La maestra era brava, dolce e gentile, ma quel giorno non era importante. Matteo veniva spesso invitato a casa sua, non volendo era diventato il suo alunno preferito.
- Ti piacciono i biscotti? -
- Mai quanto la sua gola! -
Il diavolo l'aveva scelta per la sua bontà e la uccise nel modo più dolce che conosceva.
Matteo le disse di aver colto per lei una mela.
- Daniele mi fai male! – aveva urlato Ariel prima di sbattere la testa contro il muro. Una volta, due, tre, poi inclinò la testa e non prese il muro. Ariel sbatté la testa contro lo spigolo di un comodino. Daniele non poteva aiutarla, nessuno sapeva che era con lui o forse Anne lo sapeva. Daniele prese il telefono di Ariel e scrisse ad Anne di venire a prenderla il più in fretta possibile. Anne non se lo fece ripetere troppe volte e pochissimi minuti dopo era davanti al portone d'ingresso di Daniele. Caricò Ariel in fretta sulla macchina e la portò all'ospedale.
- Sei sua sorella? –
- No, sono la sua migliore amica. –
- Ci serve un genitore. –
- Sta arrivando la madre, posso entrare? –
- No, aspetta qui fuori. –
- Non mi piace questo posto, perchè non siamo andati a casa tua? –
- Hai detto tu stessa che non vuoi che sappiano che sei con me, una stanza per favore. –
- Certo! Quante ore? –
- Facciamo sei. –
- Ecco la chiave, buon divertimento! –
"Un cavolo!" pensò Ariel.
Giulio continuava a chiedersi come fosse possibile che l'unico nipote di sangue fosse Matteo. Una luce si accese nei suoi occhi e un ricordo orribile gli fornì un ottimo pretesto per avere gli incubi.
- Violet... –
Quel nome restò lì, sospeso a mezz'aria, quasi visibile, quasi impronunciabile.
- Eva! Eva! Eva! - La svegliò. - Eva ho un presentimento, terribile. –
Eva sbiascicò qualche parola, ma incomprensibili a Giulio che farneticava e si vestiva in piena notte.
- Mio fratello deve saperlo! –
La corsa, l'auto, la strada, il semaforo, il posteggio, il marciapiede, la porta, il campanello e la faccia sconvolta del fratello.
- Anne ho paura! –
- Stringi la mia mano! Tra poco finisce tutto! –
- Matteo sta bene? –
- È svenuto, si riprenderà! Ora concentrati! –
- Non ce la faccio! –
- Puoi farcela! Devi farcela! Per te, per Matteo, per voi! –
- Io non voglio! –
- Purtroppo devi... –
Violet piangeva. Era fra le mani del fratello e piangeva.
- Andrà tutto bene. - disse Matteo mentendo.
Aveva fatto sì che i genitori dormissero pesantemente. Bastavano due pasticche a testa, Coso lo sapeva. Impossessarsi di Matteo stava diventando semplice ed era sempre più agile. L'acqua cadeva sul fondo della vasca. Era lenta, una goccia alla volta. Coso amava godersi questi momenti e cercava di farli durare il più a lungo possibile. Goccia, goccia, goccia. –
Catia, nipotina mia, non piangere. –
- Ho fatto tutto nonna! Ho evitato in ogni modo questo incontro! Come ha fatto a trovarmi? –
Paura. Abbracci. Silenzio. Cosa fare ora? Scappare? Catia ci stava pensando, ma si sà, non è possibile scappare al proprio destino.
- Come procede? –
- Non bene padrone. Lui si rifiuta di fare ciò per cui è destinato. –
- Devo intervenire? –
- Non ancora. Posso riuscirci. –
- Te lo auguro. –
Il diavolo sparì in una nube rossa e Coso rabbrividì mentre cercava Matteo. Era andato al bagno, da troppo tempo ormai era chiuso lì dentro e Coso dovette passare per la fessura della serratura per assicurarsi che stesse bene.
Stava solo piangendo.
Non ebbe il tempo di parlargliene. Quella faccia sconvolta lo precedette e gli urlò contro. Laura era morta, ma lui lo veniva a sapere solo ora. Nessun funerale, nessuna chiamata. Neanche Giulio lo sapeva. Furono chiamati Tommaso e Marco, Francesca e Teresa. Furono avvertiti tutti e tutti corsero in quella casa maltrattata e sporca. Rimasero impietriti davanti alla vista dei piatti nel cestino, la muffa sul pavimento e gli scarafaggi danzanti e allegri incuranti di loro. Quella che era stata la casa di Laura e Luigi ora era solo spazzatura. Ciò che tutti notarono fu l'assenza di Matteo. Lui non c'era. Inutili le domande, nessuno di loro lo aveva chiamato, nessuno di loro ci aveva più parlato e nessuno di loro lo conosceva abbastanza bene da sapere dove sarebbe potuto essere. Giulio dunque chiese di poter raccontare a tutti ciò che aveva scoperto ma nessuno gli prestò attenzione. La preoccupazione di tutti era quella di rimettere a nuovo la casa, nel caso Matteo fosse tornato.
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Una maledizione è per sempre
General FictionCi sono maledizioni che non ti puoi levare di dosso.