Lui

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A :"Inizierò dal principio, così ti risparmierò eventuali domande"
Disse Alex uscendo dalla doccia e prendendo i suoi vestiti, seguito da Giorgio.
I due andarono sul divano nel salone , coccolati da una morbida coperta in pile bianca.
Alex curvò la schiena, portando le mani sul viso per cercare di non incrociare lo sguardo attento del suo ragazzo.
La verità è che si vergognava di quello che era suo "padre".
Il ragazzo sospirò.
Emanava tristezza il suo volto.
Giorgio prese la mano di Alex nella sua, cominciando ad accarezzarla con il pollice.
Alex prese coraggio ed iniziò a parlare:
A :"Io mi sono trasferito qui solo con mia madre, ma prima abitavo anche con lui.
Era sempre stata una persona violenta, ma quando perse il lavoro iniziò a fare cazzate e ad entrare in brutti giri."
Disse Alex stringendo sempre più la mano di Giorgio.
A : "Mia madre lavorava tutto il giorno per portare avanti sia me che lui.
Io ero costretto a stare da solo quasi tutto il giorno.
Le mie giornate erano colme di noia.
Capitava che mio padre tornasse a casa di pomeriggio, dopo aver fallito un ennesimo colloquio lavorativo.
Quando tornava era sempre più ubriaco del giorno prima.
Quando era in quel periodo, ogni cosa che vedeva fuori posto lo faceva andare fuori di testa...."
Alex iniziò a singhiozzare ripetutamente.
Era vero, Giorgio aveva ragione; quella domanda aveva riportato la mente di Alex a quei momenti bui della sua vita.
G : "Alex...scusa, non avrei dovuto chiedertelo ..."
Disse Giorgio dispiaciuto, mentre cercava di alleviare il dolore di Alex stringendolo a se.
A : "Non preoccuparti, lo avresti saputo prima o poi .Ora siamo fidanzati "
Disse Alex alzando la testa dalle mani e portando lo sguardo al suo topolino, guardandolo in un modo che innamorato era dire poco.
Giorgio sorrise spontaneamente, gli faceva ancora un effetto strano il pensiero di stare con qualcuno.
A : "Quando vedeva qualcosa che non andava lui...cazzo!"
Alex iniziò a muovere il capo a destra e a sinistra, come segno di negazione.
I suoi battiti rimbombavano nella stanza silenziosa, creando un'atmosfera cupa e malinconica.
G : "Amore..."
Giorgio stava per dire ad Alex di fermarsi, di non soffrire oltre, ma quest'ultimo ricominciò a parlare:
A :"Lui sbottonava quella cintura marrone e si avvicinava a me, con un espressione che non potrei mai dimenticare.
Quando ormai le mie spalle erano attaccate al muro, lui mi toglieva la maglietta e iniziava a sfogare i problemi della sua vita di merda su di me!"
Disse Alex chiudendo le mani nei pugni, facendo diventare le nocche bianche latte.
A : "Quando finiva mi diceva di lavarmi per pulire via il sangue e di non dire nulla a mia madre, altrimenti lo avrebbe fatto anche a lei.
Io avevo solo dieci anni, n-non potevo difendere me, non potevo difendere lei..."
Alex tirò su con il naso, accostò la testa sul petto di Giorgio e si coccolò fra le sue braccia.
A : "Mia madre lo ha scoperto solo dopo anni, praticamente quando ci siamo trasferiti."
Disse Alex tirando un lieve sospiro di sollievo, come se con quest'ultima frase avesse liberato il suo petto da un peso enorme.
Ed effettivamente era così: il ragazzo non aveva mai raccontato a nessuno questa parte della sua vita.
Giorgio fece stendere Alex su di lui ed iniziò ad accarezzare quei leggeri riccioli celesti che amava.
G : " Grazie amore, per avermi raccontato tutto questo."
Il suo cervello era pieno di rabbia verso l'uomo che aveva sfregiato il corpo del suo ragazzo, ma il suo cuore sorrideva all'idea che Alex gli avesse raccontato una cosa così importante per lui.
A : "Ti amo piccolo, veramente tanto"
Giorgio diede un bacio sulla fronte di Alex e con tono basso e dolce accennò lievemente:
G : "Anche io".

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