Libro Primo - Non ho bisogno di te Perseus!

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Perché?! Quale dio mi voleva così male!!!

Un elenco kilometrico iniziò a formarsi nella mia mente ... Zeus, Poseidone (che sapesse o meno della mia cotta per il figlio), Persefone, Demetra, visto che quando ero frustrato facevo appassire campi su campi e facevo morire esseri viventi come insetti e vegetali nel raggio di un chilometro oltre che per il fatto che ero il figlio al di fuori della relazione coniugale, Afrodite, in realtà lei non mi odiava ma il suo essere così "affezionata" a me era qualcosa di peggio e sicuramente molto più pericoloso del suo odio. Poi che dire! Anche mio padre mi odiava ... ok forse è un esagerazione dire odio ... fastidio? Sì più esatto. Ero la rottura di scatole più pesante di sempre, oltre che fonte di litigio fra Ade e sua moglie, ovvero la mia "cara" matrigna Persefone, che più volte aveva cercato di farmi fuori stritolandomi con dei fili d' erba. Stupida dea minore dell' agricoltura! Se ne sarebbe dovuta andare con sua madre a fischiettare nei campi come un' Heidi dei poveri dimenticata dal mondo. Purtroppo mio padre la trovava maledettemente affascinante e l' aveva rilegata a se per sei lunghi mesi dell' anno. In quei mesi cercavo di scendere il meno frequentemente nel regno degli Inferi, non ci tenevo ad essere ucciso da un melograno del suo giardino particolarmente arrabbiato. Abbandonai le mie riflessioni su "Quanti dei odiano Nico di Angelo?" era inutile continuare con i nomi ... la risposta era, troppi, davvero troppi. Cercai di trovare un risposta all' interrogativo molto più impellente "Come fuggire da lui?". Deglutii a fatica. Trasportare l' Atena Parthenos oltreoceano sembrava un' impresa più semplice e meno impossibile in confronto. Mi sentii come doveva sentirsi probabilmente Percy ogni giorno, con la testa vuota, completamente vuota. Zero idee, zero piani. Dekára! Ero fregato. Mi rassegnai pronto ad abbracciare il mio triste destino ma ... mi ritrovai ad abbracciare qualcosa di decisamente più bello. Insomma non ho mai sperato che il mio destino fosse meraviglioso... e soprattutto MAI nel senso letterale della parola. A meno che non fosse nata fisicamente la divinità del Fato e non fosse una specie di Eros versione 2014, molto più (a mio parere) perfetto del vero dio dell' Amore... Stavo abbracciano Grace. Qualcuno mi dia un pizzicotto se sto sognando! Anzi no! Altrimenti qualcuno si ritroverà una spada di ferro dello Stige nello stomaco. Dei quanto si stava bene tra le braccia di Jason. Non ero mai salito su un aereo a causa delle mie paure e del fatto che se solo ci avessi provato Zeus mi avrebbe trasformato in un fritto misto in una scatoletta di metallo senza più le ali che si sarebbe fracassata sull' Everest, ma la sensazione doveva essere la stessa di quella di abbracciare il superman biondo. Mi sentii di una decina di kili più leggero e per un attimo temetti di prendere il volo. O erano i poteri di Jason oppure erano quella specie di grifoni che mi ritrovavo nello stomaco. Rimasi come uno stoccafisso tra le sue braccia non sapendo che dire o fare tranne arrossire. Già era una cosa che facevo piuttosto spesso.

- Nico... - sussurrò il biondo al mio orecchio.

Sentii qualcosa smuoversi più forte nel basso ventre.

Ok Nico! Datti una calmata ... combatti i tuoi stupidi istinti da quindicenne in piena crisi ormonale. Ce la puoi fare!

No! NO CHE NON CE LA POTEVO FARE! Iniziai a prendere piccoli respiri sempre più ravvicinati, come se stessi correndo. Mi mancava l' aria. Di immortales! Non potevo svenire in quel momento tra le braccia di Grace! I respiri erano sempre più affrettati perché sì! Se ve lo state chiedendo, soffivo anche di asma nervoso. Ovviamente la sfortuna non è mai troppa! Forse quando Pandora aveva aperto il vaso non si era accorta che la Fortuna di Nico non era saltata fuori, nemmeno la seconda volta, quando si era preoccupata di far uscire Spes. Ma tanto che ci frega di Nico! Pandora anche tu sei ufficialmente sulla lista di divinità inutili, che è già infinitamente lunga. Chiusi gli occhi cercando, invano, di respirare. I miei polmoni dovevano aver momentaneamente dimenticato di essere organi involontari.

Ghost King and Seaweed BrainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora