembrò accorgersene perché gli strinse le mani tra le sue e gli poggiò un casto bacio sulla fronte.

Bodyguard ~ SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora