Siamo morti come carte da poker.
Bruciati, cenere alla cenere, il re di cuori integro e affumicato sopra tutto questo ardore.
Siamo morti come carte da poker.
Abbiamo giocato tutti i nostri assi, le carte nascoste, i semi del mazzo rubati.
Stavamo vincendo la partita.
Eppure eravamo avversari.
Ci guardavano invidiosi e io ridevo, perché mi sentivo superiore.
Forse ci sentivamo entrambi superiori e dei falliti del cazzo.
Siamo morti come carte da poker.
Un movimento del polso, un'occhiata fugace, il respiro accelerato prima di abbassare l'ultima carta e decidere le sorti della partita.
Asso di cuori.
Mi sento tradita.
Mi alzo dal tavolo. La partita non può continuare, ti dico. Lascio cadere le carte.
Siamo morti come carte da poker.
Mi guardi andare via, anche se dentro di me non voglio farlo.Alla prossima partita.
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𝘉𝘰𝘮𝘣𝘦 𝘴𝘶𝘪 𝘧𝘪𝘰𝘳𝘪 𝘥𝘦𝘭 𝘮𝘪𝘰 𝘨𝘪𝘢𝘳𝘥𝘪𝘯𝘰
PoetryNulla di troppo serio, se non drammi adolescenziali dalle tinte apocalittiche.