Capitolo 8

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Vi lascio una piccola parte del capitolo precedente per chi non ricordasse ciò che è successo.
Un'ultima cosa, leggete lo spazio autrice please. Buona lettura!

Taehyung pov.

Trascorse circa un mese, Jimin era sempre più distrutto ed io sempre più confuso. Non ci parlavamo da quel giorno e mi mancava da morire; la sua mancanza, però, mi faceva notare quanto avessi bisogno di lui e quanto avessi bisogno del suo conforto.

Era incredibile.

Quel ragazzino timido, con l'accento dialettale della sua città natale, ormai diventato un uomo formato e a dir poco magnifico, era entrato nella mia vita come un uragano e aveva stravolto tutto: mi aveva cambiato in meglio, mi aveva insegnato tante cose, ma soprattutto, mi aveva insegnato ad amare. C'era ancora tanta confusione nella mia testa, ma ero quasi certo di provare qualcosa che andasse oltre l'affetto verso di lui. Qualcuno a cui vuoi soltanto bene non ti fa provare le farfalle nello stomaco, non ti fa accelerare il battito ogni volta che lo hai vicino, ti parla o soltanto pensi a lui.
Beh, questo era tutto ciò che provavo per Jimin e non erano di certo sentimenti da semplici amici. Mi ero chiesto per molto tempo cosa fossero quelle sensazioni quando mi stava accanto, ma non ero riuscito a trovare una risposta; in fondo, non conoscevo nulla dell'amore.
Non sapevo se fossi pronto ad esternare tutto. Con nessuno mai ero riuscito ad aprirmi, a parlare di ciò che mi succedeva, ma con Jimin era tutto più semplice, con lui ero riuscito ad essere me stesso e a dire tutto ciò che pensavo perché sapevo che non mi avrebbe mai giudicato. Questa volta, però, era diverso; non volevo farlo soffrire ancora di più, ma avevo bisogno di lui.

Eravamo quasi alla fine di ottobre e andai a fare una passeggiata per schiarirmi le idee. Il venticello fresco si infrangeva sul mio viso ed intanto ammiravo il paesaggio affascinante intorno a me: foglie di vari colori cadevano al suolo, lasciando i rami dell'albero che le aveva ospitate; alcune di loro volavano via insieme al vento per arrivare chissà dove.
Rivolsi lo sguardo verso il cielo.
Mi manchi.

Vagai senza alcuna meta per un tempo indeterminato e, sul calare della sera, decisi di tornare indietro. Notai che quella sera era presente la luna piena, l'avevo sempre invidiata: bella, piena di luce da dare al mondo, ma anche tenace e forte perché a costo di vedere il suo amato, il sole, splendere, ella si nascondeva e poteva incontrarlo solo attraverso le eclissi.
Quanto vorrei che Jimin fosse qui con me ad ammirare ciò che abbiamo sempre ammirato insieme. Pensai.
Mentre mi guardavo intorno, una piccola famiglia felice attirò la mia attenzione. C'erano due giovani, una donna e un uomo, che tenevano per mano una bellissima bambina di circa tre anni; ella sorrideva spensierata, mentre i due giovani genitori la guardavano e talvolta si guardavano tra loro senza che il loro sorriso svanisse e con la stessa intensità di quell'amore incondizionato.
Fu lì che capii.
Corsi verso casa ad una velocità a cui non ero mai arrivato prima.
Dovevo dirglielo.
L'unica persona che sognavo di guardare così era lui.
L'unica persona che potevo amare per tutta la vita era lui.
Arrivato a casa tolsi in fretta la giacca che avevo indossato e le scarpe e trovai tutti in salotto, tranne Jimin che non era lì, a squadrarmi come se fossi un alieno.
"Tae cos-" cominciò Yoongi, ma lo fermai prima che potesse dire altro.
"Devo dirglielo."

Jimin Pov.

Era passato un mese dalla "discussione" con Taehyung e mi mancava da morire.
Ultimamente ero così distrutto che non parlavo quasi mai e passavo davvero tanto tempo da solo.
Gli altri si erano accorti di questo e provavano anche ad aiutarmi, ma non volevo fare nulla, volevo solo starmene in camera da solo e riposare.

The half of my heart || VMinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora