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La sua promessa? Jisung non la mantenne.
I primi giorni si faceva sentire molto spesso. Mi raccontava di quanto fosse bella la Corea, di quanto gli fosse mancato viverci, di quanto fosse grande Seoul e di quante cose ci fossero da fare. Insomma, sembrava andare tutto bene e mi stavo iniziando a illudere che tutto stesse tornando alla normalità. Mi ero proprio illusa. Niente stava tornando alla normalità.
Con il passare dei giorni iniziammo a sentirci sempre di meno, fino a quando non scomparve del tutto. Provai a ricontattarlo più volte, ma niente. Non rispondeva né ai miei messaggi né alle mie chiamate. 
Che fosse vivo? Bhe, ne ero certa, altrimenti mi avrebbero avvisata.
Che fine avesse fatto? Non ne avevo la minima idea, o almeno non ne ebbi nei primi giorni.

Erano passati ormai quattro giorni da quando Jisung aveva smesso di contattarmi. Ero appena uscita da scuola e un acquazzone mi aveva colta del tutto impreparata. Come al mio solito, avevo dimenticato l'ombrello a casa, ma questo non era mai stato un problema perché sapevo che Jisung ne avrebbe sempre avuto uno di scorta e me lo avrebbe prestato. Ora, però, Jisung non c'era ed io ero costretta a tornare a casa in qualche modo.
Presi un bel sospiro e iniziai a correre sotto la pioggia battente. L'unica cosa positiva in quel momento era che proprio quel giorno mi sarei dovuta lavare i capelli, quindi almeno non erano puliti. 
La pioggia quel giorno era davvero molto forte e per aumentare la mia sfiga, proprio quel giorno c'era lo sciopero degli autobus e, dato che casa mia era abbastanza lontano dalla scuola, quando tornai a casa ero bagnata fradicia e stanca morta.

"Sono a casa!" urlai appena entrai.

"Oh mamma mia! Belle! Non mi dire che ti sei dimenticata un'altra volta l'ombrello" mi disse subito mia madre spuntando dalla cucina, neanche mi salutò.

"Già" risposi semplicemente, cercando di togliermi un ciuffo bagnato dal viso.

"Hai fame?" mi chiese subito.

"No, mamma, grazie. Vado a farmi una doccia piuttosto." le risposi.

A causa della pioggia i vestiti mi si erano tutti appiccicati addosso e iniziavo a tremare dal freddo. Dovevo assolutamente cambiarmi, odiavo la sensazione de vestiti bagnati addosso, inoltre non volevo assolutamente prendermi un raffreddore. Mancava solo che mi ammalassi e che mi assentassi da scuola proprio in questo periodo pieno di compiti.

"Va bene, tesoro." annuì mia madre tornando in cucina.

Senza aspettare un secondo di più, mi precipitai sulle scale di casa per andare in camera mia.
Gettai lo zaino affianco alla scrivania e mi affrettai a trovare qualcosa di comodo nell'armadio. Appena riuscii nel mio intento, corsi nel bagno e mi fiondai nella doccia.
Il getto caldo d'acqua fu davvero qualcosa di rigenerante dopo tutta quell'acqua gelida di poco prima. Fu proprio in quel momento, però, che la mia mente riprese a ripensare a colui che avrebbe dovuto essere il mio migliore amico.
Mi chiedevo perché non si facesse sentire. Mi chiedevo se fossi io ad aver sbagliato qualcosa o se si fosse stancato di me. Era vero che ero letteralmente una rompipalle e gli stavo sempre appiccicata, ma non ne potevo fare a meno, lui era il mio unico amico e lui lo sapeva benissimo. Mi chiedevo se davvero sarebbe finita in quel modo, senza neanche una spiegazione.
Dai miei pensieri mi risvegliai solo quando sentii qualcosa uscire dal mio occhio. La prima lacrima. L'asciugai velocemente e cercai di scacciare i pensieri. Non potevo piangere. Dovevo rimanere positiva. Alla fine erano passati solo quattro giorni, sarà stato impegnato sicuramente con qualcosa e a breve si sarebbe fatto sentire, infondo la nostra amicizia era troppo forte per finire in quel modo.
Mi finii di lavare velocemente e uscii dalla doccia. Mi misi la mia comoda tenuta da casa, composta da un pantalone di tuta e una maglia extra large, e mi raccolsi i capelli ancora bagnati in una scomposta crocchia sulla testa. Ovviamente ero così pigra che non avevo neanche voglia di asciugare i capelli.
Uscii dal bagno e mi diressi in camera, pronta per dedicare la serata a uno dei mie amati libri dato che il giorno dopo non avrei avuto scuola, ma proprio quando stavo per entrare in camera, poco prima che potessi chiudere la porta, il campanello suonò.

Bad Liar | Han JisungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora