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Tristemente stava preparando la colazione, ora era sola davvero. Bucky era andato sul fronte e Steve si stava arruolando per l'ennesima volta. Allora eccola sola che aspettava che le uova si cuocessero. Ormai era passata una settimana, sola aspettando la lettera famosa di Bucky che le assicurava che tutto stesse andando bene. Una settimana e i demoni dentro di se si facevano sentire a gran voce. Lei era una ragazza disturbata, per colpa del suo raccapricciante passato. Però con la testa ci stava ancora, si poteva recuperare. Andava al mercato e prendeva il necessario per la cucina, periodicamente andava a scuola e le faccende di casa le faceva con sublime. Il suo problema era che ogni tanto, ormai spesso, sentiva quelle vocine spargersi per il cervello facendole venire idee innaturali.
Sulla tempia le si appoggiò con professionalità un oggetto freddo, squadrato che Tayna conosceva bene. Era una pistola. Alzò le mani, per sopravvivenza come aveva visto fare troppe volte. Si girò con cautela vedendo due uomini. Li squadrò da capo a piede e subito capì che non erano americani, forse per le svastiche stampate a lato.
-Voi chi siete?- chiese con troppo coraggio nel cuore. Le voci facevano spazio incitandole violenza, per la prima volta dopo anni le assecondò. Prese la canna della pistola, tirando l'arma a se. Impedì all'aggressore di fargli sparare il colpo. Gli puntò la pistola contro, facendo una smorfia infuriata. Quando sentì il secondo tedesco alle sue spalle, diede un calcio al primo dritto in faccia. Si avviò verso la porta gettando la pistola incautamente per terra. La spalancò iniziando a correre, verso la parte più popolata di Brooklyn. Non si era neanche ricordata di prendere la borsa, era terrorizzata. Oltre per la stramba situazione, anche per il passato che faceva spazio nei sui ricordi.Si fermò solo quando il fiato si tagliò netto in gola e i corti capelli, divisi da una riga in mezzo, erano scompigliati. Aprì la bocca per prendere fiato, il viso era imperlato dal sudore. Si girò alla sua destra, dove vide un adorabile bar caffè. Era davvero accogliente, emanava un profumo di un pane. Gli occhi venivano pian piano offuscati dalle lacrime, causate dal panico. Quando entrò una dolce campanella strimpellò, indicando l'arrivo della particolare cliente. Il ragazzo dietro il bancone si girò, si fece prendere dal panico vedendo la ragazza terrorizzata. Quando lei aprì la bocca per spiegare ma vide tutto nero.
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𝐈𝐍𝐄𝐋𝐔𝐂𝐓𝐀𝐁𝐋𝐄 ⭑ marvel
Fanfiction✧ . ! 𝐈𝐍𝐄𝐋𝐔𝐂𝐓𝐀𝐁𝐋𝐄 ! . ✧ L'unica cosa che riuscii a fare fu uccidere. Riuscii ad ammazzare i mostri che uccisero il mio popolo. Ma non riuscii invece a provare empatia. È il rammarico che mi deteriora l'anima. Che non riesco a f...