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Maria nacque molti anni prima che Matteo ricevesse l'orologio stregato.

Ma era importante per la storia.

Maria nacque sotto un cielo stellato, senza nuvole ma con la luna piena.

Era piccola e sarebbe stata la prima vittima.

Il bar pareva deserto, il cameriere uno zombie, la televisione non funzionava e l'aria puzzava di alcool.

- Non è buon posto per delle ragazze no? -

Matteo cercava in ogni modo di scoraggiare l'amico

- Lo ha proposto Anne di venire qui, neanche io avrei scelto questo postaccio -

La porta si aprì e Anne entrò tenendo per mano una ragazza un poco più bassa di lei.

Carlo le corse incontro per baciarla.

Matteo e l'altra ragazza rimasero a guardarsi imbarazzati.

- Io sono Matteo, lieto di conoscerti! -

Fu obbligato a dire.

- Piacere mio, Catia! -

Il sorriso di Catia piaceva a Matteo ma fu qualcos'altro ad attirare la sua attenzione.

Maria aveva appena preso la laurea quando inciampò in Roberto.

Era ingenuo e maldestro, ma ai suoi occhi era solo tenero, un piccolo cucciolo di cui prendersi cura.

Non passò molto tempo che lui le chiese di sposarlo. Come dirgli di no? Lei lo amava tantissimo, ma qualcosa andò storto.

Lui desiderava tanti figli, lei non poteva darglieli. Decise che non poteva più sposarla ma non voleva che qualcun'altro prendesse quel dolce fiorellino, così prese un coltello e ricordando la promessa fatta la squartò.

- Mamma non voglio andare da papà! E chiama Anne ti prego! -

- Adesso parli con me. Cosa avevi per la testa? Credevi sarebbe stato eccitante? Credi che sentirti la morte col fiato sul collo ti renda più forte? -

La signora non urlava, parlava lento ma con tono sempre più grave. Forse non era arrabbiata solo con la figlia.

- Eri con Daniele, lo so. -

Ariel abbassò lo sguardo silenziosamente.

- Dovresti smetterla di inseguire gli uomini e pensare ai ragazzi. -

- Non ho avuto un bell'esempio da parte tua. -

La signora si staccò dalla finestra, lanciò la sigaretta nel cestino e poi si diresse lentamente verso la figlia. Le si avvicinò talmente tanto che Ariel poteva sentirne il respiro e annusarne l'odore di fumo.

La signora le tirò uno schiaffo talmente forte da lasciarle il segno.

- Non permetterti mai più, tu non sai cosa c'è stato prima di te. -

Lucifero rideva di quel omuncolo.

- Mi piace quando sono tanto disperati. -

Lo guardò ridendo.

- Ora mi chiama, ora mi chiama! Ecco, ecco sta per farlo! -

- ...e se tu non mi rispondi lo chiederò al diavolo! -

- Ecco fatto, mi ha chiamato, preparati amico mio, è il tuo giorno fortunato. -

Matteo era uscito per fare una passeggiata, cercava di non pensare al suo vero scopo per non allarmare Coso e poter finalmente uccidersi.

- Dove vai? -

- A fare un giro, non posso? -

Coso era sospettoso, ma sembrava che Matteo non avesse cattive intenzioni così lo lasciò in pace per qualche minuto.

La stazione era quasi deserta, strano che a quell'ora nessuno volesse partire.

Matteo cominciò a pensare a quanto veloce arrivavano i treni e se ...

Non fece in tempo a pensare di buttarcisi sotto che svenne improvvisamente.

Anne entrò nella stanza appena vide la Signora andarsene e trovò Ariel che piangeva. La stinse a sé e la coccolò.

- Cosa le hai detto? -

Ariel non voleva parlarne, singhiozzava e si copriva il volto con le mani.

- Stasera esco con Carlo, perché tu e Daniele non venite con noi? -

Ariel non rispose.

Un'infermiera entrò nella stanza con un foglio firmato dalla Signora. Ariel poteva essere dimessa.

- Riesci a camminare? -

Ariel fece cenno di sì e aiutata da Anne si alzò dal letto.

Nel parcheggio la madre l'aspettava in macchina. Ariel non salutò Anne ma entrò in quell'auto piangendo.

Suo padre era geloso e non riusciva a darsi pace.

- Perché ha dato a lui l'orologio? Lo desideravo più di ogni altra cosa al mondo e lui lo sapeva! Oddio come vorrei morisse! -

Francesca lo guardava, aveva paura a parlargli ma sapeva di doverlo fare.

- Forse non voleva scegliere. Siamo ventidue fratelli e sorelle nella nostra famiglia, come poteva scegliere te e non Giulio o Tommaso? E se avesse scelto Daniele o Marco? Lo sai che poi ci saremmo fatti la guerra! Matteo è il suo unico nipote, doveva toccare a lui per non farci litigare e tu lo sai. -

Le parole della sorella non facevano una piega.

Una maledizione è per sempreWhere stories live. Discover now