{12}Cioccolatini

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Pov Soyon:
Ormai erano giorni che mi trovavo in ospedale, sdraiata in quell'orribile letto, con quell'orribile camice azzurro e il tubetto della flebo perennemente attaccato al braccio che dovevo portarlo dietro ovunque andassi.

Ogni pomeriggio dopo la scuola veniva a trovarmi Subin, quando Jaemin non poteva venire a potermi fare compagnia.
Mi aveva aggiornato sulla scuola, che Jaemin fosse tornato a lezione anche se suo padre ancora era in giro.

Nelle ore in cui lui veniva a trovarmi passavo il tempo ad obbligarlo a studiare anche se non faceva altro che cercare mille modi per distrarmi dal mio obbiettivo.
Ci stavamo avvicinando sempre di più in questi giorni, io stavo iniziando a stare bene. Tornai a mangiare a modo, tornò la sensazione della fame, quella voglia pazzesca di mangiare non appena il naso percepiva qualche buono odore di cibo. Iniziai a sorridere nuovamente, tutto grazie alle persone che ogni giorno perdevano tempo con me nella stanza, e grazie a lui.

Ormai mancava solamente qualche giorno alla festa dei mostri, Halloween, ed io ero ancora qui, distesa sul letto dell'ospedale a guardare fuori dalla finestra. Avrebbero dovuto farmi uscire a breve, almeno speravo fosse così.
Come al solito ciacciai sul telefono per passare il tempo, scorrevo le storie delle persone svogliatamente fino a fermarmi a quelle di Subin e come al solito in mezzo ai video dove inquadrava Chenle ridere come uno scemo, ce n'era una di lei e Jeno <sono così adorabili...> sussurrai sorridendo come una scema non appena Jeno si avvicinò a Subin per dargli un bacio sulla guancia. Venni distratta da mia madre che entrò nella stanza sorridente <preparati torni a casa> accennò posando una borsa sul letto per poi uscire di nuovo. Mi alzai e andai in bagno a prepararmi: maglia bianca con il collo alto, un cardigan blu e dei jeans a vita alta larghi e le mie amate nike bianche <addio camice orribile!> esclamai posandolo a terra, mi sistemai i capelli e mi truccai almeno un minimo, nascondendo quel briciolo di occhiaie che non erano andate via del tutto.

Tornai di là e mi sedetti sul letto aspettando il ritorno di mia madre o mio padre, ma di loro nessuna traccia. Lì aspettai per interi minuti e dopo un po' qualcuno bussò alla porta <avanti> vidi entrare Subin insieme all'altri che sorrisero tutti insieme come idioti, Chenle mi corse incontro <finalmente fuori> urlò, anzi strillò come suo solito <hey lasciami abbracciare la mia migliore amica in santa pace!> esclamò Subin spostandolo lontano da me per poi abbracciarmi <perché siete qui?> domandai confusa <tua madre mi ha chiamata> si staccò dall'abbraccio, ed anche se c'erano tutti, notai la sua assenza.

<bene, adesso che ti abbiamo salutata andiamocene> disse Jeno arruffandomi i capelli <di già?> domandai mettendo il broncio e incrociando le braccia <certo signorina hai altre visite> accennò Haechan facendomi l'occhiolino ed uscirono dalla stanza.

<altre visite?> sbuffai e mi sedetti nuovamente sul letto e sentii qualcuno bussare di nuovo.

Quando alzai lo sguardo e lo vidi appoggiato alla porta riuscii a sentire il cuore sussultare ed un senso di leggerezza mi sovrastò. Con quel suo sorriso stupendo e i capelli arruffati ma allo stesso tempo perfetti, una maglia bianca da cui si intravedevano i pettorali, una giacca di pelle e dei jeans neri. Tutto perfettamente abbinato a quello che era il ragazzo più bello che avessi mai visto.
Me ne innamorai, di nuovo, o forse di più.

<posso entrare?> chiese inclinando la testa, annuii e lo vidi entrare con la mano sinistra dietro la schiena <che hai lì dietro?> domandai avvicinandomi velocemente ma si spostò <daii> urlai facendolo ridere mentre schivava i miei tentativi di girarlo.

Appena alzò il braccio e mise in alto la busta sbuffai.
Iniziai a saltare come una scema per cercare di arrivare a prenderla, ma era troppo in alto.
<Soyon> disse mentre continuava a ridere, poi ci scontrammo e mi ritrovai praticamente addosso a lui, con il suo braccio intorno ai miei fianchi per non farmi cadere e il suo volto rivolto in basso per guardarmi meglio, gli spuntò un mega sorriso e sentii nuovamente quella sensazione strana, quelle maledette farfalle nello stomaco e il cuore chiedermi pietà. Quel silenzio mi stava torturando, il suo sguardo lo stava facendo, tutto in quel momento.

Your Smile - na jaeminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora