capitolo 4

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Benedetta's POV
Il giorno dopo stavo per uscire di casa per andare all'allenamento, ma Andrea mi fermò.
"Dove pensi di andare?", disse, "sai di non poter uscire senza di me".
Che palle che era.
"Credevo che fossi impegnato", risposi a bassa voce.
Lui allora mi afferrò il braccio con la mano destra e strinse: "fai come ti dico o le cose si metteranno male".
Perciò acconsentii e partimmo insieme.
Mi chiedevo se avrebbe mai smesso, ma io continuavo a pensare che se faceva così era perché mi amava.

Sofia's POV
Quella sera ero carichissima, più di quella prima: non vedevo l'ora di rivedere benedetta.
E no, non sapevo minimamente cosa stava succedendo in me. Non avevo mai guardato nessuno come guardai lei la sera prima.
Salii in macchina di mamma e lei mi portò in palestra a una velocità micidiale.
Alle 19.23 arrivai davanti alla porta, ed entrai praticamente saltellando dalla gioia, ma morendo dentro dall'ansia.
Aprii il portone dello spogliatoio, feci per entrare e poi mi bloccai: Benedetta era lì dentro, come se mi stesse aspettando. Chiusi la porta e la salutai con la voce bassa. Lei ricambiò con un enorme sorriso e poi ci dirigemmo entrambe verso la palestra.
Quel giorno, dopo un'oretta di parte fisica, era prevista un'ora coi palloni: finalmente.
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"Bene ragazze, molto bene, vi vedo anche più in forma rispetto a ieri", disse l'allenatrice, "ora useremo i palloni, ma almeno per il primo mese le coppie le farò io in modo da farvi conoscere".
Io speravo con tutta me stessa che mi mettesse con Benedetta perché volevo conoscerla meglio.

Alla fine eravamo rimaste io, lei, Beatrice e Chiara a non essere state chiamate, quindi pensavo che almeno per una volta il destino me la mandasse giusta.
"E Sofia la mettiamo con...mmmh... Beeeatrice".
Quel "Be" lungo mi aveva un po' illuso, quindi il sorriso che avevo si era spento subito.
"Scusami coach, posso allenarmi io con Sofia così la faccio faticare un pochetto?", disse Benedetta, e mi fece l'occhiolino. Solo dopo mi resi conto che intendeva il fatto che lei era fortissima e quindi mi avrebbe fatto faticare molto di più delle altre.
Che bello però! Ero veramente al settimo cielo.
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In effetti, Benedetta mi aveva fatto faticare un sacco, ma il suo sorriso mi aveva ripagato tutte le volte.
Finito l'allenamento ero esausta, ma sempre più felice della sera prima.
Ed era tutto grazie a lei.

Benedetta's POV
Scelsi di allenarmi con lei perché avevo troppa voglia di conoscerla, e speravo che questo la portasse ad essere un po' più espansiva con me, ma niente. Era troppo chiusa, caratterialmente.
Quindi riprovai: stavolta la fermai nel corridoio che la portava all'uscita.
"Hey Sofia aspetta", dissi.
Lei si girò nel buio del corridoio e mi disse "Sì eccomi".
"Domani ci sei vero?"
"Beh credo di si, se non c'è nessun contrattempo sì".
"Va bene".
Continuammo a parlare fino all'uscita, dove ci salutammo e la vidi allontanarsi.
Allora mi resi conto che Andrea era parcheggiato là davanti.
"Chi cazzo è ora quella?", sbraitò appena richiusi la portiera della macchina.
"È una mia compagna di pallavolo nuova".
"Benedetta non prendermi per il culo, ho visto come la guardavi. Devo avere paura anche della ragazze ora?".
Io non sapevo che dire, perciò l'unica cosa che potei fare fu stare zitta e subire tutto ciò che mi diceva.
"Sei una cazzo di puttana. Ma mi spieghi che hai nella testa?", allora disse lui, e lì non ressi più.
"Ma che cazzo vuoi se per una volta ho un'amica? Non sono lesbica, sto con te e non ho bisogno di nessun'altro!".
Lui mi afferrò il collo, strinse la presa e mi guardò mentre mi stava praticamente strozzando: "tu sei mia e basta, neanche deve guardarti quella là. Ci siamo capiti o devo ridirlo?".
Annuii e mi lasciò il collo, dopo aver stretto ancora di più la presa per qualche istante.
Tu sei mia... neanche deve guardarti quella là...
Era così profondo il modo in cui la guardavo?

anche se non dovremmo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora