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Ottobre era agli sgoccioli, le prime pressioni per i test del trimestre che incombevano iniziavano a farsi sentire e la settimana dedicata all'allestimento della palestra per il ballo di Halloween era iniziata.
Dopo le lezioni, anziché tornarmene a casa a bearmi del mio sudato tempo libero, mi ero diretta nella sopracitata a passo di zombie. Per una strana sorte del destino, mi ero ritrovata ad essere una volontaria, che Katniss Everdeen mi faceva un baffo. Mase e Charlie erano già lì, mi avevano avvertito via whatsapp che erano presenti circa una quarantina di studenti e che erano stati già assegnati i vari incarichi.
Superati gli spogliatoi, notai un gran numero di scatoloni ammassati lungo la parete del corridoio, ma non era nulla in confronto al caos che c'era in palestra. Striscioni e lustrini gettati qua e là, una serie di tavoli smontati. Un altro enorme quantitativo di scatoloni. C'era da fare un bel po'. Individuai i miei amici, erano seduti a terra, al centro della palestra, ad assemblare degli scheletri. Poco più in là di loro individuai la testa bionda di Aiden. Era girato di schiena e insieme ad Isabel e Asia attaccavano una sorta di carta da parete nera. Come ad aver percepito il mio sguardo, quest'ultimo si voltò nella mia direzione e mi rivolse un sorriso che mi trapassò da parte a parte. Alzai la mano a mo' di saluto e poi raggiunsi i ragazzi.

«Lexi, eccoti!» Mi salutò un'allegra Charlie. Mason, invece, mi abbracciò.
«Mason, eddai.» Feci picchiettandogli sul braccio. Sapeva quanto detestassi le dimostrazioni d'affetto in pubblico. Non ne ero una hater, ero più per le cose fatte in riservatezza ecco.
«Non dirmi "Mason, eddai". Non ti sento da giorni. Ogni tanto ho anch'io bisogno della mia migliore amica.» Mi disse, guardandomi serio. Sul suo viso non c'era traccia del suo sorriso. Mi sentii in colpa perché stava spiattellandomi in faccia la pura verità.
«Hai ragione, è che avevo delle cose per la testa. Sono una pessima amica, giuro che mi farò perdonare.» Lo guardai negli occhi cercando il suo perdono, che arrivò subito. Si rilassò e finalmente vidi nascere il sorriso che accompagnava Mase da tutta una vita.
«Bene.»
Ci mettemmo a lavorare, chiacchierando per tutta l'ora. Il tempo volò e quando mi resi conto che la giornata a scuola fosse effettivamente terminata, quasi non volevo andarmene. Un paradosso. Una vocina del subconscio mi fece notare che forse era esattamente questa l'intenzione di Charlie, proponendo questo progetto. Ciò mi fece apprezzare ancora di più la sua persona e, guardandola mentre infilava il cappotto a palloncino, provai un moto d'affetto.
«Mase, stasera ti chiamo.» Lo salutai baciandogli una guancia. Salutai anche Charlie e i due, a braccetto, si diressero all'uscita. La palestra cominciò a svuotarsi pian piano, fino a che non restammo soltanto io, Isabel, Aiden, Asia e Patrick. Questi ultimi stavano rimettendo a posto le "attrezzature" sparse in giro per la palestra, cose come forbici e pennarelli, così seguii il loro esempio, dandomi da fare alla stessa maniera.
«Ce l'hai già un accompagnatore per il ballo?» Mi chiese quella voce che ormai avrei riconosciuto fra mille. Un sorriso spontaneo si fece largo sulle mie labbra, mentre finivo di raccogliere dei pennelli da un angolo della palestra.
«Il bello di questo ballo è che non ce n'è bisogno, lo sai, Aiden?» Gli feci io. Lo trovai appoggiato al muro con le braccia incrociate al petto, più bello che mai nei suoi blue jeans e una felpa della Champions.
«Beccato. Un uccellino mi ha detto che quel giorno sarà il tuo compleanno.» Isabel. Era lei il dannato pennuto. Feci un post it mentale: più tardi le avrei detto di tenere per sé cose che riguardavano la mia persona.
«E allora?» Lo guardai con un sopracciglio alzato.
«La piccola Alexis compie quindici anni e non ha intenzione di festeggiare in nessunissimo modo?» Mi chiese incredulo.
«Saremo tutti travestiti da qualcosa di ridicolo che spacceremo per spaventoso, per me è già un gran bel regalo.» Non è che fossi interessata più di tanto a festeggiare il mio compleanno. Aiden scosse la testa divertito.
«C'è qualcosa che fai che non sia totalmente controverso?» Mi chiese, scrutandomi fin dentro le ossa. Il mio sistema di autodifesa interiore barcollò per qualche istante ma non cedette. La sua domanda, però, la presi in considerazione più seriamente del dovuto.
«Che vuoi dire?» La luce divertita nelle sue iridi si affievolì e il suo sguardo diventò docile.
«Non lo so, hai qualche hobby?» Perché voleva saperlo? Lo guardai, pronta a cogliere una qualche sorta di fregatura, ma lui continuava a fissarmi in quel modo genuino. Accarezzai con l'indice le setole di un pennello sporco di pittura.
«Mi piace qualsiasi tipo d'arte. Nel mio personale "studio" di quest'ultima, provo a fare arte fotografando.» Feci spallucce e riportai lo sguardo nel suo. Aiden aprì bocca per dirmi qualcosa, ma venne fermato bruscamente dalle urla di mia sorella.
«Ragazzi, andiamo! Si è fatto buio!» Così il discorso cadde lì, dopo quella rivelazione. Io ed Aiden ci avvicinammo ad Isabel che ci riportò i saluti di Asia e Pat volatilizzati, nel frattempo.

«Aiden, mi servirebbe una mano. Dovrei portarmi a casa quello scatolone, per poter organizzare in tempo le elezioni per il miglior costume del ballo.» Sbuffò Isabel, indicando un cartone dall'aria abbastanza pesante. Lei sembrava piuttosto stanca. Il nostro biondissimo vicino non se lo fece ripetere una seconda volta e, con uno slancio, si caricò in spalla il coso. La cosa più "scandalizzante" fu realizzare che saremmo tornate a casa insieme a lui. Ad ogni passo che muovevo nel corridoio, verso l'uscita, il mio cervello elaborava a poco alla volta la notizia, mentre la mia cara e adorata sorellona mi fulminava con uno sguardo carico di domande. Che voleva?! Tutto ciò mi stava portando verso un'unica conclusione; nell'automobile avrei riempito i polmoni di un'aria pregna di una serie di disagi. L'impacciataggine che mi schiacciava con Aiden e il bombardamento di Isa che mi aspettava una volta giunte a casa. La vita da liceale era asfissiante.



Una volta arrivati nel vialetto di Aiden, quest'ultimo intraprese la sua impresa finale da eroe: ci lasciò lo scatolone davanti la porta d'ingresso e si congedò, pronunciando semplicemente i nostri nomi a mo' di saluto. Ad Isabel rivolse un cenno col capo, a me invece un sorriso sghembo. Di riflesso sorrisi anch'io. Un sorriso che sarebbe morto una volta richiusa la porta alle nostre spalle. Come da copione, mia sorella non mi permise nemmeno di sfilarmi la giacca.

«Allora?» Fece, incrociando le braccia al petto.
«Allora cosa?» I miei nervi diedero cenno di mollare.
«Cosa accade tra te e Aiden?» Mi chiese seriamente Isabel. Non sapevo se innervosirmi o preoccuparmi della sua apprensione. La stava facendo tragica, la faceva sembrare una cosa seria quando in realtà era... nulla. In situazioni come quelle, però, non riuscivo a stare sulla difensiva, perché percepivo una sorta di turbamento nella voce di mia sorella e tutto ciò che volevo era che fosse serena.
«Non succede nulla.» Le risposi calma.
«Ultimamente vi trovo spesso a parlottare. Non vorrei che ti prendessi una cotta per lui.» Okay, questo era troppo. Mi sembrava di vedere un Lex 2.0. Ma che le prendeva?!
«Isabel, non c'è pericolo. Siamo amici, tutto qui.» Ostentai altra calma. Non sapevo davvero da dove la stessi tirando fuori, questa sconosciuta.
«Okay.» Okay?! Era tutto ciò che aveva da dire nella guerra verbale in corso? Stavo per alzare la voce per sclerarle contro, ma una mano sulla spalla mi fece sussultare.
«Perché non placate gli animi voi due?» Tuonò Lex. «Sembra che abbiate di nuovo cinque e sei anni. Lavatevi le mani, bimbe, è quasi pronta la cena.» Ci schernì papà, prima di lasciarci lì impalate sulla soglia di casa.
Riportai lo sguardo davanti a me, guardando Isabel con una nota di delusione.
«Non mi è piaciuto come ti sei espressa, Isabel. Cazzo, non trattarmi da bambina.» Il suo sguardo si addolcì.
«Mi dispiace, ho sbagliato. Mi preoccupo per te, tutto qua.»
«Non ce n'è bisogno. Né in generale, né per Aiden.» Finalmente lei mi sorrise rassicurata, io invece, dovetti dire addio al buon umore.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 27, 2019 ⏰

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