Dialogo indiretto di un vecchietto rabbioso*

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che si lamenta delle generazioni di oggi e della lotta per il clima.

Gianfranco stava scuotendo il capo. Ma chi si credono di essere? Stava pensando tra sé e sé mentre quei ragazzini animavano la piazza con tanti cartelloni colorati. Mica penseranno che due cartelloni e quattro urla possano cambiare qualcosa, ai miei tempi tutte queste scene mica le facevamo, andavamo nei campi noi. Gianfranco fu urtato da un ragazzino che per guardare il telefono non si era accorto del vecchio fermo sul marciapiede. Neanche mi chiede scusa sto cittino, ma te bada se sarà normale, sbuffò l'anziano signore mentre riprese a camminare. Sarà mai possibile che i giovani d'oggi trovino qualsiasi scusa per non andare a scuola o a lavorare? Gianfranco pensò che se fosse stato il padre di quel ragazzino con due ceffoni l'avrebbe rimesso in riga. Mannaggia ai giovani d'oggi, sempre col capo in quei telefoni, ma per fare cosa poi? Mica ci si paga il pane con quei cosi. Un altro gruppo di ragazzi passò davanti al vecchio signore urlando che i vecchi hanno rovinato il loro futuro. Gianfranco alzò il bastone in aria agitandolo pronto a rispondere a tono ai ragazzini, ma la schiena non resse e cercò di riprendere l'equilibrio riappoggiando il bastone a terra ma non ci riuscì. Cadde in maniera sonora, sbattendo il naso e urlando di dolore e sorpresa. Nessuno si voltò, forse le urla dei ragazzini erano troppo alte per poterlo sentire. Mannaggia a voi, ai vostri telefoni e a tutto sto bisogno d manifestare, ma invece di stare in Piazza con due cartelloni, non sarebbe meglio aiutare un povero vecchio a rialzarsi? Pensò scuotendo il capo e chiudendo gli occhi.

Mi obbligano a scrivereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora