•7• Promessa

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Resterò con te per sempre, te lo prometto.

Erano le parole che un giorno, Hiroto, gli aveva detto, precisamente cinque anni prima. Il giorno in cui si erano fidanzati.

Hiroto non aveva mantenuto la promessa.

Hiroto lo stava lasciando per sempre e Midorikawa sapeva che non sarebbe tornato mai più perché stava per morire a causa di uno stupido incidente stradale, per colpa di una macchina che aveva deviato la corsia.

Aveva aveva appena preso la patente e Ryuuji non avrebbe mai dimenticato il sorriso sul suo volto quando sfoderò il tesserino per la prima volta, due settimane prima.

Erano vent'anni. Solo vent'anni.

Era buffo come ci volesse così tanto per nascere e così poco per morire, si ritrovò a pensare, Midorikawa, mentre osservava il corpo inerme del ragazzo sul lettino, con le lacrime che non volevano saperne di stare al loro posto.

«Non lasciarmi ti prego.. me lo avevi promesso» mormorò, stringendogli la mano. La dottoressa entrò nella stanzina e toccò la spalla di Midorikawa che sussultó livemente spaventato, poi si girò verso di lei.

«L'orario di visita è finito, Midorikawa. Potrai tornare domani!» disse e il ragazzo dai capelli verdi annuì, alzandosi e facendo un inchino in segno di saluto, ma non prima di aver baciato delicatamente le labbra di Hiroto, che trovava fredde e secche.

Midorikawa era terrorizzato al pensiero di perderlo, non sapeva cosa avrebbe fatto senza di lui.

Tornato a casa, si era buttato sul loro letto, che da due anni a quella parte condividevano e che da quel momento fino a che l'altro non si sarebbe svegliato -o se si sarebbe svegliato-, avrebbe sentito vuoto, troppo vuoto.

Il suo profumo era ancora impregnato nelle coperte e nel suo cuscino, che strinse a sé, senza bloccare il flusso di lacrime che stava inondando il suo viso, nella speranza che Hiroto si risvegliasse, che tutto ciò fosse solo un sogno.

Passavano i giorni, cinque, dieci, venti e Hiroto ancora non dava nessun segno di miglioramento. Ogni giorno Midorikawa era lì a parlargli, spesso in lacrime, perché i dottori dicevano che la persona in coma sentiva comunque l'esterno e il parlare con essa ne favoriva il risveglio.

Erano passati venti giorni e Hiroto era ancora lì. Midorikawa non sapeva più che fare.

Venti, trenta, quaranta, cinquanta. Un mese e mezzo era passato.

Midorikawa stava perdendo le speranze, quasi non sentiva più niente, gli era difficile anche piangere o esprimere un normale sentimento, aveva completamente svuotato la sua riserva di lacrime.

Era sicuro di non averne più.

«Midorikawa! Finalmente hai smesso con quella lagna, non se ne poteva più» aveva esordito Nagumo, seduto su una delle sedie in sala d'aspetto.

Midorikawa girò il viso verso di lui, furente. «Scommetto che se al posto di Hiroto ci fosse stato Fuusuke avresti avuto una reazione molto più esagerata della mia, Haruya.» disse freddamente, senza scomporsi più di tanto. «Quindi stai zitto» aggiunse, poco dopo aver colto la testa verso il pavimento.

Nagumo ammutolì poiché probabilmente il verdino aveva ragione. Ma più che per questo, la freddezza con cui Midorikawa si era espresso, non l'aveva mai vista neanche nel suo, di ragazzo.

E Fuusuke sapeva essere anche peggio di un iceberg, quando voleva.

«Quasi due mesi. Quasi due mesi..» mormorò Midorikawa, riprendendo a piangere con la testa fra le mani e scuotendola forte, come se cercasse di svegliarsi da un brutto sogno.

E in poco tempo i mesi si trasformarono da due e mezzo a tre, tre e mezzo, quattro, cinque.

Era quasi metà anno. Erano esattamente centocinquantadue giorni che Midorikawa non vedeva gli occhi di Hiroto, né sentiva la sua voce o il calore delle sue labbra.

Stava perdendo le speranze.

«Sai Hiroto, tra due mesi sono cinque anni che stiamo insieme, spero solo che per quel giorno tu abbia ripreso conoscenza. Non voglio che il giorno più bello della mia vita sia ricordato con te inerme su questo lettino.» disse quel giorno di luglio, mentre gli accarezzava il dorso della mano con il polpastrello del pollice, guardandolo. Era meno pallido rispetto ai giorni precedenti e le sue labbra erano leggermente più rosee, ma comunque sui toni del viola. La fascia che era attorno alla sua testa era stata rimossa, lo stesso valeva anche per il gesso al braccio sinistro e alla gamba destra. «Dai, Hiroto.. non puoi morire, ti prego. Non puoi lasciarmi così, mi hai fatto una promessa, ricordi? .. e poi, ti hanno fatto mettere anche gli occhiali contro la tua volontà, lo ricordi vero? Vuoi darla vinta a loro?» chiese Midorikawa, deglutendo e cercando di cacciare via le lacrime.

Sentì un mugugno, poi una piccola risatina soffocata «Ovviamente no, Ryuuji, non ho intenzione di darla vinta a quelli della scuola di guida. Tornerò a guidare e farò vedere loro che gli occhiali non mi servono!» mormorò la voce.

Midorikawa alzò di scatto la testa, guardando Hiroto, che a sua volta lo stava guardando, con gli occhi sgranati.

«Hiroto» riuscì solo a dire Midorikawa, per poi avvicinarsi e accarezzargli la fronte, poi lo abbracciò. «Dimmi che non è un sogno» mormorò.

Hiroto ridacchiò e gli accarezzò dolcemente i capelli verdi «Non lo è, amore mio. Non lo è» mormorò, prendendo ad accarezzargli la guancia bagnata dalle lacrime.

Ryuuji sorrise e, finalmente dopo cinque lunghi mesi, poté rivedere gli occhi acquamarina di Hiroto guardarlo.

«Ryuuji, cinque anni fa ti ho fatto una promessa. E ho intenzione di mantenerla finché non sarà la natura a portarsi via uno di noi. E non uno stupido incidente» disse Hiroto, alzandosi a sedere e, infine, attirando a sé il fidanzato e baciandolo con passione. «Noi due resteremo insieme per sempre, Mido. Per sempre.»

Okay io ho scritto questa shot perché dovevo, ci pensavo da tantissimo e quindi l'ho stesa. Ero indecisa se pubblicarla o no.

Inizialmente Hiroto doveva essere un fantasma, quindi morto ma, hei, io non voglio Midorikawa depresso e soprattutto non posso rovinare la mia HiroMido.

Quindi, se volete fornirmi qualche prompt (tema per le shot) commentate questa riga.

Sicuramente una delle prossime One Shot sarà ambientata dopo la sconfitta della Genesis, quando tutti sono costretti a evacuare la Aliea Gakuen e quando a tutti gli "alieni" viene tolta la potenza della pietra e tornano umani.

Questo mi era stato chiesto qualche capitolo fa ma l'ho letto ora e siccome la richiesta era "Alius Academy" io ho deciso di fare un post Alius Academy poiché non so interpretare i caratteri di Reize e Gran.

Spero che questa shot vi sia piaciuta, mi scuso per gli eventuali errori presenti e alla prossima!

Raccolta One-shots || HiroMidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora