Capitolo 3

408 17 1
                                    

Mi svegliai con i raggi del sole che filtravano dalla tenda scura. Mi ero addormentata cercando di escogitare un piano. Ero rimasta alzata per tutta la notte, appicicata contro la finestra di quella lugubre camera ad attendere di essere salvata. Come una donzella in pericolo. Assurdo! Mi alzai dal letto e mi sgranchii le gambe. Dove si erano cacciati i miei salvatori? Mi sembrava strano che non fossero riusciti a rintracciarmi...eppure ero ancora rinchiusa lì. All'improvviso nella mia testa vorticarono un milione di domande. Se non erano riusciti a trovarmi voleva dire che ero lontana dalla mia città. E se ero lontana...dove cavolo mi trovavo? Fui riscossa dai miei pensieri quando sentii dei passi vicino alla mia porta.

-Signorina Pierce, Amon vi aspetta per la colazione- Riconobbi la voce. Era capelli a spazzola.

-Non intendo uscire dalla stanza, quindi dica al CARO Amon che non mi vedrà arrivare.- risposi riprendendo a camminare su e giú per la camera.

-Sua eccellenza, sapeva che avrebbe risposto in questo modo. Così mi ha detto di riferirle che se non scenderà a fare colazione entro 10 minuti ucciderá un umano che ha catturato questa mattina.- Dopo aver detto questo, sentì capelli a spazzola allontanarsi e tutti divenne silenzioso.
Come poteva uccidere un umano solo perchè io non volevo scendere? Krieg mi aveva spiegato che Amon era sempre stato un'estremista. E con lui i suoi seguacei. Non potevo far uccidere una persona solo per una colazione. I miei occhi caddero sugli abiti che aveva lasciato la bionda e sbuffai.

********

I minuti a disposizione stavano terminando e non avevo ancora trovato la sala da pranzo. Mi ero persa. Avevo capito di trovarmi in un antico castello, subito dopo aver imboccato un corridoio appena uscita dalla mia stanza. Mancavano 3 minuti e poi avrebbe ucciso quel povero ragazzo... 2 minuti...1 minuto. Mi concentrai e cercai di ascoltare ogni singolo rumore per rintracciare dove quel maledetto si trovasse. 30 secondi. Bingo! Spalancai gli occhi e corsi verso la destinazione. 1 secondo. E spalancai un'imponente porta di mogano.

-Bravissima! Complimenti signorina Pierce!- esclamó Amon battendo le mani. Davanti a me si stagliava una stanza enorme con al centro un tavolo grandissimo. Le pareti erano ricoperte di tende pesanti e cremisi. Amon non era solo. C'erano un sacco di altri vampiri, tra cui capelli a spazzola che stava servendo un calice di quello che sembrava vino ad Amon.

Un ragazzo attiró la mia attenzione. Lo spuntino. Come potevano trattarlo così? Era seduto per terra e cercava disperatamente di liberarsi dalle corde con cui era legato. Mi guardava implorante di aiutarlo, ma ero sotto gli occhi di tutti e poi Amon mi stava fissando. Decisi di stare al suo gioco. Ormai ero arrivata, non c'era bisogno di sacrificarlo. No?

- Prego, siediti pure!- disse Amon, mostrandomi con la mano il posto libero accanto ad un altro vampiro. Aveva i capelli rossi e occhi verdi che sembravano quelli di un gatto. Carino.

Tutti mi fissavano e ridevano. Che rabbia! Mi avvicinai al tavolo e mi sedetti.

-Prendi pure il sangue di quel ragazzo! É un regalo per essere arrivata qui.- mi spiegó Amon.

Mi ero sbagliata.

-Non ci tengo! E comunque non lo definerei 'essere arrivata' piu che altro rapita- sbottai, fissandolo negli occhi. All'improvviso tutti si zittirono e posarono gli occhi su di me e poi su Amon, ripetutamente. Probabilmente ero la prima che discuteva gli ordini del 'Gran signore'. Di sicuro non avrei svolto i suoi ordini. Chi si credeva di essere? Amon rimase lì con il suo sorriso beffardo, dipinto sul volto. L'avrei giá preso a schiaffi, ma sapevo che mi avrebbe uccisa.

-Se non te lo prendi tu, saró felice di farlo io- disse con tono piatto il vampiro dai capelli rossi. Lo vidi alzalsi e dirigersi vero il ragazzo sacrificale. In un nanosecondo mi materializzai davanti a lui e lo scaraventai contro la parete. I canini erano spuntati. Mi trovavo davanti al ragazzo-preda, che aveva avuto un sussulto, spaventato dalla parole pronunciate dal vampiro.

-Ehi! Cazzo fai?- mi chiese rialzandosi il vampiro.

-Non osare toccarlo!- ringhiai. Probabilmente mi avrebbero preso per pazza ma Krieg ci aveva insegnato a nutrirci con delicatezza e solo in caso di bisogno, dagli umani. Questo ci differenziava da loro. Non uccidevamo gli umani solo per divertimento. Pochi consideravano giusto questo tipo di vita e quei pochi che c'erano erano stati spazzati via dall'odio di Amon. Di solito io e Jason utilizzavamo le sacche di sangue rubate all'emoteca per nutrirci.

-Ma l'avete sentita? É pazza! Come ti ha insegnato a cacciare Krieg?- e rise come un forsennato.

-Meglio di come ti ha insegnato Amon, probabilmente!- dissi con sarcasmo.

Ringhió e cercó di attaccare ma una voce risuonó nella stanza.

-Mark calmati- Girai la testa e vidi un ragazzo che probabilmente aveva la mia età. Quando ero entrata non l'avevo visto. Doveva essere arrivato mentre stavo discutendo con Amon. Era seduto con un braccio appoggiato allo schienale della sedia. Aveva i capelli neri corvini che gli ricadevano sulla fronte. Due occhi azzurri come il ghiaccio mi fissarono. Il mio cuore perse un battito. Strano, dato che ero morta. Deglutii. Quegli occhi mi confondevano. Era come se tutti gli altri si fossero dissolti, lasciando solo io e lui.

-Ma Daniel no...- cercó di replicare Mark. Daniel. Si chiamava Daniel.

Occhi di ghiaccio lo fissarono e Mark smise all'istante di lamentarsi. Vidi Mark sedersi e guardarmi in cagnesco. Amon interruppe quel momento di beatitudine in cui mi ero ritrovata, ridendo cupamente.

-Sei una sorpresa continua!- e riprese a ridere- Sarà uno spasso averti qui!- concluse e si portó alla bocca una forchetta di non-so-che-cosa.

Mi sentii imbarazzata, mentre tutti mi guardavano sorridendo e ridendo. Sembravano tanti pappagalli che ripetevano quello che faceva il padrone. Daniel invece rimase in silenzio, con la testa china e gli occhi chiusi. Probabilmente stava ridendo sotto i baffi, senza darlo a notare. Ero diventata il giullare di corte!

Guardai per un ultima volta il ragazzo alle mie spalle e infastidita dal rumore delle risate che gli altri si stavano facendo di me, uscii dalla stanza.

Non avrei sopportato la loro vista neanche per un minuto. Io non sono come loro, continuavo a ripetermi.

Arrivai davanti alla scalinata che mi avrebbe portata ai piani superiori.

Mi guardai intorno. Nessuno. E vicino alla rampa di scale, proprio di fronte, stava la porta. La mia agognata libertà.

Mi guardai in giro e colsi l'occasione. Mi fiondai sulla porta.

-Dove credi di andare?- Ancora quella voce. Mi immobilizzai. Mi voltai e lo vidi li davanti a me. Stupendo. Ma cosa vado a pensare? Stavo impazzendo. Deglutii. Non sapevo che cosa rispondere.

-Me ne vado- dissi e mi girai per aprire la porta. In quel momento andai a sbattere contro qualcosa di duro. Sollevai lo sguardo e lui mi stava davanti. Non so come ma arrossii.

-Non credo proprio, Kat- mi rispose.

Come diavolo sapeva il mio nome?

-Cosa vuoi?- dissi scocciata.

-Da te niente. Devo solo tenerti d'occhio-

-Tenermi d'occhio?- chiesi stupita.

-Esatto. Sono gli ordini di Amon. Da ora in poi saró la tu...- non lo feci finire e conclusi la frase.

-La mia guardia del corpo?-

-Una sorta di guardia del corpo. Si!- sorrise. Un sorrisetto sghembo stupendo. Ne rimasi quasi catturata.

Scossi la testa per togliere quella sensazione.

-Ora torna di sopra- mi disse calmo.

-E se non volessi?- mi impuntai.

-Allora ti ci porteró io.- disse con sguardo malizioso -Decidi Kat... Con le buone o le cattive...- Arrossi violentemente. Mi sentivo strana. Non mi era mai successo. Deglutii e girai sui tacchi.

Raggiunsi le scale, ma prima di salire mi voltai. Daniel era ancora davanti alla porta d'ingresso con le mani in tasca. Lo fissai per un secondo e gli feci la linguaccia. Lo vidi fissarmi con quel suo sorrisetto sghembo e i suoi occhi brillarono.

Piú viva che maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora