Alex

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Flashback di Alex

Era una domenica pomeriggio, il sole brillava ed emanava i suoi raggi caldi.
In una piccola stanza di una modesta casa, un bambino teneva gli occhi fissi sullo schermo del suo computer.
Gli occhi spaventati del bambino cercavano di alternare la vista tra il computer e la porta di ingresso della sua camera.
Immerso nel terrore, Alex cercava di vivere i suoi pochi attimi di tranquillità prima che lui  tornasse.
Aveva così tanta paura di quella figura alta e minacciosa con cui era costretto a vivere, ormai da 10 anni.
Alex tese per l'ultima volta l'orecchio verso la porta: nessun rumore.
Si sentivano solo gli uccelli che canticchiavano fuori dalla sua finestra.
Si tranquillizzò e decise di dedicarsi a Minecraft per svagarsi.
Passarono trenta minuti e il bambino era sempre più preso dal gioco.
All'improvviso una chiave metallica venne inserita all'interno della serratura della porta principale della casa.
Un uomo alto, muscoloso e per niente di bell'aspetto varcò la soglia di casa, lasciando cadere rumorosamente la valigia da lavoro nera che aveva con se.
Alex non appena sentì quel rumore si pietrificó, chiudendo di fretta il computer e cercando di mettere in ordine al meglio la sua camera.
Dopo aver sistemato il tutto meglio che poteva, si mise avanti la porta ad aspettare che il suo incubo peggiore entrasse.
Il bambino riusciva a sentire i passi di quello che sarebbe dovuto essere suo "padre", farsi sempre più vicini.
Le gocce di sudore freddo iniziarono a percorrere il viso di Alex, che non riusciva più a muoversi dalla paura.
La maniglia della porta del bambino si piegò verso il basso, creando un suono per niente piacevole.
Dalla piccola porta che dava accesso alla sua camera, entrò suo "padre".
Alex aveva la testa bassa e l'unica cosa che sperava era che l'uomo avesse dimenticato la sua cintura quel giorno.
L'uomo alto si guardò intorno per trovare anche solo la minima imperfezione.
P : "Ciao Alex, non saluti tuo padre ?"
Alex sentendo queste parole deglutì, troppo rumorosamente.
P : "Che cosa c'è ? Perché non vieni qui ad abbracciarmi ?"
Alex aveva le lacrime agli occhi.
Si avvicinò all'uomo e con tanto disgusto avvolse le sue piccole braccia attorno al suo bacino.
Nel mentre, l'uomo si accorse che il computer del bambino era leggermente aperto ed emanava luce.
Il viso dell'uomo divenne rosso dalla rabbia.
Scaraventò Alex sul letto e pronunciò
quelle parole che il bambino sentiva ormai troppo spesso...
"hai ricominciato a giocare a quel gioco da froci ?".
Alex mise le mani sul viso e iniziò a pregare che la cintura dell'uomo non colpisse troppo forte sul suo corpo.

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