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Non sapevo dove stavo andando, ma continuavo a camminare. Era ormai qualche minuto che vagavo per i corridoi dell'edificio senza una meta precisa, cercando solo di distrarmi e di farmi passare il disgusto che sentivo in questo momento.
Ma si rendeva conto di ciò che mi aveva chiesto? Ma non riusciva proprio a pesarle le parole?

"Belle, eccoti finalmente!" mi sentii chiamare.

Mi girai e lo vidi dietro di me, piegato con le mani sulle ginocchia mentre cercava di riprendere fiato. Aveva corso? Sembrava proprio di sì.

"Ti ho cercata dappertutto" continuò appena il suo respiro si regolarizzò almeno un po'.

Non lo degnai di una parola. Mi rigirai e continuai la mia esplorazione.

"Belle, aspetta! Fermati!" mi sentii prendere da un polso.

"Eh lasciami!" dissi strattonando la mano per liberarmi dalla sua presa "Cosa vuoi ora?" chiesi girandomi difronte a lui e incrociando le braccia.

"Mi dispiace" disse Jisung ritirando lentamente la mano e guardando il pavimento.

"Questo l'hai già detto" roteai gli occhi.

"No, seriamente. Sono un coglione." asserì guardandomi in faccia.

"Beh, almeno questo lo sai" feci una risatina ironica.

"No, parlo seriamente. Sono stato uno stronzo. So cosa avrai pensato in quel momento, avrai pensato che non mi importi più niente di te e degli anni trascorsi insieme, ma non è così! Mi importa molto invece! Per me sei ancora la mia migliore amica!"

Okay, spero che adesso stia scherzando oppure un bel calcio nei gioielli di famiglia non glielo risparmia nessuno.

"Migliore amica!? MIGLIORE AMICA!?" iniziai ad alzare la voce, ma cercai di controllarmi dato che potevo sentire della musica non molto lontano, segno che qualcuno stesse provando, e non volevo dare spettacolo. Presi un bel respiro e continuai abbassando il tono. "Han Jisung, a questo punto non so quale sia il tuo concetto di amicizia, perché io non riesco a definire 'migliore amico' una persona che scompare e di cui non ho notizie da cinque anni"

"Ti capisco, sono stato un cretino, un coglione, un deficiente, uno stronzo, tutto quello che vuoi! Ma ci sono delle motivazioni!" replicò subito.

"E sarebbero?" chiesi diffidente. Volevo proprio sapere quali fossero queste motivazioni che lo avrebbero spinto a comportarsi in quel modo.

"Non posso dirtelo." disse abbassando la testa.

"Non ci sono, vero? Lo sapevo." dissi rigirandomi e cercando un'altra volta di riprendere a camminare, ma anche questa volta mi bloccò.

"No, ci sono! Ma non posso dirtele...almeno non ora." 

Stavo per replicare, per dirgliene di tutti i colori, ma la suoneria di un telefono mi bloccò. Era il suo.

"Mi sta chiamando il manager." mi informò prima di rispondere "Pronto?...Ah okay...Sì, arriviamo" chiuse la chiamata e poi si rivolse di nuovo a me "Ha detto di raggiungerlo all'ingresso"

Annuii e iniziai a seguirlo, ovviamente rimanendo sempre dietro e ben distante da lui.

"Belle, ti prego, credimi. Fidati di me." disse mentre camminavamo. Me lo disse dandomi le spalle, non si girò nemmeno a guardarmi in faccia.

"L'ho già fatto una volta. Non è finita bene." risposi immediatamente.

A queste parole si bloccò e finalmente si girò. Mi iniziò a fissare dritto negli occhi.

"Allora ti farò ricredere." mi rispose lui.

Mentirei se dicessi che quelle parole non mi avessero fatto provare un po' di speranza per un millesimo di secondo, ma il tutto fu subito rimpiazzato dalla solita diffidenza. Mi aveva già fatto male una volta, davvero gli avrei permesso di farlo una seconda? Non così facilmente.



Bad Liar | Han JisungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora