Mi porto le dita alle labbra. Sanno di te. Sono dolci, come chicchi di melograno maturo.
Fammi tutto quello che vuoi, mi dici. Ti accontento. Perché voglio seviziarti, farti impazzire, lentamente, facendoti crogiolare nell'odore del sesso che riempie l'aria.
Sei come il tramonto in autunno, ti dico.
Perché? Come perché? Porti l'odore delle foglie secche sulla tua pelle, del vento tiepido di ottobre, dei ricordi andati a male, persi, squarciati. Ti faccio arrivare all'apice proprio mentre il sole sta per cadere in un altro cielo e la notte sa solo dei tuoi sussurri scomposti.
Dicono che la notte è giovane, eppure è già inverno.
E tu ci guardi da lontano, come due turisti su una cartolina e ti piace quello che vedi. Ne vuoi ancora, ancora e ancora. Non ne sei mai sazio. Ci spii, sotto il cielo azzurro di primavera, e io voglio i tuoi occhi su di noi, mentre la tua mano bastarda scende sempre più in basso.
Ti piace, eh? So che ti piace, proprio come il sole d'estate sulla pelle che sa di mare.
La danza va avanti e tu non smetti di guardarci.
Io non smetto di ballare.
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𝘉𝘰𝘮𝘣𝘦 𝘴𝘶𝘪 𝘧𝘪𝘰𝘳𝘪 𝘥𝘦𝘭 𝘮𝘪𝘰 𝘨𝘪𝘢𝘳𝘥𝘪𝘯𝘰
PoetryNulla di troppo serio, se non drammi adolescenziali dalle tinte apocalittiche.