Capitolo 5

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Erano passati 4 anni e quasi nulla era cambiato. Stavamo avendo più successo e dovevamo rilasciare il nostro album Love Yourself:Her.
Ero molto sorpreso per il successo che avevamo avuto in questi anni e, detto sinceramente, ancora non ci credevo.
Eravamo partiti da così poco fino ad arrivare ad un livello molto alto.
Wings era stato davvero importante per la nostra carriera e di questo ero molto contento. A dire la verità, in quel periodo non ero al massimo della mia forma. Cercavo di non darlo a vedere per non far preoccupare i ragazzi, ma, in realtà, quelle minacce su Twitter mi avevano davvero spaventato; nonostante sapessi che la sicurezza fosse molto rigida, specialmente in quel concerto, avevo una paura matta di esibirmi con il mio solo, "Lie". Alla fine andò tutto per il meglio e avevo i ragazzi accanto a me.

I sentimenti per Taehyung? Li avevo nascosti per così tanto tempo che alla fine ero riuscito con tutte le mie forze a reprimerli.
Ma ero fragile. Troppo fragile. Quel momento era davvero delicato e Tae mi era sempre vicino. Se devo essere sincero, no. Non avevo affatto represso i miei sentimenti per lui, ma cercavo sempre più di nasconderli così nessuno si sarebbe accorto di nulla. Avrei sofferto solo io. In silenzio. Non volevo che qualcuno di quei ragazzi, che erano ormai diventati la mia familglia, si ritrovasse a riempire di lacrime il proprio cuscino quando la notte calava, quando nessuno riusciva a sentirlo, come era mio solito fare.

Non volevo che Taehyung, il mio Taehyung, soffrisse.

A volte, però, lui mi sentiva piangere e si intrufolava sotto le mie coperte. Affondavo il viso nel suo petto, il suo braccio mi cingeva la vita in uno stretto abbraccio caloroso e così lasciava che mi sfogassi, senza chiedermi niente. Mi accarezzava i capelli e mi lasciava teneri baci sulla testa per confortarmi, ed era così che mi calmavo. Tra le sue braccia.
Era sempre stato così ed era sempre stato per questo che lo amavo.

Il 14 settembre di quell'anno, eravamo impegnati nel filmare il video musicale di "DNA".
Taehyung era così...così surreale.
Era fin troppo da sopportare, era la perfezione.
I suoi capelli grigi, che donavano davvero sul suo viso perfetto, gli ricadevano sulla fronte, più lunghi del suo solito.
Era davvero un essere che esisteva sulla terra?
Molte volte mi chiedevo se mai potessi essere stato alla sua altezza.

Il risultato finale di quel video soddisfò tutti e ne ero molto felice.
Però...
Durante uno dei giorni di prova, ero davvero abbattuto.
Rimanemmo soli.
Seduto a terra, stavo eseguendo respiri profondi per riprendermi dall'aver ballato così a lungo e mi sfilai la maglietta a causa del sudore e del calore che sentivo sul mio corpo. 
"Mangiamo noodles insieme stasera? Magari, se ti va, puoi dirmi cosa succede."
Ci risiamo. Non posso spiegarti che sono innamorato di te da quattro fottuti anni e che soffro tanto per tutto ciò che succede, anche la più infima cosa.
"Va bene se mangiamo insieme, ma Tae, per favore, non chiedermi di dirti cosa c'è che non va. Te ne prego, sai che non voglio parlarne."
"Ok, Chim. Sai, però, che prima o poi dovrò sapere ciò che ti succede, perché sei sempre giù. Lo sai, vero?"
"Lo so, Taehyungie...vedrai, prima o poi te lo dirò."

Ci fu qualche secondo di silenzio e, come la sera di 4 anni prima, cominciò ad avvicinarsi per la terza volta. L'unica differenza era la sua mano sulla mia schiena.
Dovevo fare qualcosa, non potevo cadere ai suoi piedi come avevo sempre fatto. Non potevo assolutamente lasciare che tutto tornasse come prima, inizialmente ci avvicinavamo e poi facevamo finita di nulla. Non funzionava così. E tutto questo mi faceva male perché sapevo che lui non provasse niente per me.
"Tae..."
"Jiminie..."
"Tae, no."
"Mh?"
"Non possiamo comportarci in questo modo."
Eravamo entrambi stupiti dalle mie parole, non sapevo dove avevo trovato tutto quel coraggio, ma lo avevo fatto.

"Di che stai parlando?"
Cominciava ad innervosirsi, lo sentivo. Questa situazione non mi piaceva affatto.
"Lo sai benissimo di cosa sto parlando, Taehyung. Sai benissimo anche che ciò che è successo tra noi doveva essere discusso."
"Potevi anche prendere l'iniziativa e parlarne tu. Non credi?"
"Credevo tu non volessi saperne nulla."
"Non volevo saperne perché tu non mi parlavi, ho continuato a comportarmi come se nulla fosse."
"Capisco, ma sai che avvicinarsi in quel modo non è cosa da migliori amici?"
"Lo so bene, Jimin."
Il suo tono era freddo, cominciava a spaventarmi davvero.
Dovevo chiedergli perché si avvicinasse così tanto, dovevo farlo.
"E allora perché, anche a distanza di quattro anni, continui ad avvicinarti?"
"Non lo so, Jimin. Non so risponderti. Non so perché l'ho fatto, ma non me ne pento."
"Certo, non te ne penti, Tae..."
Mi guardò davvero in un modo strano, quasi come se fosse colpa mia se in quel momento stessimo litigando. Era colpa mia, lo sapevo, ma non potevo far sì che lui potesse ogni cosa su di me.
"Lasciamo stare, Tae. Chiudiamo il discorso qui, non capiresti."
"Io non capirei, Jimin? Se tu non vuoi spiegarmi cosa cazzo ti succede non è colpa mia. Sto cercando da tempo di farti dire qualcosa, ma evidentemente non ti fidi più di me."
"Non è questo, Taehyung."
"E allora cos'è? Facciamo una cosa, quando avrai il coraggio di dirmi tutto quello che succede, mi verrai a cercare."
Così facendo, andò via senza darmi il tempo di controbattere.

The half of my heart || VMinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora