introduzione(parte 1)

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Il postino rilesse per la decima volta ľ indirizzo sul pacchetto:
Italia, Milano, Via del Re Sole 19
Poi alzó di nuovo lo sguardo sulla villetta che gli stava davanti. La casa, almeno dall'esterno, vantava di un portico molto elegante, con un pavimento di mattonelle bianche e con le colonne che sorreggevano la tettoia che ricordavano molto lo stile greco. Davanti alla porta d'ingresso c'era un tappetino bianco con la scritta in nero: "Welcome to home". Si distingueva in tutto il quartiere perché era ľunica villetta tra palazzi e grattacieli. E, se non bastasse questo a farla notare, finiva il lavoro il suo design: oltre alla ringhiera, agli scalini e alla porta neri, era tutta rivestita di bianco puro, senza una macchiolina di grigio a darle ľidea di vecchia. Eppure quella casa c'era da sempre: il camino emetteva di tanto in tanto fumo e le finestre venivano spalancate due volte al giorno a eccezzion fatta in inverno, durante il quale venivano aperte solo nell'ora di pranzo. Quando venivano aperte, i passanti potevano intravedere un gruppo di donne che parlavano animatamente su delle poltrone, mentre bevevano il te. Questo, almeno, é quello che diceva la gente. Lui non era mai stato ne in quella casa, ne in quella via, e non riusciva a leggere i minuscoli numeri che indicavano ľindirizzo. Era abbastanza sicuro delľuno, ma non riusciva a decidersi se quello era un sei o un nove. In quel momento notó un'uomo con gli occhiali che stava leggendo un libro e, con la faccia rossa dalľimbarazzo, li chiese in prestito. Risolto il problema si scusó per ľinterruzione, restituì gli occhiali e posó il pacchetto davanti alla porta. Poi suonó il campanello e tornó in sella alla bici. Dopo aver fatto qualche metro peró, si giró di nuovo. Da quello che poteva vedere, il pacchetto era rimasto lí e non aveva sentito la porta aprirsi. In piú dal camino uscivano dei fili di fumo quindi qualcuno in casa c'era. "Strano" pensó, agrottando la fronte. Lanció un ultima occhiata al pacchetto per poi continuare a pedalare, ma era sparito. Strabuzzó gli occhi. "Devo avere le allucinazioni...". Scosse la testa e si allontanó in tutta fretta. Aveva molti altri pacchi da consegnare.

Il pacchetto era in mano a una delle donne che abitavano la casa e che stava osservando il postino andarsene. Poi si allontanó dalla finestra e lo posó con aria preoccupata per poi sprofondare in una delle quattro poltrone.
-secondo voi cosa contiene?-
-sono abbastanza sicura di saperlo.-
-magari è solo una paura infondata...
-forse, ma sará meglio controllare. E poi prima o poi lo dovremmo aprire
Il dialogo tra due delle donne si concluse con una terza che prese di nuovo il pacchetto e lo scartó. Sollevó il coperchio e mostró alle altre il contenuto: c'era un foglio di giornale arrotolato, un foglio di pergamena, una cartella e, infine, una lettera.
Evelin, che aveva "preso" il pacchetto recapitato dal postino prese immediatamente la lettera e la aprí leggendola

Nature
Credo che avete sentito l'immensa scossa che ha colpito tutta Italia, circa due ore fá. Ebbene, dopo ľevento ho mandato alcuni uomini a controllare la prigione, ma era vuota, tranne che per le guardie. Una fulminata, un'altra col viso bruciato, e un'altra con una scheggia di ghiaccio nel petto. Comunico ufficialmente che gli Braker sono fuggiti, e che tutti siamo in pericolo. Mentre noi ci impegniamo a cercarli, affido a voi la missione di chiamare gli altri elementali.
Firmato
S

Eveline alzó gli occhi dal foglio. Estia, ancora con la scatola in grembo si stava passando una mano tra i capelli mentre le altre due fissavano impietrite il foglio di carta
Estia emise un flebilo -non ci poso credere...non é possibile...-
Dopo un momento di terribile silenzio colmo di paura, Gaia smise di guardare il foglio e si alzó, rivolgendosi a Evelin.
-Leggi il foglio di giornale. Dobbiamo mantenere la calma, ľagitarsi non porta a nulla di buono-. lei annuì in silenzio e srotoló il foglio di giornale.
Sopra, a caratteri cubitali c'era scritto: GIGANTESCA VORAGINE ATTRAVERSA ROMA SUD
E sotto: Terremoto di magnitudo 10. Come mai?
E poi la foto di una lunghissima voragine larga almeno qualche metro che continuava lontano e di cui non si vedeva la fine. Allegata al giornale c'era una foto in bianco e nero di una prigione con sbarre rosse che erano state fuse e, dentro, i corpi immobili di tre guardie.

-È...é...-
-terribile- finí Kendra, ľultima delle nature -dobbiamo fare assolutamente qualcosa. Fece passare lo sguardo sulle altre, che la guardavano ansiose
-dobbiamo convocarli-

Spero che sia abbastanza intrigante...pubblicheró la seconda parte domani. Ciaoooo

Seven: scacchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora